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martedì 30 giugno 2015

Live Report - Tossic @EVO for Denis, sabato 27 giugno, Kaleidos, Poviglio RE

I Tossic... troppo facile andarli a vedere dietro casa, meglio fermarsi sulla via del ritorno da Milano, a Poviglio, per l'EVO for Denis.
Non c'è la folla delle grandi occasioni, a questo benefit che raccoglierà un po' di donazioni per ANT (Associazione Oncologica Domiciliare Gratuita e Prevenzione). E' piuttosto un tranquillo happening, molto rilassato (nonostante l'alta percentuale di death metal), una buona quantità di gente sotto il tendone dell'area predisposta, poca sotto il palco finché c'è luce. Del resto sabato pomeriggio sulla bassa reggiana aleggia una cappa d'afa, non c'è un alito di vento o quasi.

I Tossic vanno in scena che ancora non si è fatto buio, con Federico  (Dead Souls.) che sostituisce Mitch e... sono i Tossic di sempre. Sotto il palco 5 o 6 pogatori. Il Mazza non ha ritorno in spia, ma dal pubblico nessuno se ne accorge... l'esperienza qualcosina conta. Scaletta di pezzi vecchi e nuovi, "Sarcoma", "Strano", "Zona Calva" , "Mot", "Irradio","Birra" , con tradizionale lancio di cazzi di pane sul pezzo omonimo nel finale.
Essere una band storica ( e, chi l'avrebbe detto, loro lo sono) è cosa che può essere vissuta in molti modi diversi. I Tossic lo fanno continuando a suonare per divertirsi, senza aloni nostalgici. C'è solo quello che è sempre stato loro: gran pezzi, impatto sonoro, tonnellate di umorismo irriverente nell'inimitabile stile dei toscani della costa. Se a qualcuno potrà essere sembrato poco, durante la manifestazione si sarà comunque saziato di metallo estremo, growl e blast beat con la pala. Da non amante del genere proveniente dalla precedente era geologica posso solo dire che mi hanno colpito i Distruzione nella loro attuale incarnazione. Peccato per un sibilo insistente che ha sminuto i primi pezzi del loro set e per il suono della chitarra solista che usciva poco.



Due parole a parte sui Tossic

Il Merlino (primo bassista dei Tossic) co-conduceva assieme al Masetti uno dei tre (!) programmi metal su Radio Ulisse, Pisa, nell'84 (un altro dei tre lo facevo io). Stefano Rossi, detto Satana (RIP), lo conobbi nel fango davanti al palco del festival del metal italiano a Gazoldo degli Ippoliti (MN), e allora nessuno dei due aveva raggiunto la maggiore età (aveva una maglietta dei Venom, che aveva scoperto ascoltando la mia trasmissione nell'83).Già un anno dopo il Satana era membro fisso di un informale "metal command unificato Pisa-Pontedera" che diventò il gruppo di thrashers presenti ai concerti prima al Victor Charlie e poi al CSOA Macchia Nera. Un anno più tardi avevamo praticamente smesso di comprare dischi metal - in quel periodo quasi soltanto hardcore.
Nel frattempo avevo cominciato a collaborare con Metal Shock, curando assieme a Masetti la rubrica dei demo.
In questo quadro, quando sentii di "un gruppo del Merlino" onestamente non ci avrei scommesso una lira. Iniziò a girare tra gli amici una cassettaccia (mi pare ci fosse la prima versione di "Come una iena") dove si capiva che la volevano buttare sullo scioccante e l'ironia non veniva proprio fuori. Ma c'era anche un pezzo intitolato "Ian Paice", in cui il Mazza dava quattro botte ignoranti sui tamburi e una voce urlava "Nooooo! Piano! Non così, più piano, Ian Paice è fino, lui..." - al che pensai che forse avevano speranze.
Ammettiamolo, la prima versione di "Cazzi di pane" era oggettivamente infame, ma grazie alla contestazione della Betta al Macchia Nera (un atto dovuto, in fin dei conti) la voce si sparse, e iniziarono a diventare popolari, nella zona. "Case chiuse and little houses" (1990) costituiva un bel passo avanti. Col Mazza alla voce il gruppo aveva trovato la sua strada. Mi capitò per le mani una cassetta live semi ufficiale in cui con il suo classico stile dedicava un pezzo "al nostro fan club, i Metal Trugols di Palaia, Forcoli e Ponte a Buggiano, come on boys!" (e mi piegai in due dalle risate). La formazione classica dei Tossic (Mazza, Satana, Asma e Inseranto) avrebbe colpito nel segno con "Il regno del cinghiale" ma soprattutto col loro lavoro migliore, e forse meno considerato, cioe' "Stato brado". Ed è così che, passando per il palco del Gods Of Death del 92, sono finiti nella storia del metal italiano, che sarà pure una piccola cosa, ma sempre qualcosa è.


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