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lunedì 27 luglio 2015

Live Report: United As One #2 - Nuclear Assault, Ratos de Porao, Toxic Holocaust, Raw Power, Cripple Bastards, Game Over 25-07 2015 Poviglio RE

Alla fine Apocalypse Extreme Agency/MP promotion e F.O.A.D. Records (e tutto lo staff PHC) hanno messo su quello che sarà ricordato come uno degli eventi dell'anno. Grande affluenza, una scelta che si è rivelata particolarmente felice della compagine di gruppi, un'organizzazione eccellente (come al solito), tutto ha contribuito al successo del festival.

I Game Over potrebbero sembrare la risposta italiana ai Lost Society. L'effetto "salto indietro nel tempo" vedendoli in scena, è impressionante: sembrano proiettati su un palco della bassa reggiana odierna dal 1986. In un modo o nell'altro comunque funzionano. Chissà cosa riserva il futuro a questi ferraresi.







Sono passati quindici anni da "Misantropo a senso unico". Al di là dall'essersi conquistati un posto nella storia del grind e del contratto con Relapse, a che punto sono ora i Cripple Bastards? Parlando da soggetto generalmente allergico al grindcore, sono ad un punto ottimo: una macchina demolitrice animata da feroce e psicotica determinazione, in grado di accendere il pit alle sei del pomeriggio (col sole) e a farlo letteralmente esplodere con "Misantropo a senso unico" e "Italia di merda" : non è poco.



Tanto efficaci sono stati i Cripple Bastards che l'attuale configurazione dei Raw Power quando è arrivata sul palco ha trovato il pubblico che ancora stava riprendendo fiato. Bella prova, quella dei "padroni di casa": Essere una vera e propria istituzione, in questo campo, presenta dei rischi, tipo tirar fuori merchandise come quella della foto, o avere un pubblico assuefatto al gruppo. Invece sono stati compatti, energici, precisi, divertenti (forse perché i primi a divertirsi sono loro). E quando tirano fuori "Power", "State Oppression" e "Mine to kill" l'entusiasmo del pubblico è evidente.




La sorpresa della giornata, per me, sono i Toxic HolocaustJoel Grind (a questo giro basso e voce) è uno yankee  biondo e roseo. Arriva sul palco con una maglietta degli Onslaught (proprio così, t-shirt di "Power from hell", uno dei dischi più inutili della storia del thrash) e fin da subito cerca con insistenza il rapporto col pubblico, e con successo.
I Toxic Holocaust sciorinano il loro thrash old school estremamente basico, davvero terra terra, ma lo fanno con energia e convinzione contagiosa. Il pubblico risponde alla grande, il pit divampa.e quindi si crea un raro cortocircuito tra l'entusiasmo del pubblico e quello della band. Joel, essendo un neo thrasher  venuto su negli anni 2000, annunciando "Wild dogs" davanti a una selva di braccia alzate chiede il circle pit, mimando il movimento rotatorio con un dito. Lo ottiene , ma non dura  più di un minuto. Lui non si scompone e lo chiede annunciando ogni pezzo (Punks and metalheads united, let's circle" "Everybody move now" eccetera). Alla fine si stupisce pure lui dei risultati ("Una cosa del genere negli States non sarebbe stata possibile") .









I Ratos De Porao sono piaciuti a molti più degli altri gruppi. Set compatto, schiacciasassi, con Gordo che nonostante l'età e la massa continua ad essere un frontman efficace. L'alternare pezzi vecchi e nuovi probabilmente ha fatto contenti tutti, ma personalmente non ci posso fare niente, mi piace solo il loro repertorio più vecchio - che non è mancato: "Crucificados pelo sistema" "e "Periferia" per fare due titoli.






Con i Nuclear Assault (tre quarti della formazione originale) che le cose non sarebbero andate al meglio si è capito da un soundcheck esageratamente lungo e complicato. Non avendoli mai visti prima dal vivo, non ho potuto fare a meno di notare il contrasto tra John Connelly (decisamente basso, i capelli li ha ancora tutti ma li porta cortissimi, andato in scena in pantaloni corti, t-shirt, gilet di jeans e sandali) e Dan Lilker (poca traccia degli anni su di lui, sempre la stessa figura di vent'anni e passa fa).



Comunque quando alla fine partono il suono non è gran che. Connelly ha ancora fiato e la sua voce è ancora tutta lì, ma dopo un paio di brani si interrompono per motivi apparentemente inesplicabili. Alla fine l'organizzazione ci fa sapere che Connelly avrebbe piacere che la gente salisse sul palco a cantare, senza provocare danni o problemi salla sicurezza, il che è un'ottima cosa, ma alla fine non devono aver trovato la quadra perché la security continua a ributtare indietro chi si tuffa dalle barriere e chi fa crowd surfing. Dan Lilker tira da un joint in ogni intervallo, Connelly ironizza sul fatto definendolo un hippy. Nei fatti il frontman lo fa Lilker. Quindi tutto il set viene fuori abbastanza confuso e con frequenti pause che fanno calare la tensione. "Buttfuck" non manca, ma senza il parlato sulla parte blues. Vengono presentati un paio di brani dal loro nuovo ep. Il tutto è vagamente deludente e mi fa rimpiangere di non aver mai visto la band negli anni d'oro del thrash.

Nuclear Assault, scatto di Stefano Giusti

 Nel complesso sicuramente un evento memorabile per tutti i partecipanti. Per un veterano come chi scrive, la curiosa impressione che sia tornato a soffiare lo stesso identico vento che soffiava nella seconda metà degli ottanta. Ma gli anni sono passati, e quella di allora era una prima edizione...

mercoledì 8 luglio 2015

C'era una volta il blues (a Pistoia)... - fine stagione FERA 2014-2015, ore 21 Venerdì 10 Luglio www.garageradio.it

La fine stagione riguarda il programma radio, non escludo altri post, specialmente per quel che riguarda i live report. Le trasmissioni riprenderanno a settembre.
Detto ciò, entriamo nel tema....



Cos'è che accomunava, a metà anni 80, i fan del rock classico, e diversi metallari e punk?
In piazza del duomo a Pistoia si potevano incrociare alcune mohicane e metal heads che avevano lasciato la maglietta dei Judas Priest o dei Metallica per mettersene una di Johnny Winter o di Steve Ray Vaughan. E c'erano gli hippy, venuti fuori da chissà quali nascondigli o comuni montane.
Le vie d'accesso a piazza Duomo si trasformavano in un mercatino con la più vasta offerta di accessori da fumo, su cui aleggiava un odore forte e caratteristico, una miscela di fumo di joint, incenso, sangria, birra e puzza di sudore e deiezioni.
Nell'84, Rory Gallagher, e Jimmy Page in una jam con John Hiseman e Dick Heckstall Smith dei Colosseum e Ginger Baker dei Cream. Nell'85 B.B. King, nell'86 John Mayall, nell'87 di nuovo B.B. King, e Albert Collins. E poi Buddy Guy, John Lee Hooker, i Canned Heat, Johnny Winter... A Pistoia sono passati tutti o quasi i nomi che hanno fatto la storia del blues e del rock blues.
Rimpiango ancora di non aver visto Rory Gallagher nell'84....



Ho un ricordo preciso di Johnny Winter all'edizione del 1988. A causa della pioggia l'inizio del suo set, che era l'ultimo della serata, era slittato in avanti. Appena la pioggia cala di intensità, arriva sul palco, in nero, con uno stetson nero in testa;: la sua formazione è un trio, e lui inizia il concerto con un lungo assolo. La piazza del Duomo, come al solito, è interamente coperta di gente seduta per terra, rivolta verso il palco. A causa della tarda ora, sono quasi tutti semi addormentati. L'albino finisce il suo assolo, annuncia quasi a bassa voce "Rock Me Baby", e dopo un'introduzione su un riff ultraamplificato attacca urlando . Tutti quelli seduti nella piazza sobbalzano vistosamente all'unisono, svegliandosi, con un curioso effetto onda. E Winter prosegue il suo set di blues elettrico distorto e amplificatissimo. Io avevo un accredito stampa, un collega mi indicò un paio di tipi che seguivano il concerto con le mani sulle orecchie. "Giornalisti jazz", mi disse.

Pistoia Blues 99 è forse stata l'edizione di sperimenzazione di festival non blues (con Linton Kwesi Johnson, Patty Smith e Deep Purple)- andai a vedere i Deep Purple, l'atmosfera era decisamente nostalgica, Gillan arrivò sul palco e accennarono "The boys are back in town". Da allora, una progressiva diluizione del carattere blues della manifestazione. Quest'anno, il blues è confinato in una non meglio caratterizzata "Italian Blues Night". E' così difficile mettere insieme una serata blues di livello internazionale, di questi tempi? Stando a questo video, sembrerebbe di no...




La scaletta: l'atmosfera sonora di Pistoia Blues, quelle che era in passato e che dovrebbe essere tutt'ora - ci sarà anche Lighting Hopkins, che essendo morto nell'82 a Pistoia non c'è mai stato. Il patriarca del blues texano non è mai stato molto considerato dalle nostre parti, e a torto (per l'ultimo leggendario chitarrista blues bianco della storia, cioè John Campbell,  l'uomo era stato la luce del mondo o giù di lì)


mercoledì 1 luglio 2015

Un'attitudine (un tempo) indiscussa - Venerdì 3 luglio ore 21 www.garageradio.it

Nel tempo dell'informazione veloce, la notizia è ormai vecchia: a settembre (l'UNDICI settembre) uscirà l'undicesimo album degli Slayer. Il video dell'ultimo  singolo (la title track "Repentless" ) gira ormai da più di tre settimane sui social. A chi è piaciuto, a chi non è piaciuto ("Implode" e "When the stillness comes" sono state accolte anche peggio). C'è chi si è chiesto se non sarebbe meglio per King e soci smettere di fare album nuovi e inziare a scrivere pezzi per altiri  (l'idea non è poi così balorda: mi sono immaginato "Repentless" fatta dagli Exodus e il quadro non sarebbe affatto male).
Di sicuro i singoli  non lasciano intuire esattamente quel che sarà il disco: cosa che, per restare nei dintorni, invece si capiva benissimo con "Blood in, blood out" degli Exodus.  Vedremo



Degli Slayer è stato detto tutto e il contrario di tutto. Ci sono cose che avrei preferito non vedere da loro: il brand management (vino birra o che altro), l'andare avanti con il gruppo oggettivamente dimezzato (senza Lombardo e Hanneman sono ancora gli Slayer?). Altre cose proprio non avrei voluto sentirle  (Diabolous in Musica) .Ma per anni e anni sono stati il benchmark del thrash metal originario
Dave Lombardo e Jeff Hanneman costituivano l'anima hardcore del gruppo e non ne hanno mai fatto un mistero. Uscito Lombardo, nel mezzo dei difficili anni novanta, la band ha avuto il merito di far uscire "Undisputed Attiitude".
Metà anni novanta: il thrash è praticamente evaporato, e da un po', metal estremo vuol dire death metal e grindcore, i Pantera hanno aperto la strada del groove, i Sepultura l'hanno ribadita, gli scandinavi, tra death e black metal, la fanno da padrone. Il  grunge è morto con Kurt Cobain.Il punk? Il punk sono i Green Day , gli Offspring e i Rancid che hanno ormai scalato le classifiche, l'hardcore è perlopiù NYHC e largamente metallizzato (per fortuna ci sono i Sick Of It All, e stanno debuttando gli H2O); si creano le basi dell'emo (che NON sono nella Revolution Summer dell'85). In questo panorama spiazzante (per la generazione precedente) gli Slayer pensano di far uscire un album di cover. All'inizio pensano a cover dei Judas Priest, UFO, Deep Purple, poi cambiano direzione di 180° e decidono per cover di gruppi hardcore americani dei primi anni 80. TSOL, D.R.I., Verbal Abuse, Minor Threat, D.I. (con l'aggiunta di un paio di pezzi dei Pap Smear, side project hc punk di Hanneman, un indedito e un classico degli Stooges - imposto da Hanneman). L'album arriva al 34 posto della Billboard 200 - molti storcono il naso.

Due anni dopo Tom Araya ne parla così:

"(l'album, NdT) Fece quel che ci si aspettava, cioè non molto. Tenemmo un profilo molto basso , facemmo un tour molto corto durante il quale suonammo in piccoli club. Era in chiave minore. Voglio dire, era un disco di cover.. Pensammo :se lo facciamo uscire e piace ai ragazzi, bene. Kerry era molto motivato a farlo uscire."

"Undisputed attitude" ha avuto il pregio, in un periodo che l'aveva non dimenticato, ma praticamente rimosso, di riportare un poco di attenzione sull'hardcore degli anni 80 - stagione del tutto irripetibile, come altre venute fuori negli eighties e ancora più indietro nel tempo.
Con alcuni effetti collaterali a cui di solito la gente non pensa: le royalties delle cover (e la pubblicità fatta alla band, scegliendo brani loro) hanno permesso, per esempio, ai Verbal Abuse di traghettarsi nel nuovo millennio.
In quell'epoca di massiccia commercializzazione dell'underground riproporre i suoni di quei gruppi lontani da qualsiasi mainstream, senza compromessi, che suonavano come se non ci fosse futuro era una delle cose più sensate e significative che potessero essere fatte.

La scaletta: pochi Slayer, i gruppi delle cover su "Undisputed attitude" e dintorni...