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domenica 15 dicembre 2019

FERA di fine 2019 - Venerdì 20 dicembre ore 20.30 garageradio.eu

FERA conclude il suo quinto anno. Il resto della sesta stagione non mancherà di ospiti in studio e in collegamento, a regola (perché ormai qualsiasi programmazione salta che è un piacere, quindi inutile stargli dietro). L'anno prossimo saranno passati 40 anni dal 1980, l'anno ufficiale dei grandi debutti su album della NWOBHM. Etichetta creata dalla stampa, forse, ma che fondamentalmente sta in piedi per molti motivi.
Se da una parte il gruppi NWOBHM marcavano una rivoluzione, dall'altra la loro continuità con l'hard rock dei settanta, inteso in senso lato, era dichiarata e innegabile.
Quindi per concludere il 2019 una scaletta che percorre quel particolare paesaggio sonoro tra 70 e 80, un paesaggio centrato sui suoni di chitarra: l'iconicità dell'axeman è un fenomeno strettamente collegato a quel periodo tra fine 70 e primissimi 80 (dopo si parlerà di guitar hero, che era un po' un'altra cosa). E più delle Stratocaster di Hendrix e Blackmore per quel che riguarda l'immagine la cosa fu simbolizzata dalla Flying V.

venerdì 13 dicembre 2019

Route 69. Il 1969 a 33 giri - con Mox Cristadoro, venerdì 13 dicembre ore 20.30 Garageradio.eu

Ho visto che i "libri di recensioni" costituiscono ormai una nicchia di mercato stabile nel tempo. Personalmente ho sempre trovato la recensione un genere largamente sopravvalutato già nella cosiddetta "golden age" delle riviste metal, e nel mio periodo su Flash avevo sviluppato una certa allergia nei confronti dell'oggetto.
Ma con Route 69. Il 1969 a 33 giri Mox compie una diversa operazione: raccontare il 1969 tramite le uscite discografiche di quell'anno. E inutile precisare che si tratta di un anno cruciale: a Woodstock nei fatti il rock dei '60 celebra contemporaneamente il suo apogeo e l'inizio della sua fine.

Con i '70 alle porte i grandi gruppi prog sono già una realtà, e quelli hard rock pure. E' un anno in cui la marea cambia il suo flusso, e che alcuni segnano come anno di nascita dell'heavy metal a causa dell'uscita dei primi due Led Zeppelin.
Di questo ed altro parlerò stasera con Mox, accompagnando una carrellata di suoni 1969


venerdì 29 novembre 2019

Il giovane Heavy Metal e suo zio il Prog - Venerdì 29 novembre ore 20.30 garageradio.eu

La generazione "venuta su" con il periodo classico dell'heavy metal (1978-1983) era largamente cosciente della propria "genealogia". Da una parte l'hard rock di fine '60, primi '70, e quindi l'ascendenza blues. Dall'altra quella progressive. Molto prima di leggere le interviste dei vari Steve Harris, Biff Byford etc che parlavano del prog come di una delle loro influenze, l'adolescente che nei primissimi anni 80 si leggeva le pagine di hard rock e heavy metal di Rockerilla orecchiava i nomi di Il Balletto di Bronzo, High Tide, Quatermass, Black Widow, ELP, Nice (in pratica la playlist prog di Beppe Riva). Per un qualche motivo invariabilmente si aggiungevano i King Crimson. Poi era un po' difficile a fine 70 e con una precoce passione per l'horror non incappare per esempio nell'incrocio tra il cinema di Dario Argento e il prog non solo italiano (erano tempi in cui in prima serata poteva passare un video con Keith Emerson che faceva Mater Tenebrarum, e all'epoca era un discreto spettacolo). Genesis Queen e Yes invece erano singoli pop su Video Music. Ma che dire dei due LP della Ian Gillan Band, di cui si andava alla ricerca tra i dischi usati? Poi c'erano i Rush, che erano una cosa a parte.
La faccenda non è che sia priva di fondamenti solidi. In primo luogo i riffoni leggendari : roba di cui King Crimson e ELP (questi magari rubandoli ad un autore classico) erano più che capaci, visto che hanno prodotto almeno un paio dei riff più memorabili della storia del rock. Poi l'inclinazione gotica, dark: tonalità minori in abbondanza, un tritono buttato lì non senza premeditazione, e via dicendo. C'è una zona di confine tra prog e metal, dice Steve Hackett, e viene immediatamente da dargli ragione:


I take off my cap to heavy metal because what you normally find is guys playing it in their spare time and they were listeneing to many different kinds of music including what is now known as progressive, so you know somewhere between heavy metal and progressive there is a meeting place in music. (1)

E riguardo il "dark side", Michael Giles, batterista e fondatore dei King Crimson, dice riguardo alle recensioni del gruppo tra fine 60 e primi 70:

Ricordo che la parola "evil" fu usata. Qualcosa (di quello che facevano, NdA) suona malvagio, devo ammetterlo,  ma musicalmente volevamo fare qualcosa di differente, suonare musica che nessuno aveva mai sentito. In termini di "progresso" si può dire che gli Who nei primi ‘60, i Led Zeppelin stavano facendo le loro cose, che senso aveva copiarli o fare alcunché di simile, il lato oscuro è sempre attraente, no? (1)

Già: help me in my search for knowledge, i must learn the secret art...

(1) Sam Dunn, Metal Evolution: Prog Metal (Banger Films, 2006)

sabato 16 novembre 2019

1989: hardcore, punk post hardcore - Part II - venerdì 22 novembre ore 20.30 garageradio.eu

Nel buttar giù la scaletta dello scorso venerdì mi sono accorto che restava fuori molto materiale, e che soprattutto non ho parlato di Bad Religion, che nel 1989 escono con No Control. E dei NOFX , per cui è l'anno di S&M Airlines. E dei Vandals, che escono con Slippery When Ill, degli Offspring, che debuttano con un album omonimo, degli Screaching Weasel per cui è l'anno dell'EP Punkhouse.
Insomma, ho tralasciato i gruppi di area "HC melodico", e diversi gruppi Lookout, una vera e propria rimozione.
Le ragioni della rimozione le conosco fin troppo bene: sono tutti nomi legati a doppio filo all'esplosione commerciale del pop punk a metà anni 90. Un passaggio non banale, visto che si tratta di gruppi che dal primo all'ultimo avevano radici nell'underground punk-hc. Intendiamoci, non c'è niente di male nel successo commerciale, il punto è come ci si arriva e cosa si fa dopo averlo ottenuto. E in media quello che è successo è che a metà anni 90 il punk erano i Green Day e innumerevoli gruppi piuttosto simili tra loro, tutti "punk" e tutti pop. E considerato quel che era stato il punk degli 80 (cioè fondamentalmente l'HC) il passaggio portò con se una pesante perdita o rimozione di "valori": la completa sterilizzazione del termine "punk", che diventava un'oggetto da commerciare come qualsiasi altro a chiunque (e chiunque lo comprava, perché di moda). Lasciavi passare qualche anno e ti ritrovavi in giro roba tipo My Chemical Romance.

Comunque poco da fare: Bad Religion e NOFX erano hc. I Bad Religion girarono l'Europa, in quegli anni, e i loro concerti erano concerti hc a tutti gli effetti, nei luoghi dell'hc ai tempi. E infatti finirono nelle cassette di Tribal Entarteinment,che tirava fuori Tribal Area una videozine tedesca che costituisce una buona panoramica di quel periodo. Ho ancora questa videocassetta:




domenica 10 novembre 2019

1989: HC, post HC, punk, crossover - Venerdì ore 20.30 garageradio.eu


Non sempice parlare del 1989. Per questo il post arriva alla fine dell'anno invece che al suo inizio.
Era nell'aria, ed è assolutamente evidente a posteriori, che la spinta propulsiva partita nei primi anni del decennio si stava esaurendo. Per l'HC italiano era di fatto esaurita. Lo cantavano i Kina in Questi Anni. Ma il circuito dell'underground esisteva ancora, esisteva ancora una "scena". Era tutto cambiato rispetto a 5 anni prima, la distanza dai tempi della chiusura del Virus e della nascita del Victor Charlie era chiaramente percepibile.  E grande, in tempi di "informazione lenta". Tanto grande che i Negazione uscirono con The Wild Bunch - The early days, scelta non precisamente commerciale: una fetta del pubblico presente della band non aveva idea dei suoi esordi, e la cassetta Il mucchio selvaggio era ormai irreperibile se non in un già sviuppato mercato del collezionismo.

Sia i gruppi rimasti che quel che gli girava attorno guardavano avanti. Isola Nel Kantiere, Leoncavallo (che fu sgomberato quell'anno), Macchia Nera, Forte Prenestino erano i nodi principali della rete italiana. Posti che hanno lasciato una traccia, e profonda. Macchia Nera per me era "casa", e a Isola Nel Kantiere mi senti a casa appena ci misi piede. Paradossalmente a 22 anni ero uno dei "veterani", visto che buona parte della generazione precedente, quelli che in Toscana avevano creato GDHC, era passata nelle retrovie, con le loro vite ad altri snodi che richiedevano altre priorità.
Comunque tanti, tanti concerti, anche se perlopiù erano di gruppi esteri. E alcuni concerti immensi ed assolutamente memorabili:  Jingo de Lunch, Victims Family, No Means No, Rollins Band, Fugazi, Murphy's Law (posso fare confusione al riguardo tra '89 e '90)
Comincerei ad affrontare il tema partendo da crossover, inteso come incrocio tra hc e metal. A parte i Wehrmacht che continuano sulla strada di incrocio tra ultravelocità e divertimento (Biermacht), il vocabolo si identifica con una buona fetta di quel che esce da NY (e Boston). Per esempio l'esordio di Sick Of It All, Blood Sweat And No Tears, che in molti punti mostra chiarissimi debiti nei confronti dei primi Crumbsuckers, o il secondo atto di Murphy's Law, Back With A Bong, per quanto accentuasse i contenuti ska. I Cro Mags di Best Wishes poi sono del tutto metallizzati. La metallizzazione totale dell'HC sarà uno dei tratti degli anni 90, con poche eccezioni a mantenere radici etichettabili come punk (SOIA, appunto, Rorschach, H2O, Born Against e una manciata di gruppi youth crew). Per quanto il metal sia dilagato nel suono dei gruppi NYHC, c'è chi è molto meno affetto dall'epidemia rispetto ad altri. Per esempio i Token Entry con il loro secondo grande vinile, Jaybird. O i Gorilla Biscuits, che escono con Start Today.
Start Today non è solo l'ultimo grande disco di NYHC, ma forse il suo più grande. La sua fama negli anni ha ben pochi paragoni, anche se la sua influenza non è stata così profonda. I Gorilla Biscuits mescolavano a una base indiscutibilmente NYHC suggestioni che venivano da Dag Nasty e 7 Seconds. Il risultato su lp fu qualcosa ancora ascoltatissimo, citato e amato a 30 anni di distanza.
A Boston il gruppo per eccellenza sono ormai gli Slapshot, ma le cose si muovono in più sensi. Se veterani come i Jerry's Kids riemergono dal nulla per consegnare un velocissimo Kill Kill Kll, come fossimo ancora nell'84. i Gang Green sono ormai approdati nel giro metal, abbastanza vicino al mainstream e escono con Older Budweiser su Roadrunner, un po' meno metal del precente, ma non troppo (il fuoco di Another Wasted Night sembra irrecuperabile). Sam Black Church debuttano  con Unincorporated, combinando una parte strumentale metalizzata con una voce con forti sfumature di Bad Brains. Taang!. l'etichetta bostoniana per eccellenza, non sta con le mani in mano. E' dall'87 che sta facendo uscire i Lemonheads, band post hc bostoniana, che nell'89 sono al loro terzo vinile con Lick. Per Taang! escono nel 1989 il debutto su EP e poi il full lenght album dei Bullet LaVolta,Gift- un post HC decisamente energico e un buon lavoro, me li ricordo con un live act assolutamente eccellente. Ma soprattutto l'indie bostoniana fa debuttare i Mighty Mighty Bosstones con l'EP Devil's Night Out (il loro succesivo More Noise And Other Disturbances diventerà uno standard dello ska-punk).
In California la stagione dell' HC vero e proprio è finita da circa 3 anni. Il gruppo HC popolare tra gli skaters sono i Bl'ast!, che nell'89 arrivano al terzo vinile con Take the Manic Ride. La scena per eccellenza è quella di 924 Gilman St. , e di hardcore dentro ce ne è sempre meno: i Christ On Parade nel 1989 si sciolgono dopo un tour europeo, gli Isocracy cambiano pelle per trasformarsi nell'act post hc Samiam, che debutta con Underground.  Restano in giro gli Econochrist e soprattutto i Neurosis, che nell'89 escono con l'ep Aberration (da un certo punto di vista la prova generale di The Word as Law), su Lookout Records, ovviamente. La stessa Lookout fa debuttare i Green Day con il 7' 1000 hours, e stampa l'unico grande album di Operation Ivy. Energy . L'incrocio tra ska e punk di Operation Ivy, melodico e ruvido, resta ad oggi qualcosa di unico.
Nella California del sud i D.I. stanno continuando a vivere una stagione felicemente attiva e escono con l'ottimo Tragedy Again - sono praticamente l'unico dei gruppi di Orange County ancora in circolazione.
A Chicago i Naked Raygun continuano la storia, di cui Understand? non è uno dei capitoli più importanti.
I Bad Brains escono con Quickness , bell'album che si trascinò dietro una scia di polemiche per supposti contenuti razzisti e omofobici. Fu il loro best seller, ma guardando i suoi due predecessori resta dietro sia a Ruck For Light che a I agaist I.
E veniamo all'Italia.
I Raw Power escono con Mine To Kill, album molto, molto metal, inciso a Londra, che soffrì di una produzione largamente discutibile.
I già citati Negazione sono in piena evoluzione: con l'EP Behind The Door esplorano nuove strade, arrivando ad inserire elementi funky e un acustico strumentale. L'EP conteneva Sempre In Bilico, che fu anche stampato come singolo 7'. Complessivamente la loro cosa meno amata. a differenza del successivo 100%, nonostante un grande pezzo come La Nostra Vita
Ma il grande singolo nel 1989 è Growing Pain degli Upset Noise. La loro capacità di fotografare un'istantanea del punk italiano "comin' of age" sarà superata solo dai Kina.
Il 1989 è l'anno di Se Ho Vinto, Se Ho Perso. I Kina arrivavano al crepuscolo dell'HC anni 80 per scriverne uno dei grandi capitoli. E non dico "grandi" a caso: in questa reunion 2019 sotto il palco c'è gente che quando l'album è uscito non era ancora nata, e conosce a memoria le parole dei pezzi. E con ciò ho detto tutto.
Non si può non citare un'altro grande vinile, Cattivi Maestri dei Peggio Punx, frutto della loro riunione del 1989. E' quasi una testimonianza "postuma" della stagione 81-86 dal punto di vista dei contenuti (e quindi per me, all'epoca, più che benvenuta). "con Cattivi Maestri abbiamo concluso un’epoca", dichiareranno tre anni fa in un'intervista a Punkadeka .


Oltre tutto ciò il 1989 porta quattro album a cui vorrei dare uno spazio particolare.

I No Means No sono stati un gruppo longevo e molto produttivo. Che fossero geniali era risultato in modo piuttosto chiaro da Small Parts Isolated And Destroyed. Wrong, del 1989, è il loro indiscusso capolavoro. Impossibili da definire musicalmente, indiscutibilmente HC nell'attitudine e nell'energia che sprigionavano sul palco, questi canadesi sono stati uno dei migliori act a girare l'Europa tra fine anni 80 e inizio 90. Wrong non ha un una singola esitazione, un singolo punto debole, con testi costantemente metaforici, paradossali e intensi indissolubilmente intrecciati alla musica, di cui il basso di Rob Wright costituiva una firma assolutamente caratteristica. Su tutti i brani più indimenticabili degli altri The Tower e Rags and bones. Only sheep needs a leader!

Secondo me se i Black Flag hanno avuto degli eredi non sono stati i Bl'ast! ,  ma la prima incredibileRollins Band. Il debutto del monicker era stato nel 1987 con l'incommensurabile Life Time. Nel 1989 con Hard Volume Rollins Band fa il suo primo passo verso l'heavy rock totale di The End Of Silence. Rollins Band non è categorizzabile o etichettabile: post-hc. noise rock, alt-metal: tutte etichette da buttare.

La formazione era unica: Sim Cain implacabile alla batteria, Chris Haskett, uomo dal guitarwork eccezionale, Andrew Weiss, immenso bassista. Theo Van Rock, il quinto uomo, dietro il mixer garantiva suono perfetto in qualsiasi occasione.  In quel periodo la loro cosa era  "rock hard at hard volume", il tutto guidato da uno dei più intensi frontman di tutti i tempi. E chi li ha visti dal vivo tra fine 80 e primi 90 lo sa.

Per i  Jingo de Lunch il 1989 è l'anno del secondo lp, Axe To Grind. E se il mondo girasse con criteri sensati Shot Down avrebbe dovuto essere un singolo che scalava le charts e avere un video in rotazione su MTV. E' in assoluto il loro miglior lavoro, e quello che procurerà loro il passaggio su major. Esu major non scalarono le charts. Era un gran gruppo capace di grande songwriting con una grandissma vocalist, Yvonne Ducksworth. Ma venivano anche dagli squat di Kreutzberg e non erano animali da industria musicale. Con Axe to Grind la band passa dagli esordi vagamente debitori ai Bad Brains di I Against I a un punk rock venato di hard rock tutto loro, con la voce di Yvonne che lo caratterizzava in modo inconfondibile. Anche loro in quel periodo erano tra quelli che guardavano oltre (mi ricordo Yvonne in fissa con i Trouble).


Se i Jingo de Lunch guardavano oltre nel 1989 Ian MacKaye lo faceva dal 1985. I Fugazi sono in piena ascesa. Escono con l'EP Margin Walker e con l'album 13 songs che raccoglie i brani di Margin Walker e quelli del primo omonimo EP del 1988. I Fugazi negli anni 90 saranno il gruppo più corteggiato dai discografici, che proveranno a spedire da MacKaye Henry Rollins e Keith Morris per convincerlo a firmare. Ma i Fugazi resteranno un gruppo indipendente e attacato al DIY, e proprio in quegli anni in cui gli A&R mettevano sotto contratto qualunque cosa uscisse dall'underground, e quasi tutti i gruppi passavano all'incasso, alcuni in modo intelligente, altri in modo stupido (svendendosi in tutti i sensi).




giovedì 24 ottobre 2019

Ri-progressivamente - venerdì ore 20.30 garageradio.eu

Mi ripeto, il finale di Epitaph, dei Fates Warning lo trovo incredibilmente toccante oggi come nel 1985:

There lies the shadow of a man.
See the colored flowers and marble towers
They fade to brown
Like the unknown inscribed in stone... 


So che in molti hanno apprezzato e molto la band senza John Arch alla voce negli anni 90, ma la coppia The Spectre Within - Awaken The Guardian per me SONO i Fates Warning. E per quanto i due si ripetano nel dire che il loro lavoro non ha niente a che vedere con la band in cui hanno militato assieme Arch Matheos continuano a sembrarmi i Fates Warning come avrebbero dovuto essere.

domenica 13 ottobre 2019

Generazioni - Venerdì 18 ore 20.30 garagerado.eu


Qualche giorno fa  Francesco Ceccamea  mi ha chiesto: ma secondo te perché qualcuno dice che i primi Korn erano crossover?
Gli ho detto che per me i Korn non significano nulla, e che la storia del termine "crossover" è una questione generazionale (se vi va piazzate un like alla sua pagina fb).
A metà anni 80 crossover era la confluenza tra thrash metal e hardcore punk, e non era solo una questione di etichette musicali: two crowds mixing.
Verso la fine del decennio il termine venne usato per altre contaminazioni di generi di impatto commerciale ben diverso: rap e funky da un lato, metal dall'altro. Quindi è abbastanza ovvio che all'inizio dei novanta i Korn fossero etichettati crossover. anche perchè l'etichetta nu metal (infame) era lungi dal venire.
Chi non si è fatto gli anni 80 ma i 90 spesso finisce per avere una visione un po' (tanto) distorta delle storie del decennio precedente. In fin dei conti quelli che dicono che il thrash metal ha influenzato l'hc si possono capire. Se per te hc sono i Madball, è una conclusione scontata. Ma è un po' difficile trovare metal (o thrash, che ancora non esisteva) in Minor Threat, TSOL, MDC, Negative Approach, per fare alcuni nomi.
Comunque qualcuno tra 90 e nuovo secolo ha tirato fuori il termine crossover thrash, per evitare confusioni.
E nel nuovo millennio le cose si sono ancora di più complicate. Una serie di gruppi che riprendevano (e molto) lo spirito sonoro dell'hc anni 80 sono stati etichettati come thrashcore (Vitamin X, per fare un esempio), perché evidentemente con l'HC più diffuso, quello irreversibilmente metallizzato, avevano poco da fare. E dentro thrashcore c'è molto che può essere definito anche crossover thrash. Se andate a leggervi la voce thrashcore di wikipedia noterete come i tardi 90 hanno riclassificato con la propria terminologia i gruppi anni 80. Io all'epoca non mi ricordo di aver sentito parlare di fastcore o thrashcore per DRI e Raw Power.
Etichette e generazioni.


sabato 5 ottobre 2019

Un'altra scaletta 1979 - venerdì 11 ottobre ore 20.30 garageradio.eu

Where were you in '79 when the dam began to burst?

Ah, io finivo le medie e iniziavo le superiori, mi avevano fatto ascoltare i Kiss e non mi erano piaciuti, mentre avevo visto mi pare su Rai Due i Van Halen dal vivo in studio che facevano You really got me ed ero rimasto a bocca aperta: chi erano questi marziani, che roba era quella? "Ah, heavy metal" mi aveva detto un compagno di scuola storcendo la bocca, e chissà dove aveva sentito la parola, lui.  A 12 anni ero diventano un membro inconsapevole della Flying V Appreciation Society, per citare John Tucker (Suzie smiled - The New Wave Of British Heavy Metal).
Comunque nei primissimi 80 finii per vivere in un ambiente sonoro almeno per due terzi fatto da roba uscita dal 1979. Se avessi potuto ascoltare la BBC, il Friday Rock Show e le BBC session dei gruppi NWOBHM sarei andato fuori di testa...



venerdì 4 ottobre 2019

Classix - Venerdì 4 ottobre ore 20.30 garageradio.eu

Poco da fare, se c'è un periodo classico dell'heavy metal va dal 1978 al 1983, e coincide con il sorgere della NWOBHM e il nuovo impulso che diede a gruppi provenienti dai primi anni 70.

Tra 1980 e 1983 gli Lp di AC/DC, Iron Maiden, Saxon da noi si trovavano ai grandi magazzini.
In molti negozi di dischi la sezione heavy metal e hard rock era cresciuta a dismisura, e dentro si potevano trovare tanto i nuovi gruppi della NWOBHM quanto gruppi southern (Molly Hatchet, Blackfoot, Outlaws), vecchi dei 70 che provavano a darsi un nuovo smalto (Uriah Heep, Frank Marino, April Wine) . E poi ovviamente Ted Nugent, Judas Priest, Riot, Black Sabbath, AC/DC, Rainbow, Motorhead... Il paesaggio sonoro dei miei 16 anni e di quando cominciai a fare radio (nella miti Radio Ulisse, Pisa). La radio faceva i suoi acquisti di dischi, e classici a parte trovai che il numero dei dischi metal stava crescendo, anche se era poca cosa rispetto a quelli di gruppi new wave e punk.




domenica 29 settembre 2019

Kina al Il Contro, Prato - sabato 28 settembre 2019



Della serie reunion che non potete perdere, Kina. Vale la pena attendere fino alle due meno un quarto di notte per vederli sul palco.
I Kina sono stati preceduti da Freitgeist, Punkistan, Angry Punx e The Alano.
Le reunion non sono cose dall'effetto scontato, ma quella del tour 2019 dei Kina è semplicemente perfetta. Dopo sei date il gruppo appare perfettamente rodato.
Aprono il loro set con Sfoglio i miei giorni e nonostante la tarda ora l'entusiasmo della gente sotto il palco è palpabile. Anche se la maggioranza di loro non era nata, quando uscì Se ho visto, se ho perso, conoscono a memoria il testo, lo cantano all'unisono, mentre parte un pit che i gruppi precedenti avevano cercato di avviare senza successo. A dimostrazione di quanto i Kina, nonostante il loro essere storia, siano attuali. Una cosa del genere l'ho vista solo con la reunion Upset Noise .
Non capita tutti i giorni.
La qualità del suono dei gruppi precedenti mi aveva fatto temere, ma il loro sound è perfetto e perfettamente bilanciato (a dimostrazione che il mestiere conta quanto l'impianto, se non di più).
L'entusiasmo del pubblico, costante durante tutto il set, diventa parossistico su Questi anni e Nessuno schema, che provoca un pogo ancora più intenso.
Se i Kina e l'hardcore italiano anni 80 hanno fatto storia un motivo c'è. E questo tour lo dimostra a chi allora non c'era.

giovedì 26 settembre 2019

Kina al Il Contro, Prato - venerdì 25 ore 20.30 garageradio.org


Prima data toscana del tour Se ho vinto/se ho perso dei Kina (la seconda sarà a ottobre al CPA. Il link dell'evento è qua.  
Io e Riki Signorini, a meno di invasioni di cavallette, inondazioni e terremoti saremo presenti, e penso che entrambi del concerto avremo qualcosa da raccontarvi. Intanto qua trovate la recensione di Riki riguardo Troppo Lontano e Altre Storie ,  la ristampasu vinile di un CD compilation uscito su Blu Bus nel 1996 e da tempo introvabile


lunedì 16 settembre 2019

Snodi a metà anni 80 - Venerdì ore 20.30 garageradio.org

Il 1985 è l'anno per eccellenze del crossover tra thrash metal e hardcore punk.
E quindi tutto quel che metteva assieme hc e punk con il thrash venne lì per lì etichettato come crossover. E al di là delle etichette era una questione di spirito del tempo.
Un ottimo esempio di questo spirito è costituito da un filmato che ho trovato su youtube. Gli Unruled furono un gruppo hc punk della scena di Montreal, una band locale, autrice di unico 7': praticamente un gruppo D-Beat, Discharge l'influenza più pesante e rilevabile. Ma nel 1985, aprendo per i Voivod, la loro scaletta comprende diverse cover: State Control dei Discharge, ma anche Black Magic degli Slayer e Am I Evil. Lo spirito dei tempi, appunto.

Mi ricordo all'epoca di aver comprato da Belfagor (cioè nella stanza della distribuzione sopra il Victor Charlie) tra le altre cose non so che fanza o rivista a cui era allegato un flexy disk con una minicompilation che comprendeva Concrete Sox, un gruppo giapponese di cui non saprei precisare il nome... e gli Hirax!
Ma quel che è venuto dopo, cioè nei 90, ha spiegato che in quel fermento c'era il crossover thrash e c'erano le prime mosse del crust, che erano cose diverse (sì, perché poi nel nuovo millennio il thrashcore era una cosa, e il crust un'altra tutta differente).
Quello che a metà anni 80 era davvero differente era lo stile tra la scena hc continentale e quella inglese. I gruppi italiani in UK anche quando venivano bene accolti tornavano con racconti allucinati: tipo i Negazione, che erano stati ospitati per la notte in una stanza dove vari strati di giornali coprivano escrementi lasciati sul pavimento e mai rimossi. (https://negazione.bandcamp.com/album/live-in-birmingham-1988 , trovate la storia nel PDF incluso nel download) I CCM suonarono nel tempio della scena UKHC, il Mermaid di Birmingham, dove mossero i primi passi Doom e Napalm Death. Antonio Cecchi si ricorda ancora di quella serata: orribile, nella sua memoria.
Qualcuno tornava da una vacanza estiva a Londra con cassette dove un indigeno gli aveva registrato Napalm Death, Ripcord, Doom: a me allora parvero incredibilmente regressivi. Ma capisco che il suono mediamente marcio della prima zuppa crust e dell'hc metallizato made in UK possa aver catturato molti. Non da ultimo Jello Biafra, perché notoriamente su Alternative Tentacles uscivano i gruppi che gli piacevano, ed evidentemente gli Amebix gli piacquero, visto che fece uscire Arise!. La cosa mi lasciò piuttosto perplesso. Alternative Tentacles faceva uscire un disco metal? Bah.
Riascoltati anni dopo devo dire che la band continua a non farmi impazzire, ma ne colgo il senso e l'importanza storica. La loro influenza è stata importante per i Neurosis. E i Neurosis sono i Neurosis.

martedì 10 settembre 2019

FERA inizia la sesta stagione - venerdì 13 settembre ore 20.30 garageradio.org

Sei anni sono un discreto lasso di tempo. Iniziai a far radio nella mitica Radio Ulisse (Pisa) nel 1983, finii nel 1989 a Radio Station, Pietrasanta (ma forse mi sbaglio di un anno): sei anni. Iniziai a scrivere su Metal Shock nel 1987, smisi di scrivere su Flash nel 1993. Sei anni anche in questo caso.
Non so se riuscirò a mantenere il formato "monografico" del programma e del blog per un intero altro anno, perché ormai quasi tutti gli argomenti che potevo coprire li ho coperti. Restano un paio di anni per HC, thrash e crossover. Il 1989 faccio un po' di fatica a metterlo assieme, perché col senno di poi per molti versi fu un anno crepuscolare. Il 1990 è più facile, la fine del decennio e in larga parte la fine di quel che era stato.
Ma c'è ancora da parla degli anni chiave della NWOBHM, ancora di 1979 e poi i successivi fino al 1982. Decisamente i trentennali sono in esaurimento, ma di quarantennali ne rimangono ancora un po'.
Storia a parte, non mancano fatti presenti di cui parlare. La reunion dei Kina arriva Prato il 28 settembre, e ovviamente ci sarò. E ci sono ancora gruppi attuali di cui parlare e soprattutto da far parlare. Quindi mi auguro che la nuova stagione sia interessante almeno quanto quella trascorsa.

giovedì 13 giugno 2019

E finisce la quinta stagione di FERA... - Venerdì 14 giugno ore 20.30 garageradio.eu

Cinque anni... come passa il tempo. Questa quinta stagione è stata abbastanza convulsa e navigata a vista, eppure le cose di un certo rilievo non sono mancate.
E' stato l'anno dell'inattesa uscita di Fatal Report, che di fatto è stato il mio ritorno su carta stampata metal dopo 26 anni, cioè una mezza vita (qua e qua).
E' stato l'anno di LWC 35 , che poteva essere una cosa ma è venuto fuori un'altra, e comunque bene (al Last White Christmas non c'ero, dato che avevo ancora la testa piena di NWOBHM, Black Sabbath e AC/DC, ma avevo messo piede per la prima volta al Victor Charlie nell'autunoo 83 per vedere i Raff),
E' stata una stagione di belle interviste, ma belle davvero: a Stefano Bettini , Rudy Medea, Dish Is Nein (una a cui tengo particolarmente), Mox Cristadoro , Sergio Milani (e la reunion ad hoc dei Kina per l'uscita del loro documentario è senza dubbio l'evento dell'anno).
E' stata la stagione in cui finalmente sono riuscito a pubblicare un pezzo sui Jester Beast , in occasione della rimasterizzazione di Poetical Freakscream.
Quindi alla fine è venuta fuori una stagione piuttosto intensa, ed è venuta fuori così decisamente per caso, senza alcuna programmazione, molto in stile vecchia scuola HC, se si vuole.

Non è detto che durante l'estate qua sopra non compaia qualche  live report, e per la sesta stagione ci risentiremo comunque a settembre.



giovedì 6 giugno 2019

Walking in the shadow of the blues II- venerdì 7 giugno ore 20.30 garageradio.eu

Chris Welch (Melody Maker, Kerrang!):

Quando le band del British R&B iniziarono ad apparire, tipo gli Yardbirds, per esempio, suonavano in modo molto agitato, R&B in un certo senso, ma molto veloce e quasi isterico, molto eccitante ma è come se mancasse di profondità e potenza, così è quando i gruppi gradualmente impararono a rallentare, a usare più il basso, che questi modi di suonare cambiarono completamente il sound... credo che allora le band iniziarono a diventare più pesanti. (Metal Evolution, Banger Films)

Le radici del rock, ma anche dell'heavy rock stanno lì. Se il British Blues Boom non ci fosse stato forse Robert Johnson, Muddy Waters, Howling Wolf, Skip James, Willie Dixon sarebbero rimasti un fenomeno unicamente americano. Nel revival blues inglese trovarono nuova vita, e i gruppi inglesi riesportarono questa influenza negli USA, in un certo modo.

FERA si avvia verso il finale di stagione, e come è ormai tradizione, blues e dintorni, ricordando quel che fu Pistoia Blues negli anni 80 - ma per fortuna il 22 giugno c'è Bluesacco 2019, con Tolo Marton. L'anno scorso gli Animals (con ben poco di quelli originali) offrirono uno state of the art R&B show, speriamo bene anche per quest'anno.




lunedì 27 maggio 2019

Faster than the speed of light - Venerdì 31 maggio ore 20.30 www.garageradio.eu

Sentinel Beast
Ho trovato molto calzante la definizione che Gary Holt ha dato del thrash metal: "The NWOBHM with a bit of Discharge". Il che viene a proposito su una questione terminologica: la differenza tra thrash metal e speed metal, spesso liquidata con l'etichetta speed/thrash.

A metà anni 80 il virus della velocità era diventato pervasivo nel metal, ed il la era stato dato da gruppi della NWOBHM - Motorhead, Venom, Raven, Jaguar. Nell'83 ancora non si parlava di thrash, e tutti i gruppi che accelleravano alzando sempre più i BPM venivano più o meno etichettati "speed metal".

Ma in breve divenne abbastanza semplice distinguere tra "velocisti" che guardavano oltre la tradizione e quelli che erano rimasti saldamente attaccati agli stilemi dell'heavy metal classico. La cosa non riguardava soltanto la musica. In fin dei conti Detente e Sentinel Beast non sono così diversi, come radici musicali, ma era pressoché impossibile pensare a Debbie Gunn, fan terminale dei primi Maiden, con una t-shirt degli MDC, mentre Dawn Crosby aveva alle sue spalle una militanza punk in Inghilterra. E la differenza viene fuori nelle loro interpretazioni e nei loro testi.
In larga parte si trattava di una frangia californiana, e soprattutto losangelena  , quella che manteneva i più stretti legami sonori con l'heavy metal classico. Era evidente che John Cyris aveva come punto di riferimento la vocalità di Rob Halford, per fare un esempio.
Nella seconda metà degli 80 questi suoni divennero sempre più rari, e i gruppi tedeschi che li avevano sposati, primi su tutti gli Helloween, si spostarono sempre di più sulle melodie dando origine a quello che sarà il power metal dei 90.



sabato 25 maggio 2019

1979: il battesimo della NWOBHM - Venerdì 24 maggio ore 20.30 garageradio.eu


La storia è nota. Il manager del Music Machine chiede a Neal Kay, DJ e animatore del Bandwagon, se se la sente di organizzare un concerto con tre gruppi "di quelli nuovi".  E 40 anni fa (8 maggio 1979) va in scena il 3-bands show: Angelwitch, Iron Maiden e Samson.
Sounds pubblica un report del concerto, e il titolista si produce in "If you want blood... the New Wave Of British Heavy Metal".
Qualche anno fa  Geoff Barton pubblica il suo ricordo di quella serata.

Di fatto il "movimento" viene battezzato prima della sua nascita, ma guardando bene i pezzi più importanti di una scena erano già al loro posto.
C'era il pubblico. I fan dell'hard rock e dell'heavy metal erano stati marginalizzati dall'esplosione punk-new wave, ma non avevano cambiato gusti.
C'erano i posti. Al di là del Bandwagon, nel 1979 il cartellone del Marquee inizia a cambiare pelle, e cominciano a apparirci i nomi dei nuovi gruppi metal
Il Friday Rock Show di Tommy Vance sta facendo crescere una nuova generazione di rockers con un mix di classici del rock, hard rock e nuove bands.
C'era una sponda sulla stampa del settore, Geoff Barton, che su Sounds "combatteva una battaglia di retroguardia su pagine affollate da Blondie".
I veri assenti, di fatto, erano i nuovi gruppi. Sparpagliati sul territorio britannico, ognuno perlopiù ignaro dell'esistenza dell'altro - il vero spettacolo doveva ancora iniziare, nella primavera del '79.
Ma basta dare un'occhiata al bill di Reading 1979 per rilevare che il vento sta davvero cambiando: nel 1978 gli unici gruppi estranei a punk e new wave erano stati Ian Gillan Band, Status Quo e Foreigner, nel '79 la lista si estende - Wilko Johnson, Gillan, Thin Lizzy, Motorhead, Steve Hackett, Molly Hatchet, Whitesnake.


giovedì 16 maggio 2019

1979 - Hard Rock, Heavy Metal, ma non NWOBHM - venerdì ore 20.30 garageradio.eu

Col senno di allora il famoso "Is Heavy Metal dead?" sulla copertina di Creem qualche ragione di essere lo aveva. Nel 1979, lasciando perdere le prime mosse della NWOBHM, ancora al grass roots level, anche se per poco, sono usciti diversi vinili storici quanto a hard rock ed heavy metal. Ma il clima generale espresso dai grandi media era diverso. Si era ancora in piena fase disco music da un lato e punk-new wave dall'altro. Probabilmente un brano iconico per il 1979 è I was made for loving you dei Kiss, il loro pezzo disco. Questo è un estratto dalla trascrizione di Metal Evolution (Sam Dunn, Banger Films)

Don Branker (Organizzatore del Cal Jam II): 
L'hard rock divenne irrilevante per tutta una nuova generazione interessata alla musica 
Jaan Uhelzski (co-fondatrice di Creem):
La Disco, la Disco ha distrutto così tanto venendo alla ribalta.
(e queste le lascio in originale)
Sam Dunn:
I Was Made For Lovin’ You baby.
Jaan Uhelzski:
I know. But you know, yah, I have no excuse for that.



In realtà la situazione era abbasta confusa: di sicuro i riflettori dei media erano tutti puntati su disco, punk e new wave, ma negli USA tra i concerti top sellers del 79 ci furono concerti hard rock/heavy metal: Boston-Heart-Van Halen-Nazareth-Blue Oyster Cult-Sammy Hagar al Dallas Cotton Bowl incassò 1.215.00, per dire. Erano dati che furono citati un anno dopo dal Washington Post, ma ormai era il 1980 e nella sfera anglofona heavy metal non era più una parola uncool.
Vero però che quella data a Dallas metteva assieme band il cui nome era in quel momento legato al decennio che si stava concludendo. I Black Sabbath erano nel periodo più basso di sempre, prima dell'abbandono di Ozzy. I Nazareth andavano calando, e la loro popolarità globale sarebbe crollata all'inizio degli 80. Le band americane di quel bill parevano avviate sul viale del tramonto (anche i BOC, in fin dei conti, Mirrors non è certo uno dei loro album migliori), con la debita, immensa eccezione dei Van Halen. Van Halen II è forse il loro apice, per me è l'album più VH che ci sia: un Eddy sopra le righe sempre, nel songwriting, eccezionale, e nel guitarwork, che fa fatica a rimanere sullo stesso riff suonato nello stesso modo due volte di fila. Uno spumeggiante, inarrestabile concentrato di vitalità e creatività.
Ted Nugent con State Of Shock continua imperterrito a proporre la sua formula, e questa volta la cosa gli viene meglio che con il precedente Weekend Warriors, ma per la prima volta non raggiungerà il disco di platino (segno dei tempi). Per gli Aerosmith è l'anno di Night In The Ruts, non esattamente il primo loro vinile a cui si pensa. E' un ritorno alle origini, con un marcato accento sulle sonorità rock blues (Cheese Cake) e ben tre cover, tra cui un blues di Jazz Gillum e Think About It degli Yardbirds.
Nel 1979 i Riot arrivano al loro secondo album, Narita. Ma quasi nessuno si è ancora accorto di loro, di fatto.
Da notare che nonostante l'anno "nero" dell'hard rock e del metal, le sonorità del metal "classico" stanno filtrando in gruppi non proprio collegati al genere. Un esempio sono i Molly Hatchet di Flirting With Disaster, che per essere un gruppo southern rock sfoggiano un suono di chitarra decisamente linea con lo stile hard rock/metal dei tempi (e infatti finiranno nella chart metal di Sounds).

Passando ai gruppi europei, inglesi e adottati dall'Inghilterra, il tour USA 1979 dei Judas Priest (Hell Bent For Leather Tour) non fu un fiasco. Non era la prima volta che la band metteva piede oltreoceano, ma fu il tour che diede inizio alla popolarità americana del gruppo: Unleashed in the East (il live ricavato dalle date giapponesi) sarà il primo lp dei Priest ad arrivare nella top 100 di Billboard.

Gillan arriva al vero proprio debutto del nuovo monicker. Ian Gillan ha sempre avuto incredibile cura nella scelta dei musicisti, ma l'ingresso di Bernie Tormé, recentemente scomparso  rende la band del periodo 79-80 un ensemble unico. Da una parte il guitarwork di Tormè, che è decisamente heavy metal, dall'altra Colin Towns, immenso, un tastierista jazz la cui unica incursione nel rock saranno gli anni con Gillan. E poi c'è ovviamente la voce di Ian Gillan.  Il primo risultato ufficiale di tutto questo è Mr Universe. Gillan sarà in quegli anni molto a contatto con i nuovi gruppi della NWOBHM, si porterà in tour i White Horse, il cui chitarrista alla fine passerà nel suo gruppo.

Per gli AC/DC è un anno cruciale. E' l'anno di Highway To Hell, l'album con cui il gruppo arriva per la prima volta nelle top 100, un lp circondato da un'aura particolare, l'ultimo con Bon Scott. Dal tour collegato fu ricavato un film, ACDC: Let there be rock, filmato al concerto del 9 dicembre 1979 al Pavillon De Paris, a Parigi, e poi montato assieme a scene del gruppo on the road e a interviste ai membri della band. Spicca l'intervista a Bon Scott, evidentemente a disagio nel suo ruolo. L'intervistatore gli chiede "Come ci si sente ad essere una stella?" e lui risponde "I see stars, sometimes" ridendo quasi imbarazzato. Due mesi dopo sarebbe morto.
Per i Whitesnake è l'anno di Love Hunter. Fece scalpore per la sua copertina (a cui oggi nessuno farebbe caso), e di fatto inizia quella che sarà la sequenza classica degli Whitesnake, che durerà fino a Saints and Sinners (1982), facendo scalare alla band prima le chart inglesi, e poi la Billboard 200.
I Thin Lizzy con Black Rose tornano dopo un'assenza di due anni mettendo a segno un colpo notevole: Black Rose, Waitin' for an alibi, l'immensa Got to give it up diventeranno immediatamente classici della band.
Gli Scorpions trovano la quadra con Lovedrive: si piazzano nelle charts UK e USA, sicuramente anche grazie alla prima delle ballads  più classiche, Holiday. Notare che a 40 anni di distanza nessuno o quasi si ricorda il titolo di una delle ballad che gli UFO piazzavano in ogni loro album. Ma Holiday e Still Loving You sono entrate prepotentemente nella storia non solo dell'hard rock, ma anche del pop. A parte questo la band realizza altri brani destinati a far parte del loro repertorio più classico, come Loving You Sunday Morning e Another Piece Of Meat.
A proposito di UFO, è l'anno di uscita del live Strangers in the night, l'ultimo loro vinile a contenere le note della flying V di Michael Schenker (per molti sarà il loro miglior album).
Blackmore guida i Rainbow senza Ronnie Dio alla ricerca di un maggior successo commerciale con Down To Earth, disco certo non dei più ricordati.
Ma soprattutto in UK il 1979 è l'anno dei Motorhead , con Overkill e Bomber . "By the time of Overkill we were getting our sound together",

La formazione classica Kilminster-Clarke-Taylor inizia la sua fase migliore e con Overkill mette a segno una pietra miliare. Ho già parlato della peculiare e immensa importanza dei Motorhead più classici, ma il brano Overkill, in particolare, introducendo per la prima volta la doppia cassa a un ritmo molto sostenuto sarà un punto di riferimento per molti gruppi, e in particolare per quelli che avrebbero fatto partire il thrash metal.

sabato 11 maggio 2019

Kina, documentario e concerti - con Sergio Milani - Venerdì 10 maggio garageradio.eu


Ci sono già state occasioni di parlare di Kina (qua) e di Ombra (qua) . A questo giro io e Riki parliamo con Sergio Milani di quel che fino a qualche mese fa nessuno si aspettava: i Kina tornano a suonare in occasione delle presentazioni del documentario Se ho vinto, se ho perso .


giovedì 11 aprile 2019

Lo spirito dell'85 (reloaded) - Venerdì 12 aprile ore 20.30 garageradio.eu

L'85 è il baricentro dell'intervallo 84-86. Nell'84 inizia il crossover tra hc punk e thrash metal, nell'86 si conclude la prima irripetibile stagione dell'hc punk. Ho già parlato dell'85, qua, ma leggere Fatal Report mi ha fatto tornare indietro con la memoria a cosa ha voluto dire, per me, l'85.
Di tutti i momenti di quell'anno ne ricordo in particolare uno. Il sottoscritto invitato (al 3B5, mi pare)  per presentare ad alcuni personaggi di GDHC quel che stava succedendo col thrash metal che si spostava verso il punk e l'hc, ed era tutta gente di 5 o più anni più vecchia di me. Ricordo una stanza dalle pareti tappezzate di flyer di concerti hc, molti dei quali americani (Misfits, Necros, Black Flag, MDC etc etc). E ricordo una certa freddezza nei confronti di SOD e Mace. Ma quando passai ai Voivod di War And Pain Pippo rimase stupito: "Sembrano i CCM che fanno metallo!". Poco da dire, l"'hardcore raw vibe" dei Voivod veniva sentito... E poco da dire, un certo territorio sonoro fatto di armonie "non euclidee" (chi più tonalità minori e tritoni, chi più dissonanze, chi più atonalità) in quel periodo venne esplorato solo da tre gruppi: CCM, Voivod e Die Kreuzen.

E' il periodo in cui tutti i gruppi thrash americani si facevano fotografare con t-shirt punk e HC. Discharge, GBH, Broken Bones forse quelle più gettonate. Quando vidi una foto del press kit dei Détente in cui spuntavano maglette di MDC e Subhumans mi parve una cosa da approfondire all'istante. Dawn Crosby, tormentata frontwoman del gruppo, a 18 anni se ne era andata a Londra e aveva militato in alcuni gruppi punk.
Parlava di Détente come di "fast metal con testi punk".

In futuro credo mi piacerebbe che diventassimo più grezzi. Assolutamente non voglio diventare commerciale. Non ci interessano affatto i soldi. Fin qua abbiamo sopravvissuto bene da poveri, e la cosa più importante per noi è essere felici quando abbiamo inciso un disco - è tutto quel che ci interessa.
(Tutta l'intervista la potete trovare qua ) Un'attitudine per niente "metal". Ma Recognize No Authority (86, Metal Blade) sarà l'unico album della band - forse non tutti nel gruppo condividevano l'impostazione di Dawn, fatto sta che un anno dopo li vidi sul flyer di un concerto dei Bloodlust, come band di supporto, scritti in piccolo. Dawn Crosby passerà ai Fear Of God e morirà nel 96, a 33 anni, di cirrosi e abuso di stupefacenti.



giovedì 4 aprile 2019

More than one flavour of HC - venerdì 5 aprile 20.30 garageradio.it

Tutta la documentazione prodotta sull'HC e la sua storia nello scorso decennio è fondamentalmente centrata sul suo primo periodo.
Ma non mi pare sia stata mai data l'impressione del fatto che l'impressione diffusa fosse che la situazione, musicalmente e non solo, non era cristallizzata. C'era la diffusa sensazione che le cose si stessero muovendo, e in avanti. E c'erano buoni motivi per pensarlo, guardando all'evoluzione di Black Flag, Bad Brains, Die Kreuzen e anche Dead Kennedys. A metà anni 80 la tavolozza sonora dell'underground derivato dal punk e dall'HC era molto ricca, a testimonianza di cosa poteva succedere in una scena mondiale completamente indipendente e svincolata dalle logiche dell'industria discografica. Un quadro complessivo irripetibile e del tutto particolare, che non aveva avuto antecedenti e che non ha avuto repliche.



giovedì 28 marzo 2019

La mia impressione su Fatal Report - Venerdì 29 marzo ore 20.30 garageradio.eu

Ha senso parlare di un libro a cui si è collaborato?
Lì per lì avevo pensato: come no, Ceccamea ha interpellato l'universo mondo, il mio pugno di contributi sarà solo una tra tante voci. Non avevo la più pallida idea di come era venuta fuori la cosa, neanche sapevo chi aveva contribuito, solo qualche nome. Poi il libro mi è arrivato e ho scoperto di non essere uno dei tanti nel coro, ma uno dei solisti. Quindi la cosa è un po' più complicata, ma è ancora possibile parlarne senza scivolare nell'autorecensione.
In primo luogo ci sono una serie di cose che mi ha fatto piacere scoprire: che al concerto degli Slayer al Palatrussardi dell'87 ero l'unico collaboratore (presente o futuro) di riviste metal ad essere nel pit (beh, in realtà la platea era quasi soltanto pit, quindi...), a quanto pare, e che Luca Signorelli arrivando tardi se ne perse metà. Ho scoperto quanto è più vecchio di me Della Cioppa (non molto, ma ho sempre pensato che fossimo coetanei o giù di lì). Mi ha fatto piacere leggere Maiorino che racconta di essere andato a vedere Danzig  a Atlanta, e che nell'appendice del concerto, fatta di pezzi dei Misfits dice di aver per la prima volta capito l'hardcore punk, lui, che mai si era interessato al genere. E ovviamente sono stato catturato dai vari racconti della discesa in Italia degli Iron Maiden nel 1980, e dal ricordo di un concerto di Motorhead a Stoccarda nell 83 raccontato da Andrea Signorelli.
E' un libro corale, solisti o meno, molto corale. Forse davvero riesce a raccontare il metal in Italia attraverso i concerti, ma nel senso che racconta i metallari (e bene o male anche gli autori delle riviste che leggevano e leggono tuttora).
E devo dire che dal mio punto di vista in questa storia corale la cesura tra gli anni 80 e i decenni successivi si percepisce, e molto bene. Forse le bottiglie contro Dave Mustaine del 96 discendono dagli sputi contro i Dokken dell'86  - o da quelli contro Joan Jett di spalla agli Scorpions nell'84, a Firenze, che non sono finiti nel libro. Forse.
Ma si capisce come, alla fine dei conti, i 90 e 2000 siano più vicini tra di loro di quanto non siano vicini agli anni 80.

PS: Nell'ultima pagina sono in rilievo tra quanti ringraziati dal Ceccamea, ma io devo ringraziare Manuel Toedem con il suo archivio di Flash, che ha aiutato a ricostruire nella mia memoria il Monsters Of Rock del 91. Un  paio di righe extra libro al riguardo:
40.000 presenti, e se si considera che lo "zoccolo duro" del metal (quelli che compravano i dischi) era di circa 20.000 persone, i conti non tornavano. Il metal in Italia stava diventando attraente, se non proprio fashionable, e forse è esattamente questo quel che segna la svolta tra gli 80 e i 90. Alla Barley Arts, che organizzava l'evento, pareva che la stampa fosse considerata un'inutile scocciatura. La cosa fece saltar la mosca al naso anche ad un di solito calmissimo Della Cioppa, che su Flash se ne lamentò a voce alta e chiara. (quando seppi che la sera prima del festival erano stati rubati molti di quegli accrediti che avevano così pervicacemente lesinato, non posso dire che la cosa mi dispiacque.). E comunque alla Barley andò di lusso: organizzazione carente, serivizi sottodimensionati (forse si aspettavano 20-30000 persone) e nessun incidente. Insomma, in Italia Live Nation non si è inventata niente, come modello di business.

Negazione, Monsters Of Rock 91 - Marco Mathieu in uno splendido scatto di Vittorio Catti



martedì 19 marzo 2019

Giganti che invecchiano (chi bene chi male) - 22 marzo ore 20.30 garageradio.eu

Una delle cose che negli ultimi 20 anni è risultata evidente è che i grandi dell'hard rock non stavano invecchiando tutti nello stesso modo. Musicalmente e non solo.
Le vicende anni 80 dei Black Sabbath e di Tony Iommi hanno finito per lasciare un'impronta durata 25 anni, per esempio.
Lo stesso Iommi ha avuto occasione di raccontare come il breve periodo di Ian Gillan con i Black Sabbath sia iniziato con incontro al pub per parlarne che si trasformò in una chiaccherata-bevuta con entrambi finiti sotto il tavolino. Il prodotto ultimo di quella sbronza fu Born Again, ma il rapporto tra il riff maker per eccellenza e Gillan è rimasto, fino a riemergere una decina di anni fa con WhoCares.
La storia stortissima di Seventh Star, nato come disco solista di Iommi con Glen Hughes alla voce e rietichettato Black Sabbath dalla casa discografica finì con un tour dei Sabbath con Hughes alla voce che mollò dopo poche date: troppo immerso in droghe e alcol per andare avanti. Eppure da lì nell'arco dei successivi 20 anni sono venute fuori alcune delle migliori cose fatte da Iommi (e da Hughes). E' abbastaza toccante sentire Hughes in interviste vecchie di qualche anno che dice "Considero Tony come un fratello".

Se dovessi pensare all'esatto opposto di tutto ciò, mi viene da pensare a David Coverdale. Sono passati 40 anni dall'uscita di Love Hunter e se si vuole avere una fotografia del decadimento dell'uomo basta guardare l'istantanea offerta l'anno scorso da The Purple Album.  Avvilente.




lunedì 11 marzo 2019

Fatal Report - con Francesco Ceccamea, venerdì 15 marzo ore 20.30

Quando Francesco Ceccamea mi ha parlato del progetto Fatal Report ho risposto "Perché no". E' successo tipo un paio di anni fa, e ormai neanche pensavo che il libro uscisse più.
Comunque dissi di sì anche perché un bel po' di cose erano già scritte.
Le avevo scritte qua sopra. Per esempio riguardo agli Exodus a Firenze nell'85, a CCM-Indigesti-Negazione il 20 giugno 87 al Casalone, Bologna, al Clash Of Titans a Firenze nel 91, ai Destrage al Cycle nel 2016.
Quel materiale NON è rimasto tal quale, comunque, in più ho aggiunto di fresco Slayer al Palatrussardi, maggio 87, Iron Maiden a Firenze 86, Festival del Metal Italiano a Gazoldo degli Ippoliti, 84, Monsters Of Rock 91. E incidentalmente parlato di altri concerti e altre vicende.
Non avendo ancora per le mani il libro non ho idea di quel che hanno scritto gli altri, ma sarà una buona occasione per parlarne con Francesco.



venerdì 8 marzo 2019

Causa - Venerdì 8 marzo ore 20.30 garageradio.eu


Stasera parliamo di Causa, con uno o due di loro in studio. Sono giovani, sono in giro da più di dieci anni, li abbiamo visti a LWC35 e saranno domani al Newroz (Pisa) che celebra il suo ventennale. Quindi siateci, sia in ascolto che a vederli dal vivo.


venerdì 1 marzo 2019

Incudine e altro - con Mox Cristadoro - venerdì 1 marzo ore 20.30 garageradio.eu

Incudine li ho sentiti nominare per la prima volta da Olga degli Svetlanas, che fece il loro nome quando io e Riki le chiedemmo di gruppi attuali che le interessassero. Non avendoli mai sentiti prima sono andato a cercarli, e ho trovato (oltre che un gruppo decisamente degno di attenzione) Mox Cristadoro alla batteria.
Mox me lo ricordavo molto bene come dj di Radio Rock FM, ma non mi ricordavo affatto che fosse stato dietro ai tamburi dei Crash Box ai tempi di Nel cuore. Qualche mese fa ci siamo incrociati e con mia grande sorpresa mi ha citato la recensione che feci di quell'album dei Crash Box, assieme ad altre che erano completamente evaporate dalla mia memoria. Ma Massimiliano "Mox" Cristadoro non si è limitato all'hc, ha spaziato dal goth al prog, è autore di notissimo volume sulla storia del prog italiano, etc etc. Quindi stasera prevedo una chiaccherata interessante.



giovedì 21 febbraio 2019

Hardcore vecchio e nuovo - Venerdì 22 febbraio ore 20.30 garageradio.eu

Nessuno avrebbe mai pensato nell'83-84 che i Suicidal Tendencies sarebbero entrati nel "giro grosso" del metal (e dintorni). E fa un certo effetto vedere oggi un web magazine metal celebrare il primo lp di Mike Muir e soci, e in modo fondamentalmente corretto

Quindi un buona occasione per un'ora di HC e dintorni tra ieri e oggi.


venerdì 8 febbraio 2019

Dish Is Nein - Venerdì 15 febbraio ore 20.30 garageradio.eu

La seconda edizione della Notte di Contempo, al Flog, ha visto l'auditorium pieno. Io ero lì solo per Dish Is Nein, il mio interesse a priori per quel che li precedeva era nullo. ma devo dire che la noia è stata interrotta da una versione "assai poco gaia", come direbbe una signora che conosco, di Fox On the Run degli Sweet, offerta dai Garcon Fatal e da un power trio di ragazzi romani. Se te li anticipano come Zep, Free e Steppenwolf difficile non immaginarsi una versione capitolina dei Greta Van Fleet forse più stoner. E invece i Life In The Woods trasudano blues vero, e hanno messo in scaletta una loro versione di Man Of Constant Sorrow. La voce c'è, la chitarra pure, la batteria è pestatissima. Molto 70-71, di Zep non ho sentito gran che, più Free-Trapeze, direi.
Quando finalmente sono arrivati sul palco, i Dish Is Nein hanno tirato su il loro set, perfetto, con quasi tutti i brani dell'EP, più Militia e una rielaborazione della versione Discliplinatha di Up Patriots To Arms.
L'EP di Dish Is Nein per quel che mi riguarda è stata LA uscita del 2018.  Purtroppo non sono riuscito ad intervistarli un anno fa, ma ho rimediato nel pomeriggio prima del concerto, dopo il loro soundcheck.
30 anni e un pugno di mesi da quando recensii Abbiamo Pazientato 40 anni su Metal Shock concludendo all'incirca "questi sono fasci", dopodiché mi arrivò una telefonata di Dario Parisini, "Dobbiamo spiegarci, intervistaci". Mi ha fatto piacere scoprire che se ne ricordava.
Comunque ne è venuta fuori una chiaccherata di 20 minuti, e forse un po' diversa dalle varie interviste finora uscite


domenica 3 febbraio 2019

Età dell'oro, vere o presunte che siano - Venerdì 8 febbraio ore 20.30 www.garageradio.eu

In ormai quattro anni qua sopra già ho parlato di illustrazione e fumetto, del debito dell'heavy metal classico nei confronti dell'illustrazione degli anni 70, dei rapporti tra rock e fumetto e SF o fantasy e via dicendo.

Per faccende mie mi sono andato a rivedere il catalogo della prima serie delle Marvel Graphic Novel e mi sono reso conto che è all'incirca sovrapponibile all'età dell'oro del metal (e dell'HC).
E mi sono ricordato che chi aveva definito Void Indigo ( Steve Gerber, Val Mayerik- 1983) "un crimine contro l'umanità" lo aveva fatto all'incirca nello stesso periodo in cui il PMRC si era scagliato contro il metal e il poster incluso in Frankenchrist dei Dead Kennedys (Penis Landscape di Giger) aveva procurato loro una valanga di guai giudiziari, etc.
Anche Heavy Metal  (1981) era stato accolto da una quantità di critiche indignate e censorie, e si nota facilmente che l'immaginario del film è tutt'altro che estraneo sia a Void Indigo che a altre Marvel Graphic Novel (come scordarsi Elric-The Dreaming City di Paul Craig Russel - ovviamente da Michael Moorcock - o Marada, The She Wolf  di Chris Claremont e John Bolton?). Un'iconografia che aveva la sua radice negli anni 70...
Era il Decline Of Western Civilization, in una parte più che in due, che quindi iniziava subito dopo il suo apice?
Gli eighties, per quanto ancora largamente era "dell'informazione lenta" furono un periodo il cui le cose accadevano a una velocità vertiginosa, a volte in parziale rottura con i decenni precedenti (che fosse parziale da molti punti vista l'ho capito solo recentemente), a volte come loro eminente recapitolazione ed elaborazione.
Secondo qualcuno di casa da queste parti "La musica è finita nel 1990"...
Ma, in tutta onestà, parlando di metal e heavy rock in senso stretto, al di là dei punti vista generazionali, chi può in tutta onestà dire che dal 1990 in poi sono arrivate stagioni creativamente più rilevanti di quelle dei decenni precedenti?

Marada, the She Wolf (John Bolton)

Indigesti, Bultaco DC, Acredine - con Rudy Medea Venerdì 1 febbraio ore 20.30

E alla fine, tra una cosa e l'altra, non c'è stato neanche il tempo di preparare la presentazione della trasmissione. Comunque con questa direi che la copertura dell' HC italiano anni 80, quanto a interviste, è completa, perché tra i nomi Indigesti non poteva mancare. Uno dei tre gruppi al Casalone il 20 giugno '87, uno dei quattro che all'epoca fecero il tour americano