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domenica 15 febbraio 2015

Dal crossover al metalcore? ore 21, Venerdì 20 Febbraio

Il 29 gennaio è uscito su Metal Hammer un articolo di Stephen Hill , From Crossover To Metalcore: The Genesis Of A Genre, che mi ha lasciato più che perplesso per il suo punto di vista, focalizzato sugli anni 90, anzi sulla loro fine, con l'emergere del metalcore (e quindi della cosiddetta New Wave Of American Heavy Metal - se mai qualcosa del genere è mai veramente esistito). 
E' inevitabilmente l'ottica di un nato negli anni 80, e l'anagrafe non costituisce una colpa. Ma ridurre il crossover originario alla premessa dei Killswitch Engage è cosa che mi fa letteralmente cadere le braccia.
Se il rapporto di parentela esiste, il metalcore (inteso come l'ondata dell'inizio millennio) è stata la commercializzazione degli effetti collaterali dell'ultima fase del crossover thrash.

Voivod, 1985 - Al centro Michel "Away" Langevin con T-shirt dei Broken Bones
Ma partiamo dall'inizio.
Non è esagerato dire che il thrash metal nasce crossover, e lo fa compiutamente a S. Francisco a partire dall'84. Il contatto della gente che farà la storia del thrash metal con l'hardcore punk non è solo una questione di musica: per quanto estremamente eterogenea la scena hc americana era comunque un underground dove il Do It Yourself (cioè autoproduzione/autogestione) era la cultura dominante. Si trattava di un non semplice contatto tra due sottoculture decisamente diverse, guidato dal comune amore per il rock estremo così come era concepito all'epoca (abbondano i resoconti di scontri violenti tra i diversi gruppi confluiti ai concerti, ma la storia riguarda prevalentemente Los Angeles).

Attitude Adjustement - Andy "Airborne" Andersen
L'inizio della convergenza provocò effetti non banali e non simmetrici.
Se per i gruppi thrash l'acquisizione di un nuovo pubblico era marginalmente positiva, data la dimensione delle due rispettive scene, per i gruppi hc la cosa era estremamente più significativa: "Damaged" (1981) dei Black Flag vendette 60.000 copie, il debutto self titled dei Suicidal Tendencies (grazie al video di "Istitutionalized" in rotazione su MTV nel 1984) 200.000 e passa. I Raw Power, in ragione della loro intensa attività live negli USA, vendettero tramite i circuiti indipendenti - cioè gli stessi dei Black Flag - più di 40.000 copie di "Screams from the Gutter" (1985).
Cos'era cambiato dal 1981, anno in cui i Black Flag, leader indiscussi della scena hc americana, riuscivano a vendere con uno dei loro dischi più importanti solo il 50% in più di quel che sarebbe riuscito a fare un gruppo italiano appena arrivato a suonare negli USA?



Lascio la domanda in sospeso per un attimo, perché c'è una precisazione doverosa da fare: queste sono considerazioni a posteriori. Nessuna delle band di cui sto parlando pensava in termini di carriera e vendite (e non lo facevano più di tanto neanche le etichette indipendenti). Nel caso dei gruppi hc non solo il concetto era alieno, era avversato. Sia per i gruppi thrash metal ai loro inizi che per i gruppi hc il punto focale era la passione : per quella musica, e non solo (difficile da spiegare il forte senso di identità che derivava dall'appartenere alla scena). Ed è la passione il motore della diffusione della musica di questi gruppi. La diffusione interessa a tutti, fin dall'inizio, a partire dai tour dei Black Flag. E la rete mondiale di distribuzione/scambio dei demo agli albori del thrash  andava esattamente nella stessa direzione. Perché per quanto l'aspetto economico non fosse preso in considerazione, scarsa diffusione poteva voler dire tra l'altro  poca gente ai concerti, cosa che qualsiasi band (anche quelle hc) preferisce evitare.

Ritorno alla domanda iniziale. Quello che rende possibile l'eclatante quasi testa a testa tra "Damaged" dei Black Flag e "Screams from the gutter" dei Raw Power è la crescita della scena, sì, ma sopratutto il suo allargarsi al pubblico del thrash. La cosa fu evidente da subito a tutti.
Reed Mullin (Corrosion Of Conformity) la ricorda così:

"Quando metal e punk confluirono eravamo speranzosi. Ecco una nuova audience, non avremmo più predicato il verbo ai convertiti. Invece assorbirono le stronzate superficiali. Assorbirono lo slamming, il fare fanzine, il suonare veloce.... mancarono il fottuto punto". (1)
(A dire il vero le fanzine non furono uno dei prodotti del crossover, ma il senso generale regge ugualmente)

Ruthie's Inn, Berkeley, 1986


Quindi l'avvicinamento creò innnanzi tutto un pubblico meticciato e allargato.
Da un punto di vista culturale, nonostante l'opinione di Reed Mullin, la cosa ebbe un effetto largamente positivo sul thrash metal (in molti casi, a partire dai Metallica, i testi iniziarono a coprire temi politico sociali che fino al giorno prima erano una caratteristica del punk). Ma la cosa non si estese alla critica del rock business, che era stato fin dall'inizio uno dei punti fondamentali del punk (e a maggior ragione dell'hardcore).
Se l'effetto dell'allargamento dell'audience fu positivo sull'hc punk nel breve termine, le cose andarono diversamente sul medio periodo.


Se DRI ("Dealing with it"), Corrosion of Conformity ("Animosity"), Crumbsuckers ("Life of Dreams"), Accused ("Martha Splatterhead Maddest Stories ever Told") mettevano insieme il meglio dei due mondi, ben presto si assistette ad una crescente ed eccessiva (snaturante) metallizzazione nel sound di molte band hc, dagli stessi DRI agli Agnostic front di "Cause For Alarm". Fino ad arrivare nei 90 alla deriva completamente metallizzata di Biohazard e Madball, per non parlare poi di Integrity e del generale dilagare del sound metal nell'hardcore, specialmente in quello della East Coast. I Rorschach in quel periodo sono forse l'ultimo gruppo crossover nel senso stretto del termine - e sono anche un ponte verso lo stile dei successivi Converge e Botch.

Cosa si era perso nel processo? Da una parte l'ispirazione della scena hc originale, che si era andata sclerotizzando su posizioni ultraconservatrici e avrebbe finito per creare le premesse di episodi penosamente significativi (l'incidente di Jello Biafra al 924 Gilman st., 1994), dall'altra l'omologazione di molti gruppi hc al "sistema" del metal, che negli anni 90 era ritornato largamente underground, incardinandosi su alcune grosse etichette indipendenti, alcune nate, altre cresciute sull'onda del death/grind/black metal "by numbers" (ovvero: se non metti in scuderia il gruppo da disco di platino puoi sempre fare profitti con 10 gruppi da 100.000 copie, o 20 da 50.000 e via dicendo).

James Hetfield con Harley Flanagan, ad occhio e croce 1986
Il metalcore è un punto di arrivo di questo percorso.
Per quel che riguarda il sound si passa dalla diversità degli anni 80 alla standardizzazione dei 90 e di inizio secolo (e qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa c'è di hc in Killswitch Engage, Chimaira, God Fobid etc)
Quanto all'attitudine, all'inizio del nuovo millennio la carriera è un obiettivo fin dall'inizio, le band si pongono il problema della sopravvivenza, di come arrivare su MTV2. Il mantenimento della fanbase, con criteri di fatto manageriali, è una priorità. Una prova? Ecco le considerazioni di Doc Coyle, dei God Forbid:

"Jamey Jasta degli Hatebreed una volta mi disse che la tua audience si ricicla ogni 3 anni. Quel che voleva dire è che devi costantemente recuperare fanbase, o la band si estinguerà  La gente va avanti, fa figli, diventa troppo occupata per continuare ad andare ai concerti, cambia gusti, etc . Sono i giovani ad alimentare la bestia della heavy music. I God Forbid hanno avuto questo problema molto presto, quando decidemmo di allontanarci musicalmente dalla scena hardcore e di cambiare la tipologia dei gruppi con cui andavamo in tour. Sapevo che sarebbe successo"

Confrontate queste parole con quelle di Civ dei Gorilla Biscuits (1989), che inizia a vedere gli indizi di questa tendenza:

"The new kids ran, ran
Out the back door fast, and the bands
That came before they had their noses in
The air. Pretending that they care about
Our scene just because our money's
Green. I'll tell you stage dives make me
Feel more alive than coded messages in
Slowed down songs"

"I nuovi ragazzi scappano
scappano veloci dalla porta sul retro
e le vecchie band rimangono col naso per aria
facendo finta di essere coinvolte nella scena
solo per il colore dei nostri soldi.
Ti dirò, i tuffi dal palco
mi fanno sentire più vivo
di messaggi in codice in canzoni rallentate"


Anche a causa  di tutto questo, parlando di hardcore, gli H2O nel 2008 finiscono per domandarsi "Cos'è successo alla passione, alle ragioni per urlare?"



Quindi nei 20 anni dall'85 al 2005 la prospettiva si rovescia: la fusione tra metal e hc è partita da un tempo in cui era la passione a indirizzare le cose ed è arrivata al punto in cui qualche major è riuscita a farsi per l'ennesima volta bei soldoni con gruppi che erano perfettamente funzionali allo scopo, perché non solo erano coscienti del processo, ma lo accettavano fin dall'inizio. Posso dire che la cosa ha influito e non poco anche sulla musica che hanno fatto e fanno?


P.S.:Poi è arrivato il web 2.0 ed è cambiato tutto - oppure no?
P.P.S.: Il metalcore ormai è archiviato a roba del decennio scorso, avanti i prossimi.
P.P.P.S.: Ah, a proposito dell'articolo di Metal Hammer, se i While She Sleeps sono la speranza attuale del metal UK possiamo tranquillamente concludere che l'heavy metal inglese è messo malissimo - e non è una novità.

(1)"Bang Your Head: The Rise and Fall of Heavy Metal", David Konow, pag. 240
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