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martedì 31 gennaio 2017

1977: hard rock, heavy metal (e due righe sui rapporti col punk) - Venerdì ore 20.30 www.garageradio.it

Se si mettono assieme rock e '77, le prime cose che vengono in mente sono: punk, Inghilterra. Tanto che "punk 77" definisce un periodo, una sottocultura, uno stile.
Mentre oltreoceano l'heavy rock rimane assai popolare (il '78 sarà l'anno del Cal Jam II), nonostante già ci siano in giro Ramones e Dead Boys, in UK il punk dilaga diventando il principale oggetto di attenzione della stampa (NME, Melody Maker) e il genere più suonato nei club, a Londra . Per i gruppi hard rock diventa abbastanza difficile trovare spazi, sono stati marginalizzati. Per quel che riguarda festival e grandi arene le cose non sono cambiate gran che rispetto al 1976: il menu di Reading 77 è ancora a base di rock blues, prog, hard rock (Aerosmith, Thin Lizzy, Uriah Heep). Se scorrete la pagina notate un pubblico di capelloni e un proto headbanger, con cartuccera e denim jacket con i logo di  Motorhead, Judas Priest e Scorpions.
L'unico gruppo punk presente nella line up, gli Electric Chairs, viene accolto da un bombardamento di palle di fango e lattine (That's old Reading, folks...).
Tra le due sottoculture c'è ostiltà.

Così John Tucker, l'autore di Suzie Smiled :
Mid seventies when it (il punk, NdR) kicked off it was very much an us or them culture. You didn’t mix, you didn’t attempt to mix and if you did mix there could be trouble. I’ve had bottles thrown at me as I walked past clubs purely for the  crime of wearing a denim jacket (Metal evolution, Banger Films)

L'eco di questa ostilità durerà per quasi tutti gli anni 80. Il disgusto per l'altrui musica è perlopiù reciproco, le accuse sono da una parte "vecchio" e dall'altra "incapacità di suonare decentemente" (In realtà le cose sono un po' più sfumate, vedere quanto dicono Biff Byford e Brian Tatler). Il punk fa del tagliare i ponti con la maggior parte del passato un requisito essenziale (ma non tutti sono d'accordo, vedere quanto scritto da Keith Morris)
Per inciso, sarà bene ricordare che il crossover, per quanto storicamente e stilisticamente importante dal punto di vista musicale, ha riguardato sul piano del costume una minoranza all'interno del metal (una minoranza della minoranza, quindi). E anche dal lato hc a NY, durante la fase youth crew, i ragazzetti che volevano entrare nella scena proveniendo dal metal si tagliavano i capelli...
Questi argomenti apparentemente futili (che in realtà sono uno dei topoi della storia del rock) hanno trovato interesse anche in ambito accademico, e ne è uscito This Ain't the Summer of Love:Conflict and Crossover in Heavy Metal and Punk, di Steve Waksman.

Geoff Nichols
L'unico punto di contatto musicale tra le due tribù sono i Motorhead, che nel '77 debuttano con il loro omonimo lp e sono davvero la grande novità (per il resto, il quadro dell'hard rock non è molto mutato rispetto al '76). Nessuno ha mai sentito niente del genere, fino ad allora. I fan della seconda ondata dell'hard rock dei 70 li amano, i punk li amano (e li amerà ancora di più la generazione delle spiked hairs).
Da notare che questo è anche il punto in cui i grandi dell'heavy rock dei primi 70 vengono "divisi" per ascendenza: Sabbath, Purple, Zeppelin, Alice Cooper dal lato metal, MC5, Stooges, New York Dolls dal lato punk. Considerato che Wayne Kramer considera gli MC5 affini sia al punk che al metal (e dichiara Jimmy Page come una delle sue fonti di ispirazione) e che Iggy Pop non ha mai fatto mistero di non aver troppa simpatia per il punk, la cosa è curiosa.

Il '77 vede anche un'altro debutto degno di nota, quello dei Quartz. Prodotto da Tony Iommi, il gruppo è noto sopratutto perché da lì veniva Geoff Nichols, appena scomparso, che darà un tono assolutamente particolare a Heaven and Hell e Mob Rules, con un tastierismo decisamente atipico e molto "metal", secondo me. Come i Motorhead, i Quartz sono spesso stati associati alla NWOBHM, ma quando sono venuti fuori il fenomeno era lungi dall'essere definito - o definibile.


domenica 22 gennaio 2017

Muri di Marshall e nero di china - quattro chiacchere con Enzo Rizzi - venerdì ore 20.30 www.garageradio.it

Dunque, com'è che cominciava?

Il cielo sopra il porto ha i colori di un televisore sintonizzato su un canale morto

No, non è questa.... ah, ecco:

Nello studio di registrazione, la ragazza si aggiustò la cuffia sulle orecchie e fece un cenno al tecnico. Questi, che si trovava dall'altro lato della cabina di vetro, annuì e premette il pulsante che avrebbe fatto risentire diverse ore di musica registrata.
Il primo pezzo, un rock duro improvvisato (in uno stile comunemente definito angoscia rock), era stato registrato qualche settimana prima. La ragazza era la cantante solista della band. Era la prima volta che sentivano i nastri dopo il mixaggio: per prima cosa avevano dovuto racimolare i soldi per pagare l'affitto dello studio. La ragazza non aveva ancora un contratto per incidere il disco. Forse, non l'avrebbe mai avuto.


Neanche... stop, rewind. Comincia così. Si, proprio in questo modo:

Gold coast slave ship bound for cotton fields
Sold in a market down in New Orleans
Scarred old slaver knows he's doing alright
Hear him whip the women just around midnight

No, non sono gli Stones. Si tratta di un gruppo di motociclisti mutanti, tossici dalle fisionomie corrose, abitanti notturni di un mondo apocalittico,  che cantano in coro "Brown Sugar" (ne "La Notte", di Philippe Druillet)



Poi in realtà Druillet fu l'unico degli umanoidi associati originari a dimostrare un background rock (Moebius era più legato al jazz, stando alle sue interviste)

Restando agli anni urlanti del fumetto francese, Caro su Metal Hurlant metteva in scena un predecessore di GG Allin, ma più estremo: Zyklon B Zombie Junior (che prende il nome da un brano dei Throbbing Gristle) si esibisce in una automutilazione ad ogni concerto. All'ultimo gig  è ridotto ad un tronco senza arti, e la logica conclusione della vicenda viene lasciata all'immaginazione del lettore.





E ovivamente gli umanoidi associati non potevano non arruolare Voss, un brasiliano che non riesce a tenere separato il proprio immaginario rock da quel che produce, per esempio nell'icconografia ambigua di Heilman. Delirante come si conveniva ad un fumetto umanoide, mescolava demoni, improbabili ambientazioni fantascientifiche e un'iconografia heavy rock esagerata che anticipava Mad Max: Fury Road, il tutto in un bianco e nero dai forti chiaroscuri che rammentava più il fumetto "popolare" italiano che quello francese o yankee.
Comunque come già detto una buona dose di immaginario rock imbeve tutto quello che di Voss si vide in Italia (Kar War, L'albero degli spinelli).

Ah, rimanendo in campo umanoide, qualcuno si ricorda di Kebra, il borgataro, che era un fan dei Trust?

Per quel che riguarda i comics a stelle e strisce non si possono non citare i Kiss - il super special del 77, se ben ricordo, finì sulle pagine de Il Mago.
Il mondo supereroistico non aveva tutti questi rapporti col rock (con l'eccezione di Lila Cheney, che però mi ha sempre dato l'impressione di essere decisamente pop anni 80, almeno quando apparve sulle pagine di New Mutants). Certo, c'è "the man himself"disegnato da Bisley, che è estremamente metal. Ma pochi si ricordano che Bill Sienkiewicz (di tutte le sue cose mi è rimasta nel cuore sopratutto "Elektra: Assasin") ha dedicato splendide tavole a Hendrix.

Passando dalla carta alla celluloide (o almeno a quella che une tempo era celluloide) la musica - letteralmente - è cambiata. Avete presente il primo Iron Man? Non mi stupirono gli AC/DC, e non fui eccessivamente sorpreso dai Sabbath. Ma trovarci "Istitutionalized" dei Suicidal Tendencies mi lasciò piuttosto stranito, ennesima dimostrazione della capacità del mainstream di inglobare di tutto, ma proprio di tutto.


Da ultimo arriviamo ad una delle matite più originali del fumetto italiano del nuovo millennio, Gipi, non estraneo alle vicende dell'hardcore a Pisa. Ne "La stanza" racconta la storia di un gruppo di ragazzi che ottengono una sala prove, e di quel che ne segue. Guardateli bene: facile immaginare che il loro rock sia un qualche tipo di punk, se più vicino ai Germs o ai Fugazi non è dato di sapere...


Questi sono solo frammenti, una manciata di ricordi recuperata da un memoria arrugginita (These fragments I have shored against my ruins, etc).
Se l'argomento vi interessa, qua ne avrete più che a sufficienza. Si, il sito è francese e in francese, lo sapete come sono i francesi, no? Baguette, paté, Bé-Dé.

E veniamo all'ospite, di cui ho già parlato in un paio di occasioni (qui e qui). Come già detto la mia strada si è incrociata con quella di Enzo Rizzi quando lui iniziava a disegnare ed io stavo smettendo di scrivere. Qualche anno più tardi, è conosciuto per aver creato un personaggio ormai cult, Heavy Bone, che lascio descrivere al suo creatore:
Heavy Bone interpretato da Giuseppe Palumbo
Heavy Bone non è un personaggio qualunque. Heavy Bone è uno zombie in jeans attillati e stivali, puzza come può puzzare sole un cadavere ambulante che non vede la doccia da cinquant'anni, vomita acido, porta nel suo pancino due simpatiche bestioline zannute di nome Rock e Roll ed è un killer di rockstar. Avete capito bene: chi pensate che abbia fatto fuori Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e tutte (e quando dico tutte intendo proprio tutte) le altre figure più o meno importanti del panorama rock, dagli albori ad oggi? No, cari, non si è trattato di incidenti. Da Robert Johnson in poi uno ed uno solo è il responsabile di questo stillicidio di morti eccellenti. Al servizio nientepopodimeno che di sua maestà infernale in persona, Heavy Bone ha svolto e sempre svolgerà il suo compito con implacabile efficienza e brutale sadismo.

Quanto al creatore di tale abominio, ecco la sua biografia:

Enzo Rizzi è il creatore di "Heavy Bone - il serial killer di rockstar", protagonista in passato di una mini-serie di quattro albi (Inksteria) e successivamente di quattro volumi editi dalla NPE intitolati "Heavy Bone: La Storia del Metal"
,"Heavy Bone: Diabulus in Musica", "Heavy Bone: La Storia del Rock" ed "Heavy Bone: La Storia della Musica Pop".. Nel 2014 grazie al suo "Heavy Bone" vince il "Gran Premio Autori ed Editori /Fullcomics&Games" nella categoria "Miglior Autore italiano". Nello stesso anno il suo zombie metallaro esordisce negli Stati Uniti sul prestigioso "Heavy Metal" magazine, diretto da Kevin Eastman ( creatore delle tartarughe Ninja). Ha collaborato con il portale "True Metal", con la collana "Danze Macabre" (CRAC ed.),con la collana "Horror Project" (Universitalia), con "CUT UP" ediz. , con i Fan Club italiani di Kiss, Aerosmith, Queen e Metallica nonchè con le riviste metal "Flash" e "Rock Hard".Sue illustrazioni sono state pubblicate inoltre su un paio di "Almanacchi della paura di Dylan Dog", su "H/M", "Hard" e "Metal Shock" , ha collaborato con le riviste "Metal Hammer" e "Metal Maniac" e collabora con il portale "Loud and Proud". Ha realizzato copertine, poster,locandine, T-Shirt, gadgets e mascotte per diversi gruppi rock / metal italiani. Laureato in Lingue e Letterature Straniere, vive e lavora a Taranto.

Last but not least, ora questo antieroe esce in una miniserie con fior di collaborazioni, i dettagli li potete trovare qua.

Tavola dalla nuova miniserie di Heavy Bone

martedì 17 gennaio 2017

1987 - thrash, hardcore, crossover -Venerdì 20 Gennaio ore 20.30 www.garageradio.it

A ritornare con la memoria a 30 anni fa, l'87 mi sembra un anno in cui tante delle spinte propulsive che avevano animato la prima metà degli ottanta si stanno esaurendo. L'hardcore non è morto, come ha sostenuto Steven Blush, ma ha consumato quasi tutto il suo carburante in molti luoghi - in California, per esempio, e anche in Italia dove a giugno, al Casalone (Bologna), darà un'ultima gran dimostrazione prima di iniziare un lento declino.
Si sono sciolti per esempio Dead Kennedys e Black Flag. I Circle Jerks invece sono in ottima forma ed escono con VI, album dalle sonorità più rock del solito, tra i loro migliori (c'è pure una cover di Fortunate Son dei Creedence). I Descendents concludono la loro fase classica con All - poi Milo se andrà (per anni) e il titolo dell'album diventerà il nome della band senza lui alla voce. A Orange County gli Adolescents si riuniscono dopo cinque anni e viene fuori Brats in Battalions.
A Washington DC l'85 ha chiuso la fase hc e iniziato la fase post hc con Rites Of Spring, Embrace, Soulside - pare che gli unici a continuare per la loro strada siano gli Scream (con Dave Grohl alla batteria) e i Dag Nasty.
Il livello di energia è ancora molto alto a New York - e in Inghilterra, dove stanno venendo fuori fatti "nuovi", destinati ad influenzare tanto il metal che l'hc.
Da un paio d'anni in UK era venuto fuori un HC sganciato nel suono dall'anarcho punk dei primi 80, decisamente crossover fin dall'inizio (basta pensare a Concrete Sox, Sacrilege, Heresy). L'87 è l'anno di una nuova mandata di gruppi di questa scena. A molti, compreso il sottoscritto, i nuovi gruppi inglesi sembrarono grezzi e regressivi. Mi ricordo una C-90 con Ripcord da un lato e Scum (1987) dei Napalm Death dall'altro che girò velocemente di mano in mano, suscitando la stessa reazione: "Robaccia". Robaccia che però piacque molto a John Peel (o forse lui credette che sarebbe piaciuta, che aveva potenziale). Mi sono chiesto spesso cosa sarebbe successo ai Napalm Death se Peel non avesse calorosamente appoggiato la loro causa. Fatto sta che di strada ne hanno fatta parecchia, di seguaci pure, e soundscan li piazza al numero 7 nella classifica dei top sellers death metal negli USA. Sui Napalm Death avrei dovuto iniziare ad accorgermi di un gap generazionale. "Kids want noise", ha detto Jess Cox, ed io non ero più un ragazzino.
Notare che prima di firmare con Earache (di cui faranno la fortuna), i Napalm Death erano stati in contatto con la Pusmort (Attitude Adjustement, Septic Death, Christ On Parade, Poison Idea). Ma alla fine non erano arrivati a niente - forse Pushead non era particolarmente convinto.
Per i CCM attraversare quella scena nel tour inglese dell'87 fu una specie di incubo, come racconta Antonio Cecchi in No More Pain. Su fb, qualche tempo fa, ho scambiato quattro chiacchere con un tipo del giro DIY UK che li aveva visti a Nottingham. Erano stati fischiati perché il frontman non parlava in inglese (Syd doveva essere extremely pissed, per rivolgersi al pubblico in italiano, in Inghilterra). Fatto sta che Ian Glasper inquadra bene le sorgenti di ispirazione di quella nuova scena inglese. Siege e Wretched, per esempio. E se a 18 anni vai matto per i Wretched (i milanesi avevano fatto un lungo tour inglese, nell'85), è difficile che ti piacciano i CCM di Into the Void.
Nell'87 i Doom incidono il loro primo demo, War is Big Business. E ripeto che all'epoca, nel mio giro, nessuno sentiva il bisogno di un ennesimo gruppo dischargiano. Di gruppi inglesi ci piacevano gli Stupids, che con i germogli del grind e del crust non avevano niente a che fare, e ovviamente i veterani Broken Bones, che nell'87 escono con FOAD. Sulla copertina del disco c'è un BBHC inscritto in una X fatta con due tibie, a dimostrare che Bones e soci si sentono parte della scena HC.

Token Entry
New York è in piena fase youth crew. Un certo appiattimento sonoro su moduli stilistici assai rigidi caratterizza quasi tutti i gruppi nuovi che vengono fuori in questa fase ma, per esempio, dal Queens arrivano i Sick of It All e gli ormai dimenticati Token Entry (che terranno a battesimo i Gorilla Biscuits sul palco del CBGB). Ma ci sono anche dei veterani della prima scena newyorchese, quella skinhead, che arrivano per la prima volta su vinile: i Warzone debuttano con il classico Don't forget the struggle, don't forget the streets.
In California stanno venendo fuori gruppi nuovi, la loro base è il 924 Gilman Street a S.Francisco: ma è una scena che perlopiù sta costruendo un rinnovato sound punk, lasciandosi l'hardcore alle spalle.
Basta vedere le band incluse in Turn it Around (1987), compilation di Maximum Rocknroll: Corrupted Morals, Operation Ivy, Crimpshrine, No Use For A Name, Sewer Trout, Isocracy. Quasi tutti usciranno su Lookout Records. Nessuno se lo immagina, all'epoca, ma si scaldano i motori per il grande successo commerciale del pop punk nei novanta. Però Lookout nel 1987 fa anche uscire Pain of mind , primo lp dei Neurosis (sì, erano decisamente dischargiani, all'inizio, ma erano un caso a parte e per me fu amore al primo ascolto).

Voivod, 1987
Il thrash metal... per il thrash metal nell'87 ci sono gli Anthrax, che escono con Among the living, e i Metallica che escono con The $5.98 E.P.: Garage Days Re-Revisited. Hetfield si fa fotografare con tshirt SNFU, nell'ep c'è un medley di due cover dei Misfits. Rispetto all'anno precedente sembra che non sia cambiato gran che, nello spirito (ma anche quell'ep sarà destinato al platino, negli USA), parrebbe che la morte di Cliff Burton non abbia intaccato l'attitudine del gruppo. In realtà le major hanno già capito che il thrash può dare buoni frutti (per loro). Per esempio il debutto dei Testament, The Legacy (1987), esce per Atlantic, il secondo lp degli Overkill, Taking Over (1987) esce in cooperazione tra Megaforce e Atlantic.
I Death Angel, invece, debuttano da par loro su indie, con The Ultra Violence (Enigma, 1987 - la EMI non se l'era ancora comprata). A Los Angeles si conclude (pro tempore) la produzione discografica degli Agent Steel con Unstoppable Force, e inizia la vicenda degli Holy Terror con Terror and Submission.
I Voivod restano su Noise ed escono col loro capolavoro Killing technology (1987).

Il crossover è ormai un fatto consolidato. I Corrosion Of Conformity escono con Technocracy, ultimo EP prima di passare direttamente al metal, con un completo cambio di sound. E' l'anno di Money Talks dei Cryptic Slaughter, dell'esordio dei Wehrmacht Shark Attack (lo attendevo dai tempi del demo Beermacht).
Dopo un lungo silenzio, i Suicidal Tendencies escono con Join The Army. La formazione non è più quella del classico debutto, a Venice la scena è completamente crossover da un paio di anni e il nuovo disco dei Suicidal, pur mantenendo qua e là agganci al sound originario, sterza molto sul metal.
E poi ci sono MOD e DRI.
USA for MOD sembrava proprio un modo per tirar su un po' di cassa sull'onda dell'inatteso successo degli Stoormtroopers Of Death. Il problema è che Billy Milano non sapeva dosare la provocazione, e AIDS (tradotto con anally inflicted death sentence) parve una sparata per compiacere le tendenze omofobe e destrorse della scena newyorkese.
Coi DRI il discorso era diverso: fin dalla copertina Crossover era una dichiarazione programmatica ("pretenzioso", sentii dire da un veterano della scena)- si passa al metal (e si passa all'incasso). Oggi a riascoltarlo non fa questo effetto, ma ricordatevi che all'epoca tutti avevano ancora nelle orecchie Dealing with it. Il passaggio da brani di due minuti a brani di cinque non fu preso affatto bene da molti.

Addendum: ho tralasciato la Germania, dove se in campo thrash Kreator, Destruction e Sodom sono in piena attività, il più americano dei gruppi hc tedeschi, gli Spermbirds, esce con il secondo lp Nothing To Prove, ma sopratutto i Jingo de Lunch debuttano con Perpetuum Mobile, dimostrandosi fin da subito qualcosa di diverso da tenere d'occhio.

Chiaramente sono andato a memoria, senza fare gran ricerche. ma se fate un confronto con l'86, potete trarre le vostre conclusioni.

lunedì 9 gennaio 2017

HC italiano anni ottanta (ed altro) - con Alessandro Paolucci (Testemarce, Raw Power, Rebel Devil) e Antonio Cecchi, venerdì 13 gennaio ore 20.30 www.garageradio.it

Tra i cliché più triti degli intervistatori italiani alle prese con gruppi stranieri c'è la famosa domanda "Conoscete gruppi italiani?".
Personalmente l'ho posta un'unica volta in vita mia. Intervistai Alex Skolnick e Eric Peterson alla fine della data  reggiana Testament/Anthrax del settembre '87 e, verso la fine, la posi.
La risposta fu un "noooo" abbastanza scocciato con allegati stanchi scuotimenti di testa e spalle alzate.
"Neanche i Raw Power?" chiesi. Skolnick riacquistò tono all'improvviso per ribattere con forza "Ma i Raw Power sono di San Francisco!". Al che che spiegai ai due giovani chitarristi presi in contropiede che in realtà i Raw Power provenivano da un paesone poco distante da lì.
Credo sia capitato anche il contrario, cioè che un intervistatore abbia fatto la domanda a un gruppo yankee, abbia avuto "Raw Power" come risposta e che sia stato lui a non sapere chi fossero...
Questo per dire che non solo sono il gruppo HC italiano più longevo (anche se dopo la scomparsa di Giuseppe Codeluppi ovviamente le cose non possono più essere le stesse), ma in assoluto quello più noto in USA. Tra l'altro amato, come si sarà capito dall'aneddoto iniziale, dalla gente della scena thrash della Bay Area: non è un caso se una loro registrazione (pessima) è stata comunque inserita in "Eastern Front 3 - Live at Ruthie's Inn", assieme a DRI, Sentinel Beast, Legacy (cioè i futuri Testament), Blind Illusion, Death Angel, Vio-lence, Heathen, Forbidden Evil, Sacrilege BC e via dicendo.
E tutto principalmente grazie all'intensa attività live oltreoceano e a "Screams from the gutter", un disco che è stato importante tanto per l'hc italiano quanto per il crossover: 40.000 copie vendute tramite il circuito indipendente - in buona parte comprate anche dai thrashers della prima ora  Perché furono probabilmente il primo gruppo hc italiano a piacere a quella nuova mandata di metallari? Facile: velocità, energia, aggressione, ma anche, come si dice, musicianship. Se Giuseppe, detto Paco, era il motore e l'anima del gruppo, Davide era un autentico guitar hero e Helder il classico batterista tellurico che usava la doppia cassa  (e pure il campanaccio, che per molti è uno dei fingerprint dell'hc italano dell'epoca) - e si sa, il saper suonare era uno dei criteri cardine di giudizio per qualsiasi metallaro, nei primi anni ottanta.
I Raw Power sul retro copertina di "Mine To Kill", a destra Alessandro Paolucci
Sul versante hc, in Italia ai tempi gli hanno fracassato i testicoli per via del cantato in inglese, ma alla fine "State Oppression" è diventata comunque uno dei brani più citati per rappresentare l'hc italiano anni 80.
Raw Power e CCM hanno fatto parecchia strada assieme, come è raccontato in "No More Pain", e quindi venerdì avrò ospiti in studio Alessandro Paolucci (che fu basso dei Raw Power negli anni ruggenti) e Antonio Cecchi, sempre benvenuto a FERA.