header

header

mercoledì 4 febbraio 2015

Seattle, all'incirca 1988 - Venerdì 7 febbraio www.garageradio.it

Una delle cose che spesso mi irritano delle voci rock di wikipedia italia è la netta sensazione che nessuno con una conoscenza di prima mano dell'argomento abbia avuto voce nella stesura. Scorro la voce "Grunge" e alla fine trovo un elenco di gruppi in cui figurano Neil Young e le Babes in Toyland, ma non gli Skin Yard. Le L7 sarebbero un gruppo grunge di ispirazione heavy metal (chissà cosa ne penserebbero Donita Sparks e Suzi Gardner). I Green River band sabbathiana (vabbè, ma solo su parte del primo ep, per il resto...) . Jack Endino neanche viene citato. E via così. Se i contributori all'articolo si fossero limitati ad una traduzione della corrispondente voce di en.wikipedia.org avrebbero fatto un miglior lavoro. Per chi fosse all'oscuro dell'argomento forse meglio armarsi di una buona dose di pazienza e leggere la corrispondernte lenzuolata su ondarock



Mi ricordo bene quando il grunge venne fuori, perché essendo la Sub Pop un'etichetta rock underground si appoggiò ai canali di distribuzione mondiali del rock underground, che nella seconda metà degli anni 80 erano largamente sovrapponibili con quelli del punk e dell'hc: una rete di etichette indipendenti che erano anche distributori e viceversa, un network di luoghi che costituivano i nodi di una rete mondiale pronta ad ospitare i tour delle band. In realtà un'altra indie, C/Z, aveva preceduto "sul pezzo" Sub Pop con la compilation "Deep Six" ma si dimostrò molto meno capace di distribuire il proprio catalogo fuori dagli USA..
E' stato così che ho preso contatto coi gruppi di Seattle, all'epoca, precisamente nel 1988: "Ultramega OK" dei Soundgarden uscì su SST (l'etichetta di Greg Ginn dei Black Flag); alla Wide Records (RIP) arrivarono in distribuzione "Superfuzz Bigmuff" e "Touch Me I'm Sick" dei Mudhoney.



Nel giugno dell'89 i Soundgarden suonarono al CSOA Macchia Nera, a Pisa, all'aperto, davanti a un pubblico curioso e perplesso.
Sotto il palco c'era gente che aveva o avrebbe accolto più che calorosamente NoMeansNo, Bad Religion, Scream, Victims Family, D.I, Rollins Band, Jingo de Lunch, Fugazi, Down By Law e pure Isola Posse All Star. Quella sera si ritrovarono davanti un gruppo dal look non granché diverso da quello a cui erano abituati. Ma la musica... per quanto dal sapore un pò punk e alternativo, era indubbiamente heavy rock. E, soprattutto, sul palco c'era l'ultima voce della grande dinastia dei Plant e dei Gillan, Chris Cornell, impressionante anche dal vivo per estensione e nitidezza degli acuti ("Beyond the Wheel"!!!), anche se credo che le ragazze presenti abbiano apprezzato più il suo aspetto che non la sua performance vocale...
Qualche tempo dopo Flying Records (RIP), che distribuiva We Bite (e quindi Negazione, Jingo de Lunch etc) prese a distribuire anche Sub Pop, e in mezzo  all'altro materiale mi arrivò una copia promozionale di "The winding sheet" di Mark Lanegan.

Chris Cornell - Soundgarden live 1991


A causa di tutto questo ho sempre visto il grunge (o meglio, i gruppi di Seattle) come l'ultimo dei movimenti musicali underground degli anni ottanta, l'ultima di quella rapida successione di scene che hanno reso unico il panorama musicale di quel decennio, e non il grande fenomeno commerciale della prima metà dei 90.
Il guardare agli anni settanta non era una prerogativa unica delle band di Seattle, che mescolavano hard rock, punk e garage ("with an healthy respect for noise", secondo le parole di Jack Endino).
In realtà quei sound si inquadravano in un generale guardarsi all'indietro per recuperare quello che punk, hc, heavy metal, thrash (e glam metal) avevano non scartato, ma perlopiù lasciato da parte. Dalla Rollins Band ai Sister Double Happiness (formatisi dalle ceneri dei Dicks, gruppo hc) e ai Masters Of Reality,  dai Black Crowes agli stessi Guns and Roses era tutto un recuperare radici, gli anni 60, i 70, il blues.

Da un punto di vista dei rapporti tra underground e business musicale invece non c'era niente di già visto: per quanto ancora non si potesse sapere alla fine degli anni 80, era in corso la prova generale per tempi a venire.
A differenza delle altre etichette indipendenti Sub Pop aveva un ambizioso piano industriale per la commercializzazione della scena . Che l'atteggiamento di Sub Pop fosse in buona misura predatorio nei confronti dell'underground e delle band è una cosa di cui i gruppi si accorsero più tardi, ed è ben descritta nell'ottimo documentario Hype! (lo trovate su youtube sottotitolato in spagnolo). Se l'argomento vi interessa guardatelo, altrimenti la prossima volta che vi capiterà di vedere Jonathan Poneman dichiarare che Sub Pop voleva solo documentare la scena potreste pure credergli, e mi dispiace constatare che nell'episodio dedicato a Seattle di Sonic Highways succede qualcosa del genere e l'espressione "hype machine" non compare mai . Il volume di affari sviluppatosi sul grunge nei primi anni novanta è stato senza precedenti, e lo stesso si può dire della propaganda con cui è stato tirato su ( "Seattle ...is currently to the rock 'n' roll world what Bethlehem was to Christianity" - Spin, Dicembre 1992).
Un simile processo di scoperta/sviluppo/enfasi mediatica/commercializzazione della produzione di massa sarebbe ben presto stato applicato anche al punk....



Seattle, all'incirca 1988 - Seattle, about 1988 by Friday Extreme Rock Adventures on Mixcloud

Nessun commento:

Posta un commento