Don Branker (Organizzatore del Cal Jam II):
L'hard rock divenne irrilevante per tutta una nuova generazione interessata alla musica
Jaan Uhelzski (co-fondatrice di Creem):
La Disco, la Disco ha distrutto così tanto venendo alla ribalta.
(e queste le lascio in originale)
Sam Dunn:
I Was Made For Lovin’ You baby.
Jaan Uhelzski:
I know. But you know, yah, I have no excuse for that.
In realtà la situazione era abbasta confusa: di sicuro i riflettori dei media erano tutti puntati su disco, punk e new wave, ma negli USA tra i concerti top sellers del 79 ci furono concerti hard rock/heavy metal: Boston-Heart-Van Halen-Nazareth-Blue Oyster Cult-Sammy Hagar al Dallas Cotton Bowl incassò 1.215.00, per dire. Erano dati che furono citati un anno dopo dal Washington Post, ma ormai era il 1980 e nella sfera anglofona heavy metal non era più una parola uncool.
Vero però che quella data a Dallas metteva assieme band il cui nome era in quel momento legato al decennio che si stava concludendo. I Black Sabbath erano nel periodo più basso di sempre, prima dell'abbandono di Ozzy. I Nazareth andavano calando, e la loro popolarità globale sarebbe crollata all'inizio degli 80. Le band americane di quel bill parevano avviate sul viale del tramonto (anche i BOC, in fin dei conti, Mirrors non è certo uno dei loro album migliori), con la debita, immensa eccezione dei Van Halen. Van Halen II è forse il loro apice, per me è l'album più VH che ci sia: un Eddy sopra le righe sempre, nel songwriting, eccezionale, e nel guitarwork, che fa fatica a rimanere sullo stesso riff suonato nello stesso modo due volte di fila. Uno spumeggiante, inarrestabile concentrato di vitalità e creatività.
Ted Nugent con State Of Shock continua imperterrito a proporre la sua formula, e questa volta la cosa gli viene meglio che con il precedente Weekend Warriors, ma per la prima volta non raggiungerà il disco di platino (segno dei tempi). Per gli Aerosmith è l'anno di Night In The Ruts, non esattamente il primo loro vinile a cui si pensa. E' un ritorno alle origini, con un marcato accento sulle sonorità rock blues (Cheese Cake) e ben tre cover, tra cui un blues di Jazz Gillum e Think About It degli Yardbirds.
Nel 1979 i Riot arrivano al loro secondo album, Narita. Ma quasi nessuno si è ancora accorto di loro, di fatto.
Da notare che nonostante l'anno "nero" dell'hard rock e del metal, le sonorità del metal "classico" stanno filtrando in gruppi non proprio collegati al genere. Un esempio sono i Molly Hatchet di Flirting With Disaster, che per essere un gruppo southern rock sfoggiano un suono di chitarra decisamente linea con lo stile hard rock/metal dei tempi (e infatti finiranno nella chart metal di Sounds).
Passando ai gruppi europei, inglesi e adottati dall'Inghilterra, il tour USA 1979 dei Judas Priest (Hell Bent For Leather Tour) non fu un fiasco. Non era la prima volta che la band metteva piede oltreoceano, ma fu il tour che diede inizio alla popolarità americana del gruppo: Unleashed in the East (il live ricavato dalle date giapponesi) sarà il primo lp dei Priest ad arrivare nella top 100 di Billboard.
Gillan arriva al vero proprio debutto del nuovo monicker. Ian Gillan ha sempre avuto incredibile cura nella scelta dei musicisti, ma l'ingresso di Bernie Tormé, recentemente scomparso rende la band del periodo 79-80 un ensemble unico. Da una parte il guitarwork di Tormè, che è decisamente heavy metal, dall'altra Colin Towns, immenso, un tastierista jazz la cui unica incursione nel rock saranno gli anni con Gillan. E poi c'è ovviamente la voce di Ian Gillan. Il primo risultato ufficiale di tutto questo è Mr Universe. Gillan sarà in quegli anni molto a contatto con i nuovi gruppi della NWOBHM, si porterà in tour i White Horse, il cui chitarrista alla fine passerà nel suo gruppo.
Per gli AC/DC è un anno cruciale. E' l'anno di Highway To Hell, l'album con cui il gruppo arriva per la prima volta nelle top 100, un lp circondato da un'aura particolare, l'ultimo con Bon Scott. Dal tour collegato fu ricavato un film, ACDC: Let there be rock, filmato al concerto del 9 dicembre 1979 al Pavillon De Paris, a Parigi, e poi montato assieme a scene del gruppo on the road e a interviste ai membri della band. Spicca l'intervista a Bon Scott, evidentemente a disagio nel suo ruolo. L'intervistatore gli chiede "Come ci si sente ad essere una stella?" e lui risponde "I see stars, sometimes" ridendo quasi imbarazzato. Due mesi dopo sarebbe morto.
Per i Whitesnake è l'anno di Love Hunter. Fece scalpore per la sua copertina (a cui oggi nessuno farebbe caso), e di fatto inizia quella che sarà la sequenza classica degli Whitesnake, che durerà fino a Saints and Sinners (1982), facendo scalare alla band prima le chart inglesi, e poi la Billboard 200.
I Thin Lizzy con Black Rose tornano dopo un'assenza di due anni mettendo a segno un colpo notevole: Black Rose, Waitin' for an alibi, l'immensa Got to give it up diventeranno immediatamente classici della band.
Gli Scorpions trovano la quadra con Lovedrive: si piazzano nelle charts UK e USA, sicuramente anche grazie alla prima delle ballads più classiche, Holiday. Notare che a 40 anni di distanza nessuno o quasi si ricorda il titolo di una delle ballad che gli UFO piazzavano in ogni loro album. Ma Holiday e Still Loving You sono entrate prepotentemente nella storia non solo dell'hard rock, ma anche del pop. A parte questo la band realizza altri brani destinati a far parte del loro repertorio più classico, come Loving You Sunday Morning e Another Piece Of Meat.
A proposito di UFO, è l'anno di uscita del live Strangers in the night, l'ultimo loro vinile a contenere le note della flying V di Michael Schenker (per molti sarà il loro miglior album).
Blackmore guida i Rainbow senza Ronnie Dio alla ricerca di un maggior successo commerciale con Down To Earth, disco certo non dei più ricordati.
Ma soprattutto in UK il 1979 è l'anno dei Motorhead , con Overkill e Bomber . "By the time of Overkill we were getting our sound together",
La formazione classica Kilminster-Clarke-Taylor inizia la sua fase migliore e con Overkill mette a segno una pietra miliare. Ho già parlato della peculiare e immensa importanza dei Motorhead più classici, ma il brano Overkill, in particolare, introducendo per la prima volta la doppia cassa a un ritmo molto sostenuto sarà un punto di riferimento per molti gruppi, e in particolare per quelli che avrebbero fatto partire il thrash metal.
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