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giovedì 24 ottobre 2024

IRON MAIDEN, SULL' ONDA DEI RICORDI

Comincio dall'inizio o dall'87?

Cominciamo dall'87. Allora ancora facevo "La Notte" su Radio Ulisse, Pisa e avevo appena cominciato a scrivere su Metal Shock (assieme a Giulio Masetti, la rubrica dei demo, perché entrambi eravamo in alcune liste di distribuzione). Il programma era alle 18 di ogni giovedì e il nome del programma era mutuato da "La nuit" di Philippe Druillet. Ogni tanto veniva qualcuno per assistere dal vivo al programma. E mi ricordo che uno di quei pomeriggi arrivò un quattordicenne che mettendosi a frugare tra i vinili della radio tirò fuori "Somewhere in time" poi mostrandomelo dall'altra parte del vetro con un pollice alzato. E mi ricordo di aver pensato "Appunto". Probabilmente nella scaletta di quel giovedì c'erano i Voivod, alcuni demo (azzardo Legacy, Pediphile, Lethal Aggression, Attitude), Exodus, Mace, Death Angel, Slayer, Black Flag, DRI, Corrosion Of Conformity, TSOL, quasi sicuramente Gang Green. E questo riguarda l'87.

L'inizio... L'inizio era tutta un'altra storia ma, considerando le vincende della mia generazione, la prima generazione di thrashers, era la premessa.

Sull'onda dei ricordi. Il mio primo contatto con l'heavy rock era stato un paio di anni prima un video di You Really Got Me rifatta dai Van Halen, live in studio, che non so come filtrò sulla RAI in orario pomeridiano. Era seguito l'anno dopo l'acquisto di Paranoid e Made In Japan da un tipo di un tre anni più vecchio che diceva di aver superato quella fase. Il mio primo contatto con gli Iron Maiden fu Run To The Hills, 7', comprato all'UPIM, e lo adorai ( mi ricordo la faccia tra lo schifato e lo scandalizzato della cassiera per quel che aveva messo sul banco un ragazzetto di 14anniquasi15). 


 (Vendetti questo 7' a un francese, una quindicina di anni fa, per una cifra vergognosa)

Nell'82 tra un sottoinsieme di adolescenti c'era fame di heavy metal. Si cercava in modo quasi maniacale qualcosa che incarnasse il concetto: tra questo c'erano sicuramente i Saxon (più il live The Eagle Has Landed che Strong Arm Of The Law), Raven, Venom, Witchfinder General, Angel Witch, Motorhead, Mercyful Fate, gli ultimi battiti di cuore della NWOBHM (uscivano su Neat, Heavy Metal Records e  Ebony), quello che stava iniziando a uscire per Metal Blade.

Comunque a stretto giro arrivo Piece Of Mind e fu abbastanza chiaro che si cominciava a giocare un gioco diverso: non più NWOBHM, quello era stato un punto di partenza. Perché nell'82 la band invece era esattamente nella stessa posizione del punto di partenza quanto a look:


Nell'87 avevo visto i Maiden dal vivo, ed erano uno spettacolo da circo, quello che tutti ormai conoscono. Per questo ebbi un periodo di furioso recupero di roba NWOBHM, primi Maiden inclusi.


 

E quindi Paul Di' Anno, quello che ha cantato sui due primi LP, aveva ragione quando parlava della differenza tra la band e la macchina da soldi. Un semplice dato di fatto, quello che cinque anni dopo l'uscita di The Number Of The Beast mi spinse ad acquistare quel bootleg Killers, che aveva dentro il primo EP e i primi singoli

domenica 14 luglio 2024

PUNKFEST, LUXOR LIVE, ARNHEM, 14/07/24


Andare a un mini festival del genere ad Arnhem con una t-shirt dei CCM... E già all'esterno del Luxor Live un punk olandese 50enne indica la maglietta dicendomi "Nice shirt". Lui ne ha una di Screams from the gutter dei Raw Power. "Yours too!", rispondo. Questo sarà un po' un leit motiv del pomeriggio. Ad un certo punto mi ritrovo a chiaccherare con un tipo che ai tempi organizzò qualche concerto ad Amsterdam per la band, un altro paio che mi dicono che li hanno visti molte volte sia in Olanda che in Germania, un altro che mi chede che fine abbia fatto Syd. Tutti old timers, chiaro. Una cosa molto scena anni '80. Una scena che era internazionale e in cui i gruppi italiani godevano di un grande rispetto.

Ora che gli Impact saranno definitivamente sciolti probabilmente gli Eu's Arse (primo ciclo '81-'85) resteranno l'unica testimonianza di esistenza in vita della fase 82-84 dell'hc italiano, quella rumble & clatter (e slogan) - detto con affetto.. 

 

Solo che, come per gli Impact, a questo giro è suonata precisa e con un buon suono, cose che all'epoca erano piuttosto rare. Diciamo pure che quanto a suono quello offerto dal Luxor ai tempi si poteva solo sognare, anche se forse le chitarre non escono al meglio. 

https://www.facebook.com/100000804356484/videos/470032312411772/

Il set riesce comunque massiccio e compatto, mandato avanti dal motore inarrestabile di Bone alla batteria, con Richard che è un frontman perfettamente in tono. Eu's Arse riescono a far muovere la gente sotto il palco, che non è poco. Il pubblico si muoverà di più con i Varukers, ma non sono un fan del gruppo. L'aereo dei Disorder è in ritardo così ci sarà qualche rimaneggiamento nell'ordine dei gruppi. La band successiva sale sul palco: "We are Subhumans". E per 40 minuti vorrei avere 30 anni di meno per gettarmi nella mischia. Il pit-meter con i Subhumans arriva al fondo scala, si vedono pure un paio di tuffi dal palco. Scorrono i pezzi di buona parte di The Day The country died e qualche brano più recente (99% da Crisis Point, per sempio). Il set dei Subhumans è clamoroso. Sono 40 anni che volevo vederli dal vivo e mi chiedo cosa dovessero essere negli anni '80. Dopo di loro i Neuroot, trio locale attivo sin dai primi eightes, appaiono molto rocciosi e basta. Finiranno il loro set offrendo come bis una cover di We Are The Road Crew

Quando arrivano i Disorder sono circa le sette e mezzo. Seguo un terzo del loro set, poi saluto e mi dirigo verso la stazione, perché ho 2 ore di viaggio con due coincidenze e non voglio rischiare di dormire in una stazione, che non ho più l'età. Perdermi i Napalm Death non è una tragedia.



venerdì 14 giugno 2024

GBH, MAASTRICHT 13/6/2024

Quando arrivo al Muziekgieterij i This Means War hanno già cominciato a suonare. Il concerto è nella sala piccola, che comunque ha una capienza sulle 300 persone (evidentemente le prevendite non sono andate benissimo). I This Means War sono un gruppo belga proveniente da Malle, vicino ad Anversa. Parlano fiammingo con il pubblico e immagino che al di là dell'accento nella comunicazione non ci siano problemi di sorta. Fanno un punk molto anni 90, gradevole, ben suonato, tutto qui.


Quando si monta il palco dei GBH la sala si è riempita del tutto. Con i GBH non sapevo bene che aspettarmi, non avendoli seguiti da dopo City Bay's Revenge e sono rimasto piacevolmente colpito. Siamo nell'area del geriatric punk? Più o meno ma il pubblico va dai 20 ai 60 anni (ad occhio età media 40) e  lo show inizia e fila ad alta energia, senza annoiare. Di base rock'n'roll supercaricato finché non si arriva ai classici dei primi due lp, e allora il pit esplode. Forse è questo il motivo per cui i GBH sono stati per molti che venivano dal metal uno dei primi punti di contatto col punk, le basi rock'n'roll della band, che la setlist di oggi permette di ritrovare anche nei pezzi del primo periodo. Sick Boy, Knife Edge, Gunned Down... Colin quando presenta la band dice che vengono da Birmingham, come i Black Sabbath, ma loro non fanno War Pigs - e parte Wardogs. Non manca I am the Hunter, ma anche Momentum ottiene una robusta risposta dal pubblico.

Purtoppo gli anni si fanno sentire, e a 3/4 della setlist Colin dava segni evidenti di stanchezza. Gli ultimi due pezzi della setlist ufficiale sono ovviamente City Baby Attacked by Rats e City Baby's Revenge. Quando Colin scompare dal palco il pubblico chiede a gran voce il bis, che alla fine arriva. Il primo dei bis è Timebomb, ma è quendo Colin annuncia il secondo l'entusiasmo del pubblico arriva a livelli fuori, e parte una loro cover di Bomber. Il gruppo lascia il palco tra le acclamazioni del pubblico. Bella serata.


 


domenica 3 marzo 2024

THE CHISEL, SCOWL, MADBALL - REBELLION TOUR MAASTRICHT 3/3/2024

 

Per essere precisi c'erano anche The Young Ones, Mindwar, Sunami, The Chisel, Scowl. E sempre per la precisione io sono arrivato verso le 6 dei pomeriggio ed ero lì prevalentemente per gli Scowl, ma ho cominciato con The Chisel. Una band con una propensione a ritrovarsi in risse (parole del cantante, e gli credo sulla parola). The Chisel hanno cominciato con pezzo che mi ricordava RKL, poi un'altro che mi rammentava i Jerry's Kids e poi con un anthem street punk. Poi altre cose mi ricordavano gli Stupids, gli Snuff e gli Spermbirds. Al che mi sono detto "Questi hanno la loro personalità, sono esageramente divertenti e tutta questa roba semplicemente la hanno nel proprio DNA". Nota bene: il bassista degli Scowl aveva una t-shirt dei The Chisel, Freddy dei Madball ne indossava una anche lui e ha dichiarato dal palco che sono il suo nuovo gruppo preferito. Era da tempo che dall'Inghiterra non veniva roba potabile, in materia. A me sono piaciuti moltissimo i Mongol Horde ma, parere personalissimo, il "nuovo" Straight Edge UK di una decina di anni fa, molto pompato dalle riviste inglesi, era una discreta cagata, 

E veniamo agli Scowl. Gli Scowl sono un film molto diverso. Mi verrebbe da dire che senza i Trash Talk (apice una decina di anni fa) gli Scowl non ci sarebbero, ma sul piano strettamente musicale il linguaggio degli Scowl è decisamente più vario. Nei pezzi rallentati ci sono echi di L7 e Bikini Kill, e quanto a immagine e impostazione non credo che per la vocalist Kat Moss Exene Cervenka sia una completa sconosciuta. Dal vivo sono un act esplosivo. Se The Chisel avevano avviato un mosh pit gli Scowl lo allargano e si vedono i primi tuffi dal palco. Kat Moss ha una presenza scenica composita.

Con il suo tipico vestitino ancheggia come poteva fare una spice girl trent'anni fa, salta, corre sul palco, scende tra il pubblico, tira fuori pose alla Rollins e sputa sul palco come faceva lui. Notevole.

E notevole il fatto che gli Scowl riescano a trasmettere dal vivo la propria personalità. Nel senso che la loro intenzione di non scadere nella monotonia del clichet, anche nei pezzi tiratissimi, viene fuori perfettamente anche dal vivo.

Da sentire e da vedere, anche se non penso che ci siano in programma date italiane. E poi pausa più lunga delle altre per preparare il palco e arrivano i Madball. E quanto alla reazione del pubblico le cose esplodono. Il pit si espande molto ma molto, seguendo le istigazioni di Freddy, che instancabilmente chiede allla gente di farsi sotto, di salire sul palco (ma di invasioni di palco ne ottiene solo una).

Devo dire che non sono mai stato un fan dei Madball e con l'HC metallizzato e distaccato dal punk (dai novanta in poi) non ho un buon rapporto. Ma un concerto dei Madball è qualcosa da vedere. Come ultimo pezzo hanno fatto Doc Martens Stomp e tutta la sala cantava, ma proprio tutta.

 

Quindi se non li avete mai visti prima potete avere una mezza idea di quel che succederà vicino Ferrara questa estate, a Distruggi La Bassa.






giovedì 8 febbraio 2024

ANGEL WITCH, LUCIFER, MAASTRICHT 7/2/2024

 


 

Il Satanic Panic Tour 2024 arriva a Maastricht infrasettimana, al Muziekgieterij.

Muziekgieterij è una sala da concerti/centro polivalente ospitata nella vecchia
Timmerfabriek, una ex cristalleria collocata vicino al porto fluviale commerciale, oggi monumento industriale. E' a due passi dal centro della città, ma inserire l'indirizzo nel navigatore di maps non è di grande aiuto. Quindi arrivato in zona mi sono regolato alla vecchia, guardarsi intorno per vedere se c'è fauna di un certo tipo. E infatti avvisto un chiodo con una toppa degli Obituary e lo seguo. L'ingresso è nel resede interno della vecchia fabbrica.

Al Muziekgieterij ci fanno di tutto, quanto a generi, quindi anche metal e hardcore oltre che jazz, pop, folk e quant'altro. Ma un tabellone orario sospeso al soffitto suggerisce che le coordinate fondamentali siano molto precise. 

Nello spazio concerti, ampio, siamo sui livelli alti (e quindi costosi) di palco, sistema luci, impianto. E parlo di livelli alti per gli stardard di queste latutidini, in cui anche un posto in stile squat anni 80 (The Pit, Courtrai, Belgio) quanto a suono non scherza. Quando entro sul palco ci sono i The Night Eternal, canonici fino alla noia mortale, però ogni singola nota è nitida e sento i subsonici della doppia cassa nelle viscere. Fortunatamente mi sono perso gran parte della loro esibizione. Se ne vanno e il palco degli Angel Witch viene preparato con in sottofondo il primo album dei Black Sabbath.


Ci vuole poco. Arrivano il biondo in nero con la sua Stratocaster e gli altri e occorre dire che i capelli nel flyer del tour sono quelli di 40 anni fa, però quelli attuali ancora ci sono e la figura continua ad essere quella, senza un filo di pancia, non cosa da poco, considerato il ramo in cui Heybourne lavora e che  è nei suoi 60 (la sua età è ignota).
In un niente si incomincia, e l'axeman in black spara Death from Andromeda, dall'ultimo Angel of light. Dimostrando che non solo ha mantenuto la linea, ma anche fiato e voce. Dopodiché preliminari finiti e parte Atlantis. Wow. Intramezzati a qualche brano da Angel of Light (tipo The night is calling) ci sono i pezzi del repertorio classico: Sorceress, White witch, Angel of Death. Quando Heybourne tira fuori Extermination Day e Baphomet la maggioranza del pubblico (sulle 400 unità) resta perplessa: non conoscono i pezzi. Il finale è ovviamente Angel Witch e sì, faccio il coro assieme a tutti gli altri. Confesso anche singalong sui classici e un poco di haedbanging vecchio stile, ma poco, per evitare traumi alla cervicale. Comunque cosebelle, ma sul serio.

Onestamente non sapevo proprio cosa aspettarmi dai Lucifer dal vivo. Perché sì, riguardo a loro si parla spesso di anni 70 ma da un giro su youtube c'è un'impronta, quell'impronta lì, quella del power metal nordico e di anni 70 soprattutto molte chiacchere. Invece resto sorpreso. I Lucifer, in poche parole, sono Scorpions meet Black Sabbath, dove gli Scorpions sono quelli di Tokyo Tapes e i Black Sabbath quelli dei primi 4 album. Johanna Sadonis non è esattamente una ragazzina, ma a 45 anni tiene assieme il tutto con voce e presenza scenica. Quando annuncia alcuni nuovi brani in mezzo ci sono un paio di heavy blues che ricordano molto da vicino Trapeze e soprattutto Population II di Randy Holden. E non annoiano neanche un po', con pezzi che difficilmente superano i cinque minuti.

Gran bella serata.



domenica 15 ottobre 2023

METHEDRINE, LIVE AT ROCK CAFE 14-10-23, SNEEK (PAESI BASSI)

Ho riincrociato i Methedrine dal vivo in una delle date del loro minitour europeo assieme a Circle Of Friends. La volta precedente era stata all'ex Emerson alla fine dell'estate 2020, ed erano le prime mosse della formazione a 4. Fu un set significativo (Dario dimostrò che della seconda chitarra potevano fare a meno), ma sciupato da problemi tecnici. Negli ultimi 3 anni è successo un po' di tutto, ma loro sono andati avanti, il che non è banale per un gruppo i cui elementi sono dispersi tra Veneto, Friuli e Romagna. Tra le varie cose è successo che un loro pezzo con relativo video non è passato inosservato

Il Rock Cafe a Sneek è un pub tra i tanti che affollano Marktstraat. Ad occhio e croce la cittadina  non ha una una scena (e non la ha neanche tutta la Frisia Occidentale). I Circle Of Friends fanno un punk melodico tirato e ben costruito e aprono il gig. Simpatici, gran cori, pezzi ben costruiti, senza scadere nel pop. Un set divertente.

I Methedrine li ho ritrovati con un equilibrio sonoro pressoché perfetto: hanno una sezione ritmica devastante, che però non incappa nel tranello della monotonia. Dario continua a fare un gran lavoro e l'assenza di una seconda chitarra non si nota. Come livello di potenza espressa siamo nei dintorni della reunion Upset Noise con due chitarre, e al momento la band pare saldamente piazzata in un punto a metà tra HC e metal (il che vuol dire molto più punk di tanto hardcore in cicolazione).

Posso solo augurare loro che questo sia solo il primo dei loro tour europei.

mercoledì 5 aprile 2023

IL VECCHIO, IL NUOVO



 

Ci fui (non da questo numero) perché il Trombetti chiese a Klaus Byron di trovare giovani (ragazzini) che stessero dietro a quel che stava succedendo (in realtà era già successo). Il primo aprile '87 ancora dovevo compiere 20 anni... Era un mondo mooooolto diverso, in cui gli articoli venivano pagati a cartella dattiloscritta (30 righe di 60 battute), e se ben mi ricordo erano 30.000 lire a cartella. Flash, il side project, invece pagava 15.000 a cartella. Klaus (RIP) mi seppelliva di roba da recensire e sarebbe stato facile mantenere le entrate semplicemente scrivendo recensioni da una cartella. Invece feci accettare a Klaus quelle da mezza cartella, ed era pure difficile arrivarci a mezza cartella quando un "no, grazie" poteva bastare e avanzare.

Il Trombetti mi aveva citato alla nausea Zappa: scrivere di musica è come ballare l'architettura (credo fosse più o meno così, sono passati quasi 40 anni e la memoria è quella che è). A me "scrivere di musica" non è mai interessato gran che. Raccontare le storie di certo rock invece sì, e qualche volta penso pure di esserci riuscito, l'ultima su carta stampata grazie a Francesco Ceccamea:


E per il resto in qualche anno di blog e radio. 

Perché non è mai stata solo una questione di vinile o cd: c'erano anche concerti, scene, amicizie, vita. E francamente il recensionismo a cui si stava riducendo il tutto già nei primi 90 (e a cui tutto si è ridotto dopo) era avvilente. E le interviste, non scordiamo quelle indimenticabili interviste che iniziavano "quali sono le vostre influenze?".