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giovedì 24 marzo 2016

Metal Shock, Flash, Black Metal e dintorni - L'archivista diabolico colpisce ancora

Io non ho conservato niente di quel che ho scritto su Metal Shock e Flash ai tempi (1986-1993) - già non lo conservavo all'epoca. Quindi che qualcuno abbia collezionato Flash un po' mi ha stupito. Non per altro, ma non ho mai avuto un'alta opinione della stampa metal (e non solo di quella italiana). L'aver vissuto un po' di dietro le quinte della cosa probabilmente ha contribuito a questa mia opinione. Non è un segreto, le redazioni mettevano in copertina gli Iron Maiden o i Motley Crue (o i Metallica) per vendere: la foto di copertina era determinante a quel fine. Nei fatti, si trattava di rotocalchi. Perché difficilmente il capo redattore faceva la rivista che avrebbe voluto fare, ma quella che doveva fare (per vendere) - non erano mica fanzine. Questo non vuol dire che i collaboratori non scrivessero di quel che volevano scrivere. Nel mio caso è stato così che nel 1987 Metal Shock ha iniziato ad occuparsi anche di punk e hc. A questo proposito non sarà mai abbastanza ricordato che il crossover, quando è venuto fuori, è stato un fenomeno "culturale" prima che musicale (thrashers che ascoltavano hc). Questa cosa in Italia continua ad essere poco digerita da quanti sono venuti su chiaccherando sui newsgroup usenet tra la fine dei 90 e l'inizio del nuovo millennio. Sarebbe un problema loro, se poi non fossero andati a scrivere la loro versione adulterata in giro per la rete, per esempio su wiki italia.
Tornando a quelle riviste, erano rotocalchi che parlavano di quella musica nel momento della sua massima popolarità mondiale, e quindi vivevano di luce riflessa. E forse è per questo che vengono considerate da alcuni (assieme alla concorrenza) la golden age della stampa metal italiana.
In un epoca in cui il www era di là da venire, i fan dei gruppi compravano in primis per foto e poster e in secondo luogo per interviste e recensioni. Sì, perché senza dubbio qualcuno che leggeva, e anche abbastanza attentamente, c'era.
Poi arrivarono gli anni novanta, e finirono per portare un mutamento strutturale in alcune di quelle che erano state le riviste "classiche". Soffrirono  di un calo nel finananziamento di stato all'editoria e alla distribuzione ( qualcuno si ricorderà il venerdì nero della lira e la crisi economica del 92). La risposta fu un taglio dei costi e conseguentemente l'ingresso di collaboratori che scrivevano gratis et amore dei pur di avere il materiale promozionale dei gruppi e delle case discografiche.Volevate sapere quando è germinata la sottocultura delle webzine metal dove nei fatti non un gruppo viene stroncato e si parla praticamente di qualunque cane tiri  fuori un CD? Eccovi serviti.

E ora veniamo al materiale d'archivio:
Courtesy of Manuel Toedem

Ebbene sì, stroncai quello che ora è piazzato nella lista dei dieci migliori album black metal di sempre. Non è che non lo abbia capito. Non condividevo allora, non condivido ora. Non era roba per me, per motivi già spiegati,
Magari non avrei dovuto recensirlo io, ma si trattava di scelte redazionali, cioè non mie.
Ma aggiungiamo una considerazione sulla formazione del gusto. Per esperienza so che se cresci mangiando polli di batteria nel momento in cui ti propongono un pollo ruspante quello non ti piace (troppo duro o troppo saporito etc). Per una decina d'anni chi stava crescendo col metal cresceva col black, col death, col grind: a parte qualche eccezione negli anni 90 erano generi derivativi, forgiati su cliché sonori. Non è che la cosa alla fine abbia avuto qualche conseguenza?

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