Un vecchio amico qualche tempo fa mi diceva : "Hai visto i concerti che ci sono in giro? Sembra di esser tornati al Macchia Nera nell'88". In effetti: SNFU, Dag Nasty, Gorilla Biscuits, Negative Approach, TSOL, Adolescents, Agnostic Front etc etc. Per dire che se i nomi non sono proprio quelli che suonarono a fine anni ottanta nello storico CSOA pisano, l'andazzo è quello. Se si aggiungono Sick Of It All, Offspring e Pennywise. e Biafra che torna anche quest'anno con la sua scuola di medicina, il quadro è completo. Un'estate a dir poco affollata da nomi storici del punk e dell'hc (alcuni ormai non troppo punk e per niente hc, a dire il vero). E tanti, tanti gruppi italiani, vecchi e nuoviì. Sabato 18 sarò al preview di Distruggi La Bassa e per me il punto principale sono gli Indigesti: li ho visti per l'unica e ultima volta in uno storico concerto di 29 anni fa, hanno da tempo un nuovo vocalist e sono veramente curioso.
Dal lato metal non mi sono posto il problema se fosse o no il caso di andare da qualche parte: svenarsi per i Black Sabbath a Verona? Con tutto il bene che posso volere a Iommi e soci, non è cosa. Gli Slayer in versione ridotta, anzi diminuita? Fate pure voi, io passo. I Testament sì, me li andrò a vedere. Ma lo spettacolo complessivo è quello della grossa industria al lavoro sui grossi eventi: eventi di massa per guadagni commisurati. Con la musica, si dice, oggi è l'unico modo per far soldi (e si dice male, perché aggeggini da niente come Google e Spotify con la musica i soldi li fanno, eccome, e a scapito dei musicisti, ma pare che di questo sia poco elegante parlare...)
Veniamo a qualche novità (e a qualcosa di non proprio nuovissimo ma degno di nota).
Da un po' è uscito"Terminal Redux" e di questi tempi si fa un certo parlare di Vektor. E i toni sono spesso quelli di "alla fine un gruppo veramente grande che mette d'accordo tutti".
Sette anni fa i Vektor erano agli esordi su Heavy Artillery ed esibivano un thrash progressivo incardinato su Bay Area, Kreator, Voivod (e Watchtower), con piccoli tocchi goteborghiani qua e là. Il che li distingueva e bene da certi loro compagni di etichetta, tipo Merciless Death, per dire (ma i Municipal Waste di pezzi come "Thrashing is my business" o "Headbanger Face Rip" erano decisamente più divertenti e coinvolgenti, al tempo). Ormai a molti gruppi servono diversi anni per sviluppare compiutamente un linguaggio proprio . I Vektor lo hanno fatto, ed è un linguaggio molto ricercato, molto fiorito, molto articolato, ancora molto ancorato a quello di alcuni padri fondatori del thrash e del prog. I Vektor sono eloquenti anzi eloquentissimi. Sono tecnici, anzi tecnicissimi (alle volte mi fanno pensare che visto che hanno fatto novanta, potrebbero fare cento aggiungendo alla loro compagine un virtuoso delle tastiere). In più non hanno cinquant'anni e non sono la reunion di una band anni ottanta o novanta. E quindi pare che vengano esibiti come prova di esistenza in vita dell'heavy metal. Li senti quei riff? Li senti quei soli? Il metallo c'è, ESISTE! Ecco, e se invece i Vektor fossero splendidamente postumi?
Parliamo di rock'n'roll, ora. Anzi, ancora di metallo.Parliamo di BAT. Stanno uscendo con "Wings Of Chains", e qua c'è un preview. Si tratta del loro primo lp, dove figurano alcuni dei pezzi delle precedenti produzioni e materiale nuovo. Bloodhounds è perfettamente in linea con quanto finora fatto dal gruppo, ma stavolta il suono è decisamente più moderno.
Quando i BAT uscirono col loro demo tre anni fa qualche buontempone li ascoltò (si scaricava aggratisse da bandcamp) e sentenziò: il gruppo hardcore punk di Ryan Waste con l'ex DRI Felix Griffin. E pure lo scrisse in giro per la rete.It's the brave new world, mate. In realtà quel demo, registrato su un 8 piste, uscito in casetta e su bandcamp, era un'operazione di archeologia sperimentale. Una datazione al carbonio 14 probabilmente avrebbe sentenziato: gennaio 1983, più o meno tre mesi. La casetta potrebbe fare la sua figura nella teca di una mostra, con quella data e un'etichetta che reciti "ritrovata nelle midlands inglesi, gruppo mai arrivato a firmare con Neat Records". Ma l'ironia nostalgica dei BAT ha una solida spina dorsale. Per fare rock, alla fine, ci vogliono i cojones. Se non li hai, non te ne puoi far crescere un paio. E dalle parti di Richmond li hanno sempre avuti.
Sono 25 anni da che è uscito "Il regno del cinghiale" dei Tossic, e il gruppo lo ristampa assieme a "Stato brado" (che secondo me è il loro lavoro migliore). Se non conoscete la band , procurateveli. All'epoca li definii tipo "Metallica meets Vernacoliere", ma in realtà andavano oltre. Riffoni ed umorismo surreale.
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