Ho visto che i "libri di recensioni" costituiscono ormai una nicchia di mercato stabile nel tempo. Personalmente ho sempre trovato la recensione un genere largamente sopravvalutato già nella cosiddetta "golden age" delle riviste metal, e nel mio periodo su Flash avevo sviluppato una certa allergia nei confronti dell'oggetto.
Ma con Route 69. Il 1969 a 33 giri Mox compie una diversa operazione: raccontare il 1969 tramite le uscite discografiche di quell'anno. E inutile precisare che si tratta di un anno cruciale: a Woodstock nei fatti il rock dei '60 celebra contemporaneamente il suo apogeo e l'inizio della sua fine.
Con i '70 alle porte i grandi gruppi prog sono già una realtà, e quelli hard rock pure. E' un anno in cui la marea cambia il suo flusso, e che alcuni segnano come anno di nascita dell'heavy metal a causa dell'uscita dei primi due Led Zeppelin.
Di questo ed altro parlerò stasera con Mox, accompagnando una carrellata di suoni 1969
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venerdì 13 dicembre 2019
mercoledì 20 giugno 2018
Quattro chiacchere con Giancarlo Trombetti e Ruggero- venerdì 22 giugno ore 20.30 garageradio.it Torboli
Mi è sembrato un'ottimo modo per concludere la quarta stagione di FERA.
Come passa il tempo, sono già trascorsi quattro anni. Quattro anni, quattro traslochi della radio. Quattro anni in cui vecchi amici sono stati ritrovati (e persi).
Quattro anni in cui sono state raccontate varie cose: pezzi di storia dell'HC italiano anni 80 rimasti fuori dal quadro fino a poco tempo fa, la faccenda dei rapporti tra HC punk e thrash metal e qualche altra cosa (che per me non sono esercizio storiografico o documentaristico, ma pezzi di vita, e pezzi fondanti, come si dice).
Ma non c'era e non c'è solo questo. E una chiaccherata con Giancarlo e Ruggero (già a Video Music, Radio Rai 2, su Flash e per un periodo voce dei Not Moving) è un modo eccellente (e piacevole) per chiudere questa stagione.
E verso metà settembre ci risentiremo per l'inizio della quinta.
Come passa il tempo, sono già trascorsi quattro anni. Quattro anni, quattro traslochi della radio. Quattro anni in cui vecchi amici sono stati ritrovati (e persi).
Quattro anni in cui sono state raccontate varie cose: pezzi di storia dell'HC italiano anni 80 rimasti fuori dal quadro fino a poco tempo fa, la faccenda dei rapporti tra HC punk e thrash metal e qualche altra cosa (che per me non sono esercizio storiografico o documentaristico, ma pezzi di vita, e pezzi fondanti, come si dice).
Ma non c'era e non c'è solo questo. E una chiaccherata con Giancarlo e Ruggero (già a Video Music, Radio Rai 2, su Flash e per un periodo voce dei Not Moving) è un modo eccellente (e piacevole) per chiudere questa stagione.
E verso metà settembre ci risentiremo per l'inizio della quinta.
venerdì 25 maggio 2018
ALL'ORIGINE DEL TUONO - Venerdì 25 maggio ore 20.30 garageradio.it
La RAI ha moltissimo materiale in archivio su rock, hard rock, metal e dintorni (ogni tanto qualcosa appare su RAI 5), ma non può competere per ovvie ragioni con la BBC.
Sono capitato su questo documentario BBC che dalla NWOBHM guarda all'indietro, verso l'origine dei suoni dell'heavy rock, universalmente collocata all'interno del british blues boom e del suo contorno. Il documentario sorvola su un paio di nomi cardine nella transizione dall'hard rock dei primissimi 70 agli Iron Maiden, ovvero Thin Lizzy e UFO, ma per il resto è una bella passeggiata indietro nel tempo, da quando il rock blues iniziò ad essere pesantemente elettrificato al grande hard rock tra fine 60 e primissimi 70. E' l'occasione per una scaletta a cavallo tra quei due decenni, che segua il filo di imponenti suoni di chitarra distorta.
Sono capitato su questo documentario BBC che dalla NWOBHM guarda all'indietro, verso l'origine dei suoni dell'heavy rock, universalmente collocata all'interno del british blues boom e del suo contorno. Il documentario sorvola su un paio di nomi cardine nella transizione dall'hard rock dei primissimi 70 agli Iron Maiden, ovvero Thin Lizzy e UFO, ma per il resto è una bella passeggiata indietro nel tempo, da quando il rock blues iniziò ad essere pesantemente elettrificato al grande hard rock tra fine 60 e primissimi 70. E' l'occasione per una scaletta a cavallo tra quei due decenni, che segua il filo di imponenti suoni di chitarra distorta.
venerdì 18 maggio 2018
RI-COVER - venerdì 18 maggio ore 20.30 garageradio.it
Metallo, anni 60, anni 70, HC, punk... una scaletta che rimbalza da cover a coverizzati può speziare per mezzo secolo dei heavy rock.
Quanto al ruolo delle cover, quello che fu (visto che ora tra cover band e soprattuto tributi la cosa ha cambiato senso), due righe le ho già scritte
(Ah, le cover degli Attitude mi sono sempre piaciute, fin da quando ascoltai la loro versione di Summertime Blues sul demo che mi arrivò e che ancora conservo)
Quanto al ruolo delle cover, quello che fu (visto che ora tra cover band e soprattuto tributi la cosa ha cambiato senso), due righe le ho già scritte
(Ah, le cover degli Attitude mi sono sempre piaciute, fin da quando ascoltai la loro versione di Summertime Blues sul demo che mi arrivò e che ancora conservo)
martedì 10 ottobre 2017
Roots, di nuovo - Venerdì 13 ottobre ore 20.30 www.garageradio.eu
A parte che mi ritrovo forse un po' troppo spesso nel fine settimana a riascoltare Wheels Of Fire dei Cream (contraddizioni, più il tempo passa più apprezzo i Cream, più invecchio più mi sta sulle scatole Clapton), è giunto il momento di una di quelle puntate che saranno considerate da due gatti e un quarto, come tutte quelle centrate sugli anni 60 e 70.
E' un po' di tempo che ho in testa una di quelle cose futili ma insistenti: ho più volte pescato dalle interviste di Metal Evolution di Sam Dunn, e non c'è bisogno che ripeta che se l'impianto dell'opera è più che discutibile il materiale che ha raccolto è qualcosa di abbastanza unico. Tra questo materiale c'è un'intervista a Randy Holden, inserita quando si parla di Blue Cheer. Ma Holden è stato nei Blue Cheer per una manciata di mesi, tre brani sul sul loro terzo lp, attività live e poi amen, per passare al suo progetto Population II. Sono arrivato ad ipotizzare che Holden sia stato intervistato perché Leigh Stephens, il chitarrista di Vincebus Ereptum, non aveva voglia di essere associato alla storia del metal e dell'hard rock (a differenza di Iggy Pop e Wayne Kramer), mentre Holden dieci anni fa era relativamente fresco di ristampa del suo unico album solista. Ecco le sue parole:
Per quel che mi riguarda suppongo di esser sempre stato attirato da tonalità minori e note potenti, tenevo la chitarra accordate in Re, un intero tono sotto, dai tempi in cui suonavo surf e lo facevo solo perché amavo il suono di quel tuono. Non lo so, ci sono nato, è qualcosa che mi fa dar via di testa. C'è qualcosa, c'è una bellezza in questo. Potevo sedermi e immaginare quale potesse essere il suono nelle vicinanze di una detonazione nucleare e pensavo che forse, avendo abbastanza amplificatori, uno avrebbe potuto quasi arrivarci...
Il Blue Cheer hanno inventato il metal? Non credo, ma sicuramente un filo rosso che li lega agli High On Fire c'è, eccome. Questione di spirito.
E' un po' di tempo che ho in testa una di quelle cose futili ma insistenti: ho più volte pescato dalle interviste di Metal Evolution di Sam Dunn, e non c'è bisogno che ripeta che se l'impianto dell'opera è più che discutibile il materiale che ha raccolto è qualcosa di abbastanza unico. Tra questo materiale c'è un'intervista a Randy Holden, inserita quando si parla di Blue Cheer. Ma Holden è stato nei Blue Cheer per una manciata di mesi, tre brani sul sul loro terzo lp, attività live e poi amen, per passare al suo progetto Population II. Sono arrivato ad ipotizzare che Holden sia stato intervistato perché Leigh Stephens, il chitarrista di Vincebus Ereptum, non aveva voglia di essere associato alla storia del metal e dell'hard rock (a differenza di Iggy Pop e Wayne Kramer), mentre Holden dieci anni fa era relativamente fresco di ristampa del suo unico album solista. Ecco le sue parole:
Per quel che mi riguarda suppongo di esser sempre stato attirato da tonalità minori e note potenti, tenevo la chitarra accordate in Re, un intero tono sotto, dai tempi in cui suonavo surf e lo facevo solo perché amavo il suono di quel tuono. Non lo so, ci sono nato, è qualcosa che mi fa dar via di testa. C'è qualcosa, c'è una bellezza in questo. Potevo sedermi e immaginare quale potesse essere il suono nelle vicinanze di una detonazione nucleare e pensavo che forse, avendo abbastanza amplificatori, uno avrebbe potuto quasi arrivarci...
Il Blue Cheer hanno inventato il metal? Non credo, ma sicuramente un filo rosso che li lega agli High On Fire c'è, eccome. Questione di spirito.
domenica 11 giugno 2017
Un'ora con Giancarlo Trombetti - Venerdì 16 giugno, ore 20.30 www.garageradio.eu
Giancarlo è una vecchia conoscenza, come forse qualcuno saprà.
Personalmente gli ho sempre invidiato le estati londinesi "when the dam began to burst" (o giù di lì): in tanti hanno parlato di NWOBHM, in Italia, ne hanno scritto, hanno pure pubblicato libri. E nessuno di loro era stato là, in quegli anni, a parlare coi protagonisti di quella stagione - e con qualche gigante dell'hard rock dei settanta. Lui sì, e il suo nome non è su nessun libro.
Quel che non gli ho mai invidiato invece è stato il lavoro di redazione: molto più semplice fare il collaboratore, andargli a portare gli articoli a Viareggio e sentire i suoi racconti di quelle storie, di quei concerti, del Marquee, di Reading 80, di Castle Donington. Il fondatore di Metal Shock (poi professionista in Video Music e in radio) ha sempre avuto idee molto precise sulla stampa musicale, e quando dico "sempre" lo dico seriamente. La critica zappiana alla stampa musicale l'ha ripetuta all'infinito, agli allora ragazzini che aveva preso come collaboratori. La critica alla recensionite cronica dell'orticello italiano era anche quella una costante. Perché suppliva al fatto che gli scriventi parlavano di cose che non avevano vissuto, di cui non erano stati testimoni.
Se ha ritenuto futile "scrivere di musica", però è sempre stato ben capace di "raccontare il rock", trasmettendone l'epos, e forse più a parole che con la macchina da scrivere o col PC.
Detto questo, in trasmissione passeggeremo tra blues elettrificato e rock (heavy e non). Garageradio ha ormai un vero esperto, in materia, e questa è solo una benevola invasione di campo, per mantenere una piccola tradizione e ricordare anche quello che Pistoia Blues fu negli anni ottanta.
Personalmente gli ho sempre invidiato le estati londinesi "when the dam began to burst" (o giù di lì): in tanti hanno parlato di NWOBHM, in Italia, ne hanno scritto, hanno pure pubblicato libri. E nessuno di loro era stato là, in quegli anni, a parlare coi protagonisti di quella stagione - e con qualche gigante dell'hard rock dei settanta. Lui sì, e il suo nome non è su nessun libro.
Quel che non gli ho mai invidiato invece è stato il lavoro di redazione: molto più semplice fare il collaboratore, andargli a portare gli articoli a Viareggio e sentire i suoi racconti di quelle storie, di quei concerti, del Marquee, di Reading 80, di Castle Donington. Il fondatore di Metal Shock (poi professionista in Video Music e in radio) ha sempre avuto idee molto precise sulla stampa musicale, e quando dico "sempre" lo dico seriamente. La critica zappiana alla stampa musicale l'ha ripetuta all'infinito, agli allora ragazzini che aveva preso come collaboratori. La critica alla recensionite cronica dell'orticello italiano era anche quella una costante. Perché suppliva al fatto che gli scriventi parlavano di cose che non avevano vissuto, di cui non erano stati testimoni.
Se ha ritenuto futile "scrivere di musica", però è sempre stato ben capace di "raccontare il rock", trasmettendone l'epos, e forse più a parole che con la macchina da scrivere o col PC.
Detto questo, in trasmissione passeggeremo tra blues elettrificato e rock (heavy e non). Garageradio ha ormai un vero esperto, in materia, e questa è solo una benevola invasione di campo, per mantenere una piccola tradizione e ricordare anche quello che Pistoia Blues fu negli anni ottanta.
lunedì 9 novembre 2015
Ash vs The Amboy Dukes - Venerdì 13 novembre ore 19 www.garageradio.it
In "Ash vs Evil Dead" Sam Raimi inquadra un Ash cinquantenne che, dopo essersi stretto la pancia con un busto, sale in macchina per andare a rimorchiare tardone in un bar al suono di "Space Truckin' " dei Deep Purple. La mezza età ha reso l'improbabile eroe della saga "Evil Dead" ("La Casa", "La Casa 2", "L'armata delle tenebre") ancora più cialtrone, stupido, maldestro, sciovinista: assolutamente irresistibile. Quando il protagonista ritrova sé stesso e la sua protesi-motosega, la sua prima battaglia, con gli usuali fiotti di sangue e smembramenti vari, avviene al suono di "Journey to centre of the mind" degli Amboy Dukes - prima ci sono stati pure i Frijid Pink Nel secondo episodio vengono fuori di nuovo i Deep Purple ("Highway Star") ed Emerson Lake & Palmer ("Knife Edge"). Il che rende se possibile ancora più spiccata la natura post-post-post moderna della serie: il sequel attuale di una trilogia anni 80 con una colonna sonora a base di sixties e seventies (per ora, vedremo che succederà dopo).
Tutto ciò è un buon assist per una puntata tra anni 60 e 70, con una buona dose di gruppi della scena di Detroit (da lì venivano Amboy Dukes e Frijid Pink ); ed è anche una buona occasione per ribadire quanto fosse "proto hc" l'approccio di uno dei grandi gruppi di quel periodo, gli MC5. In primo luogo col loro "alzare la posta", e lo dice un personaggio piuttosto qualificato (questa ve la lascio in inglese):
![]() |
The Amboy Dukes |
motherfuckers, they had that James Brown Wilson Pickett Sammy Davis shake going on
and then I saw The MC5 - it was stupefying!"
(Ted Nugent chitarra, The Amboy Dukes)
In secondo luogo, con la loro attitudine :
"C'era un senso di urgenza nel trovare una posizione militante nell'opporsi alla direzione disastrosa che le cose stavano prendendo. Ogni giorno sulla scena nazionale e internazionale c'erano sviluppi, sviluppi politici, che buttavano benzina sul fuoco.
Il Flower Power era carino, ma non abbastanza potente. La mia generazione concordava sul fatto che il modo in cui i nostri padri conducevano le cose era un disastro totale, e che l'unica chance che avevamo era dire qualcosa al riguardo, e dirlo quanto più forte possibile. E trovammo che le chitarre elettriche erano un buon modo per farlo"
(Wayne Kramer, chitarra, MC5)
Parole da scolpire nella pietra, queste....
(Entrambi gli estratti sono presi dalla trascrizione di "Metal Evolution - 2 -Early Metal, US" Banger Films)
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