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mercoledì 18 ottobre 2017

Il giro di boa del '90 - venerdì ore 20.30 www.garageradio.eu

Pesco due citazioni sul passaggio tra 80 e 90 da NYHC di Tony Rettman:


Durante l'era dei 90 nessuna delle band che avevano influenzato NYHC suonava come suonava il NYHC agli inizi... l'hardcore come cosa separata dal metal, il tipo di hardcore che ancora riconosceva il punk come un lontano cugino, questa roba era stata perlopiù spazzata via (Howe Abrams, In-Effect Records)

Mi ricordo che ero in tour con i Gorilla Biscuits in Europa. Qualcuno mi passò Bleach dei Nirvana e fu tipo "Wow!". Era il periodo in cui vennero fuori i Fugazi, e questo era anche più interessante per me, era qualcosa che mi sembrò più adulto a cui mi volevo attaccare (Jordan Cooper, Revelation Records)

(Ho la netta impressione che più di un veterano si ricordi di aver vissuto le stesse sensazioni ed impressioni).

Il metal è stato prevalentemente molto più refrattario ai venti del cambiamento. O forse no, visto che i gruppi grunge fecero le copertine delle maggiori riviste del settore internazionali, nei primi novanta. Ma il metal estremo sì, il cordone ombelicale col il thrash delle origini era quasi completamente reciso (poche eccezioni, Sadus, Sepultura prima di Roots)

Fatto sta che una buona istantanea del cambiamento in campo metal è costituita da questa compilation:


La mutazione nella percezione del metal estremo e della sua storia ha portato a una serie di visioni un po' storte in chi è cresciuto col metal nei 90. Di recente mi è capitato di sentir dire che il rapporto con l'HC punk è stato importante per il metal estremo, e che i gruppi più importanti in materia sono stati Siege e Larm (!). Oppure che il metalcore è il diretto discendente del crossover thrash (!!!).

Eppure... eppure il panorama offerto da questa copertina è parziale. All'epoca da Earache mi arrivavano promo (tape, test pressing, etc) anche di Naked City, Painkiller, Godflesh, Scorn: l'altra faccia del grind. E pure in campo HC e post-hc esisteva una vena non stagnante e non regressiva, dal punto di vista creativo. Al di là dei già citati Fugazi e alla prima versione della Rollins Band, si può immaginare una linea evolutiva che va da Neurosis e Rorschach fino a Converge e Dillinger Escape Plan, passando per i Botch.

Addendum: all'epoca, al volgere dei 90, le etichette indipendenti storiche come SST, Touch And Go, Dischord non facevano uscire quasi più niente di HC, . A causa della mia storia a me arrivavano contemporaneamente promo o dischi di Deicide, Sarcofago, Napalm Death, Jesus Lizard, Laughing Hyenas, Lard, Mark Lanegan, Skinyard. Inutile precisare da che parte pendevo. La scaletta sarà un excursus tra roba "troppo intelligente", come la definisce una mia conoscenza.


martedì 10 ottobre 2017

Roots, di nuovo - Venerdì 13 ottobre ore 20.30 www.garageradio.eu

A parte che mi ritrovo forse un po' troppo spesso nel fine settimana a riascoltare Wheels Of Fire dei Cream (contraddizioni, più il tempo passa più apprezzo i Cream, più invecchio più mi sta sulle scatole Clapton), è giunto il momento di una di quelle puntate che saranno considerate da due gatti e un quarto, come tutte quelle centrate sugli anni 60 e 70.
E' un po' di tempo che ho in testa una di quelle cose futili ma insistenti: ho più volte pescato dalle interviste di Metal Evolution di Sam Dunn, e non c'è bisogno che ripeta che se l'impianto dell'opera è più che discutibile il materiale che ha raccolto è qualcosa di abbastanza unico. Tra questo materiale c'è un'intervista a Randy Holden, inserita quando si parla di Blue Cheer. Ma Holden è stato nei Blue Cheer per una manciata di mesi, tre brani sul sul loro terzo lp, attività live e poi amen, per passare al suo progetto Population II. Sono arrivato ad ipotizzare che Holden sia stato intervistato perché Leigh Stephens, il chitarrista di Vincebus Ereptum, non aveva voglia di essere associato alla storia del metal e dell'hard rock (a differenza di Iggy Pop e Wayne Kramer), mentre Holden dieci anni fa era relativamente fresco di ristampa del suo unico album solista. Ecco le sue parole:

Per quel che mi riguarda suppongo di esser sempre stato attirato da tonalità minori e note potenti, tenevo la chitarra accordate in Re, un intero tono sotto, dai tempi in cui suonavo surf e lo facevo solo perché amavo il suono di quel tuono. Non lo so, ci sono nato, è qualcosa che mi fa dar via di testa. C'è qualcosa, c'è una bellezza in questo. Potevo sedermi e immaginare quale potesse essere il suono nelle vicinanze di una detonazione nucleare e pensavo che forse, avendo abbastanza amplificatori, uno avrebbe potuto quasi arrivarci...


Il Blue Cheer hanno inventato il metal? Non credo, ma sicuramente un filo rosso che li lega agli High On Fire c'è, eccome. Questione di spirito.






domenica 8 ottobre 2017

Raw Power, Straight Opposition, Short Fuse, Sterminia @Newroz, Pisa, 07/10/2017

Probabilmente merito del nome dei Raw Power sul bill, sabato sera al Newroz c'era la gente delle grandi occasioni: ottima affluenza, quindi, e i ragazzi di Oi! Block Pisa che hanno organizzato il concerto ne saranno senz'altro rimasti contenti, anche se quando gli Sterminia suonano lo spazio concerti è semivuoto.
Si popola velocemente con i romani Short Fuse.
Nota di merito per loro, che riescono a catturare l'attenzione del pubblico nonostante i problemi con una delle testate, cosa che all'inizio smorza un poco il loro suono. Ma riescono ad aggiustarsi in corso d'opera e ne viene fuori forse la prova più brillante della serata. Il gruppo è compatto, preciso, con un frontman, Andrea, decisamente non ordinario per energia, dinamismo, capacità di coinvolgere il pubblico.
Visto che è la classica serata in cui incontri amici vecchi e meno vecchi ho avuto modo di raccogliere qualche opinione di veterani e di giovani, sugli Short Fuse, e la più severa è stata "bravi ma scolastici" (da parte di un personaggio della scena anni 80 con un curriculum di quelli "pesanti").
Short Fuse fanno partire il movimento sotto il palco, come ho già detto riescono bene o male a neutralizzare il problemi tecnici strada facendo e concludono il loro set con un pezzo nuovo, bello, con un bel finale molto Bane, nello stile.

Short Fuse

Gli Straight Opposition appena salgono sul palco riescono a mantenere l'atmosfera movimentata con il loro HC massiccio e cupo. Per me danno il meglio nei brani dal sapore più hc-punk e quando inseriscono nei pezzi riff dissonanti.
I Raw Power iniziano dopo mezzanotte, ad occhio e croce, e l'entusiasmo della gente sotto il palco è palpabile, e continuerà ad esserlo nonostante la tarda ora per almeno metà del loro set, fatto di vecchi classici e brani più nuovi (Jurassic Hounds, per esempio). Come al solito la maggior risposta la ottengono con i pezzi di Screams From The Gutter (e con Mine to Kill). Concludono inaspettatamente il loro set con una cover di Ace Of Spades. All'incirca il meglio che si possa ottenere con una formazione a 4 - per i "vecchi" l'assenza di una seconda chitarra si fa sentire e diminuisce quello che si ricordava come il "vibe Raw Power".
Alla fine la band è piuttosto impegnata a firmare copertine di dischi, setilist, manifesti (!). Inutile osservare che sì, i tempi sono davvero cambiati.
Comunque gran serata., di quelle che da queste parti capitano una volta all'anno, se capitano.



mercoledì 4 ottobre 2017

Ora Basta - con Short Fuse, venerdì 6 ottobre ore 20.30

Nell'ambito della due giorni di Ora Basta!, che si terrà presso il Newroz a Pisa il 6 e il 7 ottobre, è previsto per sabato 7 un concerto con Raw Power, Straight Opposition, Short Fuse, e Sterminia (questi ultimi gruppo thrash pisano). l'evento è di quelli che in zona sono piuttosto rari, ed erano anni che i Raw Power non passavano da Pisa (a questo giro arrivano relativamente freschi del nuovo album Inferno).
Per preparare alla serata di sabato dovrei avere in collegamento gli Short Fuse, dinamica band HC romana.
Se siete della zona, sabato esserci è imperativo!

Questo il link all'evento fb.