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domenica 30 novembre 2014

Friday Extreme Rock Adventures ... perché?

Nel senso, volendo se ne poteva fare a meno. Si poteva evitare. La vecchia guardia merita di esser messa da parte, largo ai giovani venuti su con i gruppi dell'ultimo decennio e amen, non abbiamo niente da dire che non sia stato già detto, niente da fare che non sia già stato fatto. Solo qualche reunion da celebrare o esecrare, solo qualche liturgia rievocativa a cui presenziare, prendendo atto che  "quello che è bruciato non brucerà più, quello che avevamo non lo abbiamo più".
E se qualcuno non ha elaborato il lutto del crollo della scena hc italiana all'inizio degli anni novanta, affar suo.

Ma....

Negli anni novanta, mentre il punk e i suoi derivati diventavano una delle tante mode commerciabili (e il metal, pure quello più estremo si riduceva a una serie di formati industriali standardizzati) a cosa portava l'ingresso nel mainstream della cultura underground degli anni 80? Ai punkvoters, esperienza sballata con tardivi ripensamenti (esperienza sballata fin dall'inizio, in quanto implicava una differente considerazione tra un Bush che fa partire la guerra in Iraq e un Clinton che aveva democraticamente dato il via alla globalizzazione finanziaria con politiche economiche di estrema destra ).
E allora di certi veterani  c'è ancora bisogno, un bisogno estremo. Perché in modo più o meno conscio i movimenti nel rock sono stati anche (soprattutto?) movimenti culturali. E non è vero che il mainstream tutto mastica, tutto digersice, tutto riplasma e commercializza. Quando qualcosa lo disturba seriamente, reagisce in modo massivo. Successe quasi 20 anni fa, e la vittima non fu un rocker dell'area punk, guarda caso...
Si, probabilmente della memoria dei veterani oggi c'è un certo bisogno....