header

header

mercoledì 14 ottobre 2015

Se dal passato ti arrivano in faccia gli anni 90....

Courtesy of Manuel Toedem


In quel periodo accompagnai i Braindamage a un minifestival a Stoccarda. C'erano loro, il gruppo dell'organizzatore (un sedicenne patito di death brutal, quindi il gruppo faceva death brutal, e pure male), i Rostok Vampires (gruppo hc tedesco dell'est, molto medio, ma che fece la sua porca figura), i  Pestilence e gli Spermbirds (di gran lunga i migliori della serata, con il miglior soundcheck, tra l'altro).
Quando eravamo nei camerini durante il soundcheck degli altri, ad un certo punto si udì un boato che fece tremare le mura. Corremmo fuori, pensando che fosse crollato un muro o simili: niente di che, erano i Pestilence che facevano il check della voce. Quello, per il metal,  era il suono del nuovo che avanzava, e io non lo avevo capito.
Per quel che riguardava il metal i miei canoni di giudizio erano diventati obsoleti. Era tramontata l'età dell'oro di Metal Forces, Kerrang, era iniziato l'apogeo di Terrorizer.
Abitare un comodo territorio sonoro fatto da gruppi grunge, band hc e post hc e pensare di pretendere che il metal estremo dovesse avere nel suo DNA quei valori che erano passati dall'hc al primo thrash e al crossover era del tutto illusorio. Ma era illusorio pure che quei valori avessero davvero attecchito da qualche parte. Il Black Album dei Metallica  e il Clash Of Titans erano già state indicazioni in questo senso. I Nirvana su MTV erano stati un'altra indicazione. L'anno successivo sarebbe stato il 93: si registra "Dookie" dei Green Day che venderà dieci milioni di copie e a questo punto è tutto chiaro: qualsiasi cosa è vendibile in massa su scala globale, qualsiasi legame identario tra un genere musicale e una sottocultura di riferimento viene spezzato.
Con una notevole eccezione: quella roba lì su quella copertina lì (e non tiratemi fuori Ace Ventura, che fu una pura casualità).
Chiariamo un punto: si tratta di un'eccezione non pianificata e non intenzionale. Da una parte c'era gente che aveva capito che su growl e blast beat c'era da far soldi (e a cui bastavano le centinaia di migliaia di  unità vendute, e pure le decine di migliaia, volendo), dall'altra c'era una generazione di nati tra fine settanta e primi ottanta per cui il thrash era quella cosa spompata che era nei primi 90 (oppure le furbate dei Pantera) e in breve avrebbero visto il punk come pop da classifica. E c'era una cosa che li accomunava alle precedenti generazioni di metallari: erano bulimici (musicalmente). Da questo incontro perfetto tra domanda ed offerta è nato il fingerprint del metal dei 90 - death metal, grindcore, black metal. Da lì si è creato quel sistema di etichette indipendenti che finirà per fornire una sponda ai resti dell'hardcore, ormai metallizzati al di là di qualsiasi limite. Musicalmente è un decadere verso modelli/genere talmente standardizzati da essere a tutti gli effetti prodotto industriale, ma questo non cancella il resto.
Ancora, questo underground non è nato e vissuto per passione, ma sopratutto  perché la passione di relativamente pochi incontrava la voglia di far profitti di altri pochi, disposti a farne dove le major non sarebbero mai entrate per varie ragioni (in prims, dal loro punto di vista, scarsi volumi di vendite) - e questo lo rende molto diverso, per origini, non solo dall'hc ma anche dal thrash. Ma al di là delle origini, alla fine è sopravvissuto in varie maniere all'apocalisse del music business costituita da file sharing, streaming, web 2.0, ed è sopravvissuto anche meglio dell'underground hc. Perché i metallari sono fedeli acquirenti di musica, tutti gli altri no. E se ne è accorto pune Spotify. 
Tra l'altro, quel clima anni 90 ha fatto sì che nascesse, proprio sul metal estremo, Relapse, forse l'ultima etichetta a fare davvero A&R, che negli anni ha fatto uscire tra gli altri  Neurosis, Dillinger Escape Plan, Mastodon.

P.S. Non ho cambiato idea su quei gruppi: il gioco "più estremo, più gore, più malvagio, più nero" continua a sembrarmi del tutto meccanico, completamente privo di creatività. Del resto ogni generazione ha i suoi gruppi, e quella non era più la mia. In quella recensione stavo cercando di fermare il vento con le mani - attività futile e stupida (ma avevo 25 anni, ero un ragazzino...)

Nessun commento:

Posta un commento