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sabato 25 febbraio 2017

CCM - The Furious Era 1979-1987 - Venerdì 3 marzo ore 20.30 www.garageradio.eu

Alla fine dopo No More Pain esce la ristampa integrale dei CCM (quasi integrale, manca un live), con in più Naymiorenggekkio, ultimo brano della band, l'ultimo da loro suonato (e l'ultimo che sentii suonato da loro, quel 20 giugno di 30 anni fa, al Casalone, a Bologna), recuperato con incredibile abilità da Ale Sportelli e Ale Paolucci dalla registrazione live di Stefano Ballini, AKA il Mago Trippone - lo sto riascoltando mentre scrivo queste righe, ed è al tempo stesso un'incredibile flashback e l'ennesima dimostrazione di quanto avanti si fossero spinti CCM negli ultimi due anni della loro esistenza (mi ricordo che tra i miei coetanei si pensava che ormai era estremamente uncool pogare quando suonavano diversi brani dell'ultimo periodo) . Se volete avere i dettagli, leggetevi quel che ne scrive Riki su Ribelli a Vita.

Ebbene, riguardo a The Furious Era non posso che parafrasare Keith Morris: una raccolta assolutamente essenziale se siete fan dell' hardcore, non importa da che scena veniate, dovete ascoltare questa band.
Into The Void, retro del lyrics sheet
Sono sonorità che a tutti gli effetti arrivano da un altro mondo, in cui la proposta di tanti gruppi era brand new, mai sentita prima. Certo, chi è arrivato dopo si perde la metà di quel che i CCM sono stati: dal vivo erano unici anche grazie a Syd, a tutt'ora uno dei frontman più notevoli e impressionanti che io abbia mai visto. Dovrete accontentarvi di una rimasterizzazione più che eccellente, che rende piena giustizia al suono della band.

The Furious Era è già disponibile in preordine su www.areapirata.com (doppio lp, doppio cd, bandcamp)

Il release party ufficiale sarà il prossimo 10 marzo al GOB, mentre il 17 ci sarà una nuova presentazione di No More Pain a Capannori (con dj set di Dome La Muerte, che per chi non lo sapesse fu il primo chitarrista dei CCM).

(Venerdì in studio per parlarne Antonio Cecchi, Riki Signorini e altri ospiti ancora da confermare)


martedì 21 febbraio 2017

Proto thrash, alcolemia e "era roba buona?" - venerdì 24 Febbraio, ore 20.30 www.garageradio.it

Dopo le recenti prodezze della redazione di Metal Hammer Italia, neanche a farlo apposta, mi rimbalza sulla bacheca di facebook una delle tante liste di gruppi-album-pezzi che infestano i metal magazine online, "The 10 best proto-thrash songs", by Scott Ian, gentilmente offerta da Team Rock (neanche metto il link, se volete perder tempo googlate, però la domanda è: quante birre si era scolato Scott Ian prima di rispondere? O aveva usato qualche additivo?). Giuro, sembra "trova gli intrusi" sulla Settimana Enigmistica. Guardo meglio e vedo la data, 9 ottobre 2015. Ma Teamrock/Metal Hammer UK non erano andati a gambe all'aria e poi un mesetto fa era arrivata Future Publishing col portafoglio in mano per rilevare l'autodefinitasi "casa del rock e del metal"? E ora ripostano vecchia roba, di una stagione già piuttosto triste, per dimostrare la propria esistenza in vita? Bah.
In ogni caso colgo la palla al balzo per una scaletta a tema proto thrash o ante thrash, magari un poco più lucida di quella prodotta al tempo dal vecchio Scott.

(la foto col tema c'entra così così, ma è giusto per ribadire concetti già trattati)



domenica 19 febbraio 2017

Un po' di sessismo ed altre piccinerie

Le beghe delle testate metal attuali non mi interessano. Alle volte mi capita di sentire qualcosa di stonato, altre volte mi irrita quando da quelle pagine (web, di solito) qualcuno che non l'ha vissuta tenta di riscrivere la storia del metal degli 80 a misura dei propri pregiudizi, alle volte ho reagito a qualche sesquipedale cazzata che finisce sulla mia home di facebook.
Ma a questo giro la faccenda è troppo grossa. La premessa è qua: Francesco Ceccamea scrive un articolo sulla data romana dei Destruction criticando pesantemente il locale che ospita il concerto. La gestione del locale chiede la sua testa alla redazione di Metal Hammer, e la ottiene al volo (nella precedente era geologica io e Della Cioppa sulle pagine di Flash criticammo Barley Arts per la gestione del Monsters Of Rock del 91 e nessuno chiese niente, ma Flash nel 91 era molto meno rilevante dell'attuale Metal Hammer online, con i suoi 4.000 lettori - e per chi non lo coglie, questo è sarcasmo).
Quando il bando di espulsione è stato esteso a Mara Cappelletto in quanto compagna di Francesco lì per lì ho pensato "i signori di MH danno un'altra bella prova del loro spessore". Nel senso che ho pensato che sarebbe successa la stessa cosa se Francesco avesse avuto un fratello, un figlio o uno zio che collaborava con MH - una lineare logica medievale. E mi sono accorto di aver pensato male. Perché non è stato un fratello o un figlio o uno zio ad esser buttato fuori, è stata la sua compagna (guarda caso). E questo è sessista, e questo è MH italia oggi: 4.000 lettori, piccineria e sessismo. Le chiacchere le porta via il vento e, come diceva uno, "dalle loro opere li riconoscerete".


Cosa Nostra (e Riot Clan e Bomber 80) @K100 Cienfuegos - 18-02-2017

Di Cosa Nostra abbiamo parlato qua in occasione di una chiaccherata radiofonica. La cosa fu proposta da Riki Signorini e in, tutta onestà, non avevo colto bene il senso dell'operazione. L'hardcorizzazione dei pezzi dei Nabat in Cani Sciolti non è poi così evidente, al mio orecchio, ma una band che si descrive come il periodico riemergere della "musica marcia degli anni 80" mi trovava con una dispozione ampiamente favorevole, quindi... L'anno scorso hanno suonato nell'ambito di Distruggi La Bassa e me li sono persi, ma alla data successiva permaneva un certo eco, critico, della loro prova. Una cover band nella scena hc non può ancora passarla del tutto liscia ("Ma abbiamo anche tre pezzi nostri!", dice Giangiacomo De Stefano). In più nel momento in cui dalla gente periodicamente si urla "Fate i Nabat!" loro che fanno? Un disco di cover dei Nabat, appunto. O stanno portando tutti per il fondo schiena o c'è un che di ruffiano in tutto ciò. Ma il punto era che pare che nella bassa ferrarese sotto il palco la gente avesse reagito bene, decisamente bene.
Era il caso di vederli dal vivo, e l'occasione si è presentata questo venerdì al K100 a Campi Bisenzio (organizzata da Underdogs Collective, come la clamorosa data degli Adolescents l'anno scorso).
Chiaramente, se fai un disco di cover dei Nabat ti inseriscono tra due gruppi Oi!, ed è precisamente quel che è successo.
A parte rarissime eccezioni, l'Oi! non è "la mia tazza di the", ma nell'attesa un poco di attenzione ai Riot Clan l'ho prestata. Musica per la classe operaia, così si annunciano. Basici e con testi spesso fatti da slogan che qualche tempo fa sarebbero stati  definiti consunti, e che invece stanno tornando attuali: "La classe operaia non si tocca" (Beep - siamo spiacenti di informarvi che viene presa a calci nei denti da 25 anni) e un più significativo "Padroni di sinistra - i primi della lista".
Quando i Cosa Nostra salgono sul palco, capisco. Dal vivo il fatto che siano un gruppo hc, che quando reinterpreta i Nabat lo fa in chiave hc, è evidente. Non ci sono solo i Nabat, nella loro scaletta, anche Crash Box, Mass Media degli Indigesti rifatta in versione ultra rallentata, i tre pezzi loro propri, come bis una versione hc di Spara Yuri Spara dei CCCP (ottima). E la cosa paradossale è che nel nel loro live set fatto perlopiù con cover di pezzi altrui esprimono personalità propria. Saranno le due voci, saranno i passamontagna ("Perché è la musica che suoniamo quello che conta", dice Giangiacomo De Stefano, ma potrebbero anche sembrare un felice espediente identitario), sarà il saper stare sul palco, la presenza scenica. Ma in primo luogo è il modo in cui questi brani vengono reinterpretati. Non è l'hc degli 80 rifatto nello spirito dell'hc degli 80, è l'hc degli ottanta riletto dalla generazione successiva, cresciuta assieme ad Integrity, Earth Crisis, Snapcase, Strife - sempre De Stefano dissente, e cita Slapshot e Blood For Blood.  La mia impressione resta quella: nuova scuola che calandosi nei panni della vecchia la reinterpreta, con una tendenza molto pronunciata a "squadrare" ritmi e suoni. E la cosa funziona.
Mentre i Bomber 80 iniziano a suonare (e il pubblico apprezza) riprendo la via di casa, Riki se ne è già andato da un po'.

mercoledì 15 febbraio 2017

Non ci sono più le mezze stagioni, e neanche l'hc di una volta - venerdì 17 febbraio ore 20.30 www.garageradio.eu

Se non avete letto My Damage di Keith Morris tra le altre cose vi siete persi alcune sue lucide considerazioni sulla natura del music biz e sul passaggio degli anni novanta, tra cui questa:

Con quei soldi (quelli dalle vendite di "Group Sex", NdR) Frontier potè fare uscire alcuni altri dischi, quello degli Adolescents, quello degli TSOL, i Suicidal Tendencies. Sembrava che tutti questi gruppi locali avessero fatto un passo avanti e stessero facendo musica fantastica. Tutti i dischi di quel periodo sono assolutamente essenziali se siete un fan del punk, non importa da che scena veniate, dovete ascoltare queste band. Ognuna ha la propria personalità. Mettete su il blue album degli Adolescents o il primo dei Suicidal tendencies e sapete subito cosa state ascoltando. Non avevamo raggiunto il punto in cui tu non puoi distinguere un gruppo dall'altro, che è la situazione attuale. Nessuno faceva molti soldi, così non c'era un modello da seguire per ottenere fortuna e fama.



Già, la diversità, e l'individualità sonora dei gruppi. Da questo punto di vista le cose non sono affatto diverse in campo metal. Se prendete, che ne so, Angelwitch, Saxon, Iron Maiden nel 1980 si può precisamente fare lo stesso discorso. Quindi potrebbe trattarsi benissimo di aspetti connessi alla "maturità" del rock.
E ad un altro fattore determinante: alla diversità di formazione musicale. Come ha fatto notare più di uno, Fear, Black Flag, Circle Jerks, Dead Kennedys erano venuti su ascoltando il rock dei 70, mentre a partire da Boston (Washington DC è storia più complicata) i nuovi gruppi hc, fatti di ragazzini, vengono su ascoltando gruppi punk e hc E BASTA (e anche questo è un discorso trasportabile sul metal).
E così da venticinque anni a questa parte abbiamo avuto moltissimi gruppi "new school", molti gruppi youth crew e via dicendo, con i margini di originalità e personalità che si andavano restringendo man mano che il tempo passava. Per fortuna ci sono state le debite eccezioni.

Comunque per avere un quadro della situazione basta dare un'occhiata ai grossi nomi che suoneranno in Italia nei prossimi mesi: Sick Of It All, MDC, Zero Boys, H2O, Trash Talk. Ne verranno fuori sicuramente altri, e sicuramente la percentuale di gruppi nati negli 80 sarà superiore al 50%.
Sì, perché vuoi mettere le vecchie glorie rispetto, che so, al nuovo straight edge inglese ?
Già. Ma non sarà che la platea dell'hc è diventata conservatrice, per caso?
C'è un fatto recente che mi ha dato da pensare. Parte una nuova reunion Impact, e subito date a destra e a manca, in Italia e all'estero. Gli Yes, We Kill!, che dentro hanno diversi ex Impact e che per me sono state una delle cose migliori che ho ascoltato negli ultimi due anni, considerati pochissimo.
Food for tought, oppure per raggiunti limiti di età sono fuori sincrono con chi sta oggi sotto i palchi dei concerti hc.


martedì 14 febbraio 2017

Una radio temporaneamente autonoma

FERA è al suo terzo anni di vita, e non esisterebbe senza Garageradio.it . E' nato lì come programma radio e non sarebbe potuto nascere altrimenti. Senza il programma radio non sarebbe nato questo blog. Partito in solitaria, da un paio d'anni a questa parte tra l'altro ha dato voce ad amici vecchi, nuovi e ritrovati, tutti con qualcosa di rilevante da dire, a parer mio, perché qualcosa di rilevante fanno, ognuno nel proprio campo (indipendementemente dal fatto che siano più o meno seguiti, che abbiano più o meno "mi piace" su facebook).
Ecco, la casa di tutto ciò non poteva essere che Garageradio, nata, cresciuta e sopravvissuta grazie alla passione di Daniele e Silvia. Due traslochi in tre anni, l'approdo in FM. E ora? E ora siamo al terzo trasloco (fatto!). La parte fisica di garageradio è una TAZ, una zona temporaneamente autonoma in piena regola, destinata al nomadismo. Almeno così pare.
Diciamolo, la breve stagione in FM non è stata rose e fiori, dal lato del microfono. Problemi tecnici e convivenze scomode, che hanno finito per esplodere con la crisi di Punto Radio Cascina. Aggiungete un'impostazione tecnica che non ammetteva discussioni e che ha garantito a me e ad altri una qualità sonora del podcast sotto la soglia della decenza, e i motivi per un rapido divorzio sono subito evidenti.
E di nuovo dobbiamo ringraziare Antonio Dovico, che ha rinnovato l'offerta di ospitarci nei locali della sua sala prove "Note al vento", tra l'altro dotata di collegamento internet decisamente potenziato - i tre giga in upload dovrebbero mettere al riparo da qualsiasi problema di qualità dello streaming.
In men che non si dica, quindi, siamo fuori dall'FM locale. La cosa non mi tange, anzi - Se qualcuno avesse cominciato ad ascoltare FERA in FM, me lo faccia sapere, sono curioso (secondo me in FM non c'era nessuno, in ascolto).
Via, la prossima volta che si passa in FM, o un network nazionale o niente... se ti devi dannare, almeno che ne valga la pena.

domenica 12 febbraio 2017

Destruction: a matter of attitude

(titolo convertito in inglese dopo discussione lessicale su fb)

La vicenda Destruction, con il comunicato contenente difesa e scuse un po' pelose della band, è ormai una pietanza fredda. Ma i temi coinvolti sono, purtroppo, sempre attuali. Sono venuti fuori quando è uscito Hardwired dei Metallica, torneranno fuori al prossimo lavoro degli Slayer, o degli Anthrax o che so io.
Non mi interessa parlare, a proposito di Destruction, di chi ha ragione e chi ha torto e in quale circostanza. Mi interessa parlare di attitudine, e non tanto della band, quanto del suo pubblico, del pubblico che li ha difesi arrivando a giustificare l'indifendibile (shitaly), perlomeno su fb.
A costo di apparire estremamente ripetitivo e noioso, il thrash delle origini non era solo una questione di stile musicale. I thrashers non odiavano (è la parola giusta) i posers perché Motley Crue Ratt Poison e Cinderella gli facevano schifo. Più che la musica avversavano profondamente il sistema di (dis)valori espresso da quei gruppi. E non parlo di scolarsi Jack Daniels e entrare nelle mutandine di quante più fanciulle fosse possibile - aspetti del tutto secondari. Parlo di attitudine e in specie nei confronti dei media maistream.
I gruppi hair metal erano nati per MTV e da MTV furono plasmati, volevano essere prodotto di massa fin dall'inizio, la colonna sonora per la gioventù della futura casalinga americana (acuta definizione di Kim Thayil dei Soundgarden), volevano diventare star. Il thrash delle origini era tutto sulla violenza della musica, sul rifiuto di veder etichetatto come heavy metal un pop travestito da rock duro. Fino a "burn your idols, fuck MTV, fuck the rockstars". Ok? Vi ricordo che i Metallica dissero che MAI avrebbero girato un video per apparire su MTV (quante scemenze si dicono da giovani, eh?). E questo spiega l'avvicinamento all'hardcore punk. Non si cambiava una t-shirt degli Iron Maiden con una dei Discharge o degli MDC o dei Dead Kennedys o dei DRI perché faceva figo. A differenza di quelle metal, quelle t-shirt volevano esprimere qualcosa in più che amore per il sound di quei gruppi, tutti con una precisa connotazione ideale, anarchica, libertaria, pacifista. Praticamente impossibile scindere la musica dai testi, se si capisce l'inglese.
Celtic Frost e Coroner
Piccola digressione sui gruppi tedeschi (e svizzeri): questa storia delle magliette hc coinvolge i Kreator, ma non Sodom e Destruction; l'amore di Tom Gabriel Warrior per i Discharge è stato ripetutamente dichiarato, e a lato lo vedete in compagnia di uno dei Coroner con t-shirt DRI.


E' chiaro che dall'86, quando la scena hc più vitale è quella di NY, mettersi una t-shirt di Agnostic Front o Cro Mags non ha più una connotazione leftist, ma ricordo che comunque l'attitudine di base NYHC restava quella di rifiuto del sistema e del music biz. Quando Kirk Hammet nell'87 salì sul palco del CGBG per suonare coi Crumbsuckers accompagnato da due guardie del corpo, fu contestato aspramente.
Il thrash metal, con i maggiori gruppi passati su major, stava allontandosi dalle proprie origini e si stava omologando alle logiche delle grandi etichette. Il Clash Of Titans sancirà quello che il thrash è diventato alla fine del suo percorso: un'altro aspetto dell'industria del più figo, quella che era nato per contestare.

Questo per ribadire cosa significò "thrash metal" 30 anni e passa fa.

Cosa c'entra tutto ciò coi Destruction e i loro difensori? Vediamo di precisare.
Per la maggioranza dei thrashers delle origini thrash è "rivolta contro", non un prodotto come gli altri. Per i sedicenni che videro il Clash Of Titans, invece, un altro prodotto dell'industria musicale da consumare. E' questo il punto, questa la transizione compiutasi nei 90, quando i metal estremo a modo suo diventerà l'industria underground del più figo (il più cattivo, il più satanista, il più gore). Star dell'underground che diventeranno idoli di una generazione di metallari. L'attitudine originaria del thrash sparita, archiviata in larga parte "l'orizzontalità" della scena. I Morbid Angel arrivano in tour in Europa e David Vincent si aspetta una groupie ad ogni serata (in assenza di groupie gli organizzatori fanno travestire delle professioniste del sesso). La starlette del metallo estremo è una rockstar in sedicesimo. Niente di strano, col punk sta succedendo la stessa cosa (notare che nel metal degli ultimi 30 anni non c'è niente di paragonabile ai Fugazi - che nei 90, quando tutte le major volevano metterli sotto contratto, si sono sempre rifiutati di firmare, ritenendo vitale continuare con il DIY). 
E per molti, le star (o le starlette) sono oggetto di incondizionata, acritica ammirazione. Quel che conta è la musica, la qualità del prodotto (in Italia ed ovunque il tasso di comprensione dell'inglese sia bassino la cosa è anche peggio, perché la mancata comprensione dei testi li esclude dal giudizio sul brano o sull'album).
In più permane l'aspetto adolescenziale del metal, quel voler essere affascinati, quel voler evadere che richiede sospensione dell'incredulità (Tolkien docet). E quindi disinteresse per i meccanismi del business musicale, fastidio per chi mostra i fili delle marionette, fino al sogno assurdo,completamente sganciato dalla realtà, per chi suona, di "sfondare", in un modo o nell'altro.
Il tutto si riassume in "chi suona bene ha ragione, qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa dica". Questo motto applicato al thrash è l'equivalente del corporate punk, del Blink 182, dei My Chemical Romance. Il vuoto simulacro di qualcosa che aveva dei contenuti persi ormai da decenni, in quel passaggio degli anni novanta in cui "fu così che gente dedita a una irrefrenabile voglia di vivere fu trasformata in gente dedita a un'inarrestabile voglia di consumare" (Alessandro Marescotti, introduzione a "Italian Crackdown", Ed. Apogeo).


domenica 5 febbraio 2017

Friday Extreme Trippa Shake - venerdì 10 febbraio ore 20.30 www.garageradio.it

Frullato di trippa per voi, venerdì sera, servito dal Mago Trippone in persona che, in ritardo, vi offrirà il suo imprescindibile oroscopo per il 2017.


Non credo ci siano vegani, tra i lettori del blog, vegetariani sì, ma vegani no, quindi il frullato di trippa non dovrebbe offendere nessuno, non più del brano più esilarante di Istitunalized 2014, ovvero la cover di Istitunalized dei Suicidal Tendencies rifatta tre anni fa dai Bodycount:

The other day I'm just sittin' alone
On lunch break at my job
Trying to eat a ham sandwich
Got little potato chips on the side
Little koo-aid
This motherfucker walks up to me and says
Are you gonna eat that
Like yeah I'm gonna eat that
What the fuck you think I'm gonna do
Shove it up your ass
Do you understand that that pork can kill you
Look motherfucker
Pork is not gonna kill me
Unless they figure a way
To shoot it out of a fucking gun
But I might kill you
If you keep fuckin' with me
He says hey calm down
I'm a vegan
Fuck a vegan
I could give a fuck if you eat sawdust motherfucker
Just step away from my fucking sandwich
He said do you realize how much sugar is in that kool-aid
I said do you realize how much blood is in a human body
Do you wanna see it motherfucker
Oh my god
You need therapy
You have an anger problem
Ahhhhhhh

Ah, last but not least:, la trippa al sugo:



sabato 4 febbraio 2017

Violentor Vexovoid Adeptor @GOB, Bicchio - 3 febbraio 2017

Il circolo Arci GOB è luogo di cui avrei tranquillamente ignorato l'esistenza se due sabati fa non ci fosse stata una presentazione di "No More Pain" con annesso concerto di Top Secret e S.B.S.- Antonio Cecchi aveva annunciato una sorpresa e infatti è salito sul palco (per la prima volta dopo 30 anni) per suonare il basso in una cover di Loose.
Il GOB ( che sta per Ganz Of Bicchio) è un posto piccolo, ricavato in uno dei tanti box di un' ex struttura industriale - negli altri box sono installate altre attività, dall'artigianato all'elettronica fino all'informatica e il tutto è molto gibsoniano, se rendo l'idea.
Fortunamente la gente del GOB ha sistemato la sua localizzazione su Maps, perché la sera della presentazione con strada e numero civico il navigatore mi ha fatto girare a vuoto per venti minuti tra stradine e fossi fuori dalla zona industriale di Bicchio, Viareggio, dal "lato oscuro" dell'autostrada.
Quindi quando ho ricevuto su fb l'invito per un "GOBs of metal" che comprendeva Vexovoid e Violentor mi sono detto "Grande, ora so pure come arrivarci".

Adeptor
Posto molto piccolo ma pieno, per l'occasione, e pieno di metallari (la cosa è meno ovvia di quel che sembra...).
E alla fine per me la sorpresa della serata sono stati i pisani Adeptor, che aprivano. Non mi pare che facciano mistero del loro amore per i Kreator, ma il livello tecnico è alto e il songwriting nei pezzi più nuovi piuttosto buono.
I Vexovoid sono bravi, tecnicissimi, fannno really intricate stuff, ma mi  coinvolgono meno.
Fondamentalmente ero andato per i Violentor, volevo avere una conferma (non li avevo mai visti dal vivo) e ho avuto di più, nel senso che live sono uno schiacciasassi in grado di polverizzare il granito. Che ci fosse del D-beat nel loro suono era evidente, ma dal vivo la cosa viene fuori in modo impressionante e consiglio caldamente i fan del crust di verificare di persona, se non li conoscono. Insomma uno speed-thrash-punk pre-crossover, pure mazzate nei denti, o secchiate di chiodi (copyright Dezo), se preferite ( ai più vecchi o ai più nerd potrebbe ricordare, nello spirito, gli Warfare, quelli inglesi, che uscirono su Neat)
More to come, al GOB, in materia di metallo (e forse anche di hc? Una di quelle seratine miste di una volta, ragazzi?).