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giovedì 21 dicembre 2017

Tre anni e un mese - FERA di fine 2017- 22 dicembre ore 20.30 garageradio.eu

E così nel novembre 2017 FERA è arrivato a compiere tre anni. Tre anni come blog, perché il programma radio era iniziato un paio di mesi prima.
Un terzo anno in cui, coralmente, è stato dato un ulteriore contributo alla storia dell'HC italiano anni 80. Ce n'era bisogno? Credo di sì, e l'interesse che è stato dimostrato per No More Pain di Antonio Cecchi ne è una prova (qualcuno lo aveva sconsigliato di scrivere il suo memoriale, perché tutto era già stato scritto, e quel qualcuno si sbagliava).
E' stato un anno che ha visto un altro trasloco di Garage Radio, e che pare abbia dimostrato che le FM locali, a noi, non servono, anzi.
E' stato un'anno gravato da una notizia brutta e tristissima.
E' stato un anno in cui mi hanno chiesto, ancora, di raccontare il metal e il thrash degli eighties, e forse questi miei contributi appariranno assieme ad altri in un libro l'anno prossimo.
Al di fuori del campo thrash/HC, una delle puntate di quest'anno che mi hanno fatto più piacere in assoluto è stata una chiaccherata con Giancarlo Trombetti. Erano passati tipo 25 anni dall'ultima volta che ci eravamo sentiti, ma certe cose restano uguali, inattaccate dal tempo.
Nel 2018 verrà continuato il viaggio nell'HC italiano anni 80, ma non solo. I gruppi nuovi non mancano, e parleremo di e con alcuni di loro. E ci dovrebbe essere qualcosa con una vecchia provocatoria avanguardia che ritorna sotto nuove spoglie. Quindi risintonizzatevi, a partire dal 12 gennaio prossimo, sempre su garageradio.eu .




sabato 9 dicembre 2017

Ombra Franti Stato Brado @Newroz, Pisa, 8 dicembre 2017

Sergio Milani si è messo a fare folk, e da un po'. Vabbè, pensai quando lo seppi, di punk e hc, se uno fa della musica una delle sue ragioni di vita, magari ci si stufa pure. I Kina sono stati tra le grandi storie dell'HC italiano anni ottanta (e oltre), se non esistono più ci saranno ottimi motivi.
Piccolo particolare: gli Ombra schierano in prima fila chitarra acustica, banjo e fisarmonica (ottima), ma dietro tengono i muscoli con chitarra e basso. Nel loro folk up tempo c'è tanta, tantissima spina dorsale e spirito punk (in certi brani ricordano vagamente i Vandals). E se finiscono la scaletta con tre brani dei Kina, culminando in Questi Anni, beh, la storia non è dimenticabile o cancellabile: è ancora lì, tutta quanta.

La serata è stata aperta da Stato Brado, per poi continuare con un 'intensissimo set elettro acustico dell'attuale incarnazione dei Franti. Set più acustico che elettrico, ma che acustico, senza levare nulla al basso, anzi; eccellente voce femminile. Loro dicono che possono ancora migliorare, ma già così, garantisco, imperdibili, con una mucisianship che finisce per ipnotizzare. Una questione di suoni.

Franti 2017, by Lisa Pi

giovedì 30 novembre 2017

Cos'è Heavy Metal? venerdì 1 dicembre ore 20.30 garageradio.eu

"Heavy metal" fu termine usato per la prima volta per il primo lp dei Sir Lord Baltimore in una recensione su Creem? Pare sia così. L'articolo era di Mike Saunders, ovvero Metal Mike, che una decina di anni più tardi divenne il frontman degli Angry Samoans (che ovviamente con l'heavy metal non c'entrano niente)
Nel '79 Creem metteva assieme sotto l'etichetta "heavy metal" Zeppelin, Heart, Queen, Ted Nugent, Aerosmith. Accostamento quanto meno bizzarro, coi metri di oggi.
Per quelli della mia mandata heavy metal è stato denim & leather, capelli lunghi, Saxon, Iron Maiden, Priest. Verrebbe da pensare che l'unica costante dai tempi del primo Black Sabbath siano i capelli lunghi, ma neanche questo è vero, almeno da fine 90. Per qualcuno metal è Chuck Schuldiner, per altri il corpse paint. Metal richiederebbe il guitar hero o il "maestro d'ascia", ma anche quello non è vero: una quantità di gruppi da 25 anni a questa parte lascia perdere e non ci pensa gran che.
Alla fine, probabilmente, heavy metal è quello che si è incontrato a 13 o 14 anni, quando si è ascoltato qualcosa che ci ha affascinato e qualcuno ha detto "quello è heavy metal". E per forza di cose cambia con le generazioni.

(E ovviamente per me Heavy Metal è anche una rivista, e un film di animazione)




venerdì 24 novembre 2017

Stop Al Panico - Cosa nostra - Venerdì 24 ore 20.30 garageradio.eu

Tornano i Cosa Nostra, di cui e con cui abbiamo parlato qua e qua, e tornano... con una cover. Facile ironia a parte, la versione di Cosa Nostra della storica Stop Al Panico di Isola Posse All Star non è una cover, ma una completa riscrittura in chiave HC di uno dei più storici brani dell'hip hop italiano.
Allora c'era la pressione (che culminò con lo sgombero) sull' Isola nel Kantiere, uno dei più bei posti dell'HC italiano della fine anni 80. Oggi ci sono le vicende di XM24 (come l'altro ieri ci sono state quelle di Atlantide). Bologna la rossa (o rosé, rosino, bianco appena rosato) ha un curriculum di sgomberi tra i più nutriti del paese.
Di tutto ciò parleremo con Giangiacomo De Stefano, assieme a Riki Signorini. Esserci (collegati allo streaming)!




mercoledì 15 novembre 2017

Metallo d'antan, tra suggestioni progressive ed altro - venerdì 17 ore 20.30 garageradio.eu

Cadendo la trasmissione di venerdì 17 tornano bene i Mercyful Fate. Non quelli della reunion, quelli originari, che bene o male hanno lasciato un segno indelebile nella storia del metal.
1982, la NWOBHM sta raggiungendo il suo culmine e siamo nell'era dell'informazione lenta. La Ebony Records, la più tardiva delle etichette venute fuori con la nuova ondata dei gruppi inglesi fa uscire Metallic Storm, la sua seconda compliation: tutti gruppi ignoti e destinati a rimanerlo (Tantrum, Scimitar, Mean Machine etc), tutti tranne uno: Mercyful Fate. Ma Metallic Storm non ricevette questa incredibile accoglienza internazionale. Era l'anno di The number of the beast e di Screaming for vengeance, dei Raven di Wiped Out e dei Venom di Black Metal (Neat Records), dei Witchfinder General di Death Penalty (Heavy Metal Records). Insomma, la Ebony non aveva raccolto molto interesse, all'epoca. Ma verso la fine dell'anno i Mercyful Fate uscirono con un EP self titled sulla sconosciuta Rave On Records. E per l'inizio del 1983 il loro nome iniziò a circolare su qualche rivista specializzata. Satanismo, spettrale cantato in falsetto, tecnica e durezza e velocità in linea con il trend del momento, anzi, forse un poco superiori. Questo veniva detto e scritto.
Inutile dire che in Italia arrivò di importazione e per averlo mi toccò svenarmi o giù di lì.
La consacrazione definitiva fu in quello stesso 1983 con l'uscita di Melissa. Il nome della band aveva attorno un alone arcano e sinistro, si parlava del teschio che King Diamond si portava dietro come mascotte del gruppo, di inspiegabili incidenti ai loro concerti...
Ma a parte questo c'erano alcune opinioni comunemente diffuse. Innanzitutto l'approccio del gruppo era progressivo: quanti riff ci sono in Into the coven ? E poi erano collocati nel segmento di testa  della fazione più duro più veloce più cattivo, destinati ad avere un influsso non secondario sulla prima generazione di gruppi thrash, senz'altro sui Metallica di Ride The Lighting, per esempio. Quando gli Slayer uscirono con Hell Awaits era opinione comune che il disco beneficiasse di un'influenza Mercyful Fate.
Com'è che un gruppo del genere sia stato etichettato (anni dopo il suo scioglimento) black metal è una cosa che mi ha sempre lasciato interdetto. Il corpse paint? King Diamond si era ispirato ad Alice Cooper e ai Kiss, vogliamo inserire tra gli antecedenti del black metal anche loro? Ah, ok: corpse paint più satanismo. Un po' poco per metterli assieme a Darkthrone e Mayhem.



La scaletta: due passi per il metal progressivo degli 80

giovedì 9 novembre 2017

Raw power - intervista - venerdì 10 novembre ore 20.30 garageradio.eu

FERA ritorna dopo una breve pausa con la chiaccherata con Mauro dei Raw Power (che ha coinvolto anche Riki Signorini, Antonio Cecchi e Alessandro Paolucci) registrata in occasione della bella serata al Newroz, a Pisa
Poco da fare, il nome dei Raw Power continua ad essere "il" nome per eccellenza, nel mondo, per quel che riguarda la storia dell'underground italiano, a dimostrare che certe storie lasciano segni persistenti.
Nell'intervista tra l'altro sono messi nero su bianco, per così dire, alcuni meccanismi della musica dal vivo, in Italia e nel mondo.



mercoledì 18 ottobre 2017

Il giro di boa del '90 - venerdì ore 20.30 www.garageradio.eu

Pesco due citazioni sul passaggio tra 80 e 90 da NYHC di Tony Rettman:


Durante l'era dei 90 nessuna delle band che avevano influenzato NYHC suonava come suonava il NYHC agli inizi... l'hardcore come cosa separata dal metal, il tipo di hardcore che ancora riconosceva il punk come un lontano cugino, questa roba era stata perlopiù spazzata via (Howe Abrams, In-Effect Records)

Mi ricordo che ero in tour con i Gorilla Biscuits in Europa. Qualcuno mi passò Bleach dei Nirvana e fu tipo "Wow!". Era il periodo in cui vennero fuori i Fugazi, e questo era anche più interessante per me, era qualcosa che mi sembrò più adulto a cui mi volevo attaccare (Jordan Cooper, Revelation Records)

(Ho la netta impressione che più di un veterano si ricordi di aver vissuto le stesse sensazioni ed impressioni).

Il metal è stato prevalentemente molto più refrattario ai venti del cambiamento. O forse no, visto che i gruppi grunge fecero le copertine delle maggiori riviste del settore internazionali, nei primi novanta. Ma il metal estremo sì, il cordone ombelicale col il thrash delle origini era quasi completamente reciso (poche eccezioni, Sadus, Sepultura prima di Roots)

Fatto sta che una buona istantanea del cambiamento in campo metal è costituita da questa compilation:


La mutazione nella percezione del metal estremo e della sua storia ha portato a una serie di visioni un po' storte in chi è cresciuto col metal nei 90. Di recente mi è capitato di sentir dire che il rapporto con l'HC punk è stato importante per il metal estremo, e che i gruppi più importanti in materia sono stati Siege e Larm (!). Oppure che il metalcore è il diretto discendente del crossover thrash (!!!).

Eppure... eppure il panorama offerto da questa copertina è parziale. All'epoca da Earache mi arrivavano promo (tape, test pressing, etc) anche di Naked City, Painkiller, Godflesh, Scorn: l'altra faccia del grind. E pure in campo HC e post-hc esisteva una vena non stagnante e non regressiva, dal punto di vista creativo. Al di là dei già citati Fugazi e alla prima versione della Rollins Band, si può immaginare una linea evolutiva che va da Neurosis e Rorschach fino a Converge e Dillinger Escape Plan, passando per i Botch.

Addendum: all'epoca, al volgere dei 90, le etichette indipendenti storiche come SST, Touch And Go, Dischord non facevano uscire quasi più niente di HC, . A causa della mia storia a me arrivavano contemporaneamente promo o dischi di Deicide, Sarcofago, Napalm Death, Jesus Lizard, Laughing Hyenas, Lard, Mark Lanegan, Skinyard. Inutile precisare da che parte pendevo. La scaletta sarà un excursus tra roba "troppo intelligente", come la definisce una mia conoscenza.


martedì 10 ottobre 2017

Roots, di nuovo - Venerdì 13 ottobre ore 20.30 www.garageradio.eu

A parte che mi ritrovo forse un po' troppo spesso nel fine settimana a riascoltare Wheels Of Fire dei Cream (contraddizioni, più il tempo passa più apprezzo i Cream, più invecchio più mi sta sulle scatole Clapton), è giunto il momento di una di quelle puntate che saranno considerate da due gatti e un quarto, come tutte quelle centrate sugli anni 60 e 70.
E' un po' di tempo che ho in testa una di quelle cose futili ma insistenti: ho più volte pescato dalle interviste di Metal Evolution di Sam Dunn, e non c'è bisogno che ripeta che se l'impianto dell'opera è più che discutibile il materiale che ha raccolto è qualcosa di abbastanza unico. Tra questo materiale c'è un'intervista a Randy Holden, inserita quando si parla di Blue Cheer. Ma Holden è stato nei Blue Cheer per una manciata di mesi, tre brani sul sul loro terzo lp, attività live e poi amen, per passare al suo progetto Population II. Sono arrivato ad ipotizzare che Holden sia stato intervistato perché Leigh Stephens, il chitarrista di Vincebus Ereptum, non aveva voglia di essere associato alla storia del metal e dell'hard rock (a differenza di Iggy Pop e Wayne Kramer), mentre Holden dieci anni fa era relativamente fresco di ristampa del suo unico album solista. Ecco le sue parole:

Per quel che mi riguarda suppongo di esser sempre stato attirato da tonalità minori e note potenti, tenevo la chitarra accordate in Re, un intero tono sotto, dai tempi in cui suonavo surf e lo facevo solo perché amavo il suono di quel tuono. Non lo so, ci sono nato, è qualcosa che mi fa dar via di testa. C'è qualcosa, c'è una bellezza in questo. Potevo sedermi e immaginare quale potesse essere il suono nelle vicinanze di una detonazione nucleare e pensavo che forse, avendo abbastanza amplificatori, uno avrebbe potuto quasi arrivarci...


Il Blue Cheer hanno inventato il metal? Non credo, ma sicuramente un filo rosso che li lega agli High On Fire c'è, eccome. Questione di spirito.






domenica 8 ottobre 2017

Raw Power, Straight Opposition, Short Fuse, Sterminia @Newroz, Pisa, 07/10/2017

Probabilmente merito del nome dei Raw Power sul bill, sabato sera al Newroz c'era la gente delle grandi occasioni: ottima affluenza, quindi, e i ragazzi di Oi! Block Pisa che hanno organizzato il concerto ne saranno senz'altro rimasti contenti, anche se quando gli Sterminia suonano lo spazio concerti è semivuoto.
Si popola velocemente con i romani Short Fuse.
Nota di merito per loro, che riescono a catturare l'attenzione del pubblico nonostante i problemi con una delle testate, cosa che all'inizio smorza un poco il loro suono. Ma riescono ad aggiustarsi in corso d'opera e ne viene fuori forse la prova più brillante della serata. Il gruppo è compatto, preciso, con un frontman, Andrea, decisamente non ordinario per energia, dinamismo, capacità di coinvolgere il pubblico.
Visto che è la classica serata in cui incontri amici vecchi e meno vecchi ho avuto modo di raccogliere qualche opinione di veterani e di giovani, sugli Short Fuse, e la più severa è stata "bravi ma scolastici" (da parte di un personaggio della scena anni 80 con un curriculum di quelli "pesanti").
Short Fuse fanno partire il movimento sotto il palco, come ho già detto riescono bene o male a neutralizzare il problemi tecnici strada facendo e concludono il loro set con un pezzo nuovo, bello, con un bel finale molto Bane, nello stile.

Short Fuse

Gli Straight Opposition appena salgono sul palco riescono a mantenere l'atmosfera movimentata con il loro HC massiccio e cupo. Per me danno il meglio nei brani dal sapore più hc-punk e quando inseriscono nei pezzi riff dissonanti.
I Raw Power iniziano dopo mezzanotte, ad occhio e croce, e l'entusiasmo della gente sotto il palco è palpabile, e continuerà ad esserlo nonostante la tarda ora per almeno metà del loro set, fatto di vecchi classici e brani più nuovi (Jurassic Hounds, per esempio). Come al solito la maggior risposta la ottengono con i pezzi di Screams From The Gutter (e con Mine to Kill). Concludono inaspettatamente il loro set con una cover di Ace Of Spades. All'incirca il meglio che si possa ottenere con una formazione a 4 - per i "vecchi" l'assenza di una seconda chitarra si fa sentire e diminuisce quello che si ricordava come il "vibe Raw Power".
Alla fine la band è piuttosto impegnata a firmare copertine di dischi, setilist, manifesti (!). Inutile osservare che sì, i tempi sono davvero cambiati.
Comunque gran serata., di quelle che da queste parti capitano una volta all'anno, se capitano.



mercoledì 4 ottobre 2017

Ora Basta - con Short Fuse, venerdì 6 ottobre ore 20.30

Nell'ambito della due giorni di Ora Basta!, che si terrà presso il Newroz a Pisa il 6 e il 7 ottobre, è previsto per sabato 7 un concerto con Raw Power, Straight Opposition, Short Fuse, e Sterminia (questi ultimi gruppo thrash pisano). l'evento è di quelli che in zona sono piuttosto rari, ed erano anni che i Raw Power non passavano da Pisa (a questo giro arrivano relativamente freschi del nuovo album Inferno).
Per preparare alla serata di sabato dovrei avere in collegamento gli Short Fuse, dinamica band HC romana.
Se siete della zona, sabato esserci è imperativo!

Questo il link all'evento fb.



lunedì 18 settembre 2017

1987, ancora HC dopo la fine dell'hardcore - Venerdì 29 settembre ore 20.30 www.garageradio.eu

Che il concerto del 10 giugno 1987 al Casalone a Bologna (CCM, IndigestiNegazione) avesse segnato il culmine e la fine di una fase dell'hardcore italiano nell'autunno di quell'anno non era ancora ancora molto chiaro, perlomeno a me.
Era passato poco più di anno dalla chiusura del Victor Charlie, e mi pare di ricordare proprio nel settembre 87 i primi passi del CSA Macchia Nera, un concerto all'aperto nell'area dell'ex dopolavoro Richard Ginori. Mi pare di ricordare si trattasse dei Carcinoma, gruppo ormai del tutto dimenticato in cui cantava Biagio, che era stato la voce più assente che presente di Teste Marce.
Era una nuova fase che iniziava. Presto fu chiaro che Macchia Nera era una storia diversa rispetto a Victor Charlie, che la fase GDHC era conclusa. I CCM, scioltisi quell'estate, non avrebbero mai suonato sul palco del Macchia. Però nel pugno di anni a seguire la lista dei concerti sarebbe stata impressionante: Fugazi, Rollins Band, Nomeansno, SNFUDI, Soundgarden, Scream, Murphy's Law, Gorilla Biscuits, Victims Family, Jingo de Lunch e tanti tanti tanti altri (compresi Upset Noise e Negazione). Dedicheremo almeno un paio di puntate ai concerti al Macchia, in questa stagione, e almeno in una contiamo di avere al microfono colei che rese possibile quella lunga e incredibile stagione di concerti.

Bello scatto che dà un'idea del palco del Macchia Nera (Fugazi, 1990, e sia io che Riki Signorini siamo teste in questa calca)



martedì 12 settembre 2017

E così inizia la quarta stagione di FERA - Venerdì 15 settembre, ore 20.30, www.garageradio.eu

E con questa saremmo a quattro, e la quarta stagione comincia dopo un'estate con una brutta notizia.
Mentre scrivo queste righe Marco Mathieu è ancora in coma in un letto d'ospedale, da più di un mese. Ho riascoltato la nostra chiaccherata che ho trasmesso non molto tempo fa e la cosa mi pare irreale. Continuiamo a sperare per il meglio, e i miei pensieri e auguri di una completa guarigione vanno a lui e alla famiglia.

Friday Extreme Rock Adventures inizia quindi la sua quarta stagione (come passa il tempo).
Una stagione che ci vedrà (perché saranno nuovamente presenti Antonio Cecchi e Riki Signorini) tornare sulla storia dell'hc italiano anni 80, anche in ragione di nuove ristampe, e che vedrà per quanto possibile di coprire anche realtà nuove e significative, sia in campo hc che in campo metal.
In tre stagioni in materia qualcosa è stato fatto, mi pare, e questo qualcosa è stato fatto solo ed unicamente grazie a Garage Radio e all'indomabile costanza di Daniele e Silvia che sono riusciti a portare una minuscola web radio da un garage al quinto anno della sua vita, non senza fatica e non senza risultati - e per tutto questo mai sarà ringraziato abbastanza Antonio Dovico con la sua sala prove Note Al Vento (via Orosei 1, Navacchio, PI) che ha sempre offerto una sponda alla radio nel momento del bisogno.
Venerdì nessun tema speciale e nessun ospite speciale, un percorso lungo i temi dell'estate ormai alle spalle.

Gli High On Fire a Castellina Marittima probabilmente sono stati L'EVENTO estivo, da queste parti





domenica 16 luglio 2017

Total Chaos Pisciosangue Angry'n'Punx Devasted / Exe Extratime #3 - Venerdì 14 Luglio, Exenzia, Prato



Angry'nPunx
L'Exenzia, a Prato, è principalmente noto per le sue serate a tema goth (o dark, come si diceva nella preistoria da noi). Ma in realtà la sua offerta è più varia, e venerdì ha ospitato la data toscana dei Total Chaos. Affluenza abbastanza modesta, ma pubblico abbastanza vivace.
Aprono la serata i Devasted, con un punk rock molto basico. Poi viene il turno degli Angry'n' Punx .
Finora non mi sono mai interessato a questi livornesi/pistoiesi, e avevo i miei buoni motivi: i loro primi video su youtube li ho trovati troppo "leccatini", voce in primissimo piano, il resto sotto, mi erano parsi mirare a un certo "canzonettismo punk" che in giro si è visto fin troppo, da 20 anni a questa parte (e non faccio nomi). Con L'era cannibale le cose sono migliorate, però pure lì la mia impressione era che non ci fosse poprio bisogno di un ennesimo gruppo punk/hc melodico che ricordasse Schreecing Weasel , Pennywise o simili (una delle cifre dei tempi, "Tu ora ascolti 100 gruppi che suonano tutti come i NOFX ma che vengono da 100 posti diversi, che è stato un po’ l’effetto MTV" per usare le parole di Marco Mathieu, a cui oggi va il pensiero mio e di molti altri, dopo l'incidente stradale in cui è stato coinvolto).
Ma parafrasando un altro amico, lo spessore è una cosa importante, e da uno schermo piatto non viene fuori.


Ecco, Angry'n' Punx dal vivo non hanno niente o quasi a che vedere con quello che di loro potete trovare su youtube (capita sempre più spesso): spessore, appunto, tanta, tanta energia, shredded guitar, compattezza, potenza, e il tutto in versione power trio, con una sola chitarra.
Il bassista e il chitarrista dei Total Chaos si complimenteranno pubblicamente con loro dal palco (e non credo proprio che lo avrebbero fatto guardando un loro video ) . Quindi se avete fatto il mio stesso errore non mettete tempo in mezzo, alla loro prossima data andate a verificare di persona quel che ho scritto (ragazzi, fatevi un favore: la prossima cosa che incidete fatela in presa diretta e via).
Total Chaos
Con Pisciosangue ci si sposta in campo decisamente hc-hc. Questi fiorentini, per chi non li conosce, hanno uno stile  personale, caratterizzato da brani fulminanti (o fulminati?) e cantato a due voci. Per niente immediati, e forse in una serata come questa la cosa gioca a loro sfavore.

Veniamo agli headliner. I Total Chaos sono un anacronismo: sono nati come anacronismo, quando negli anni 90 erano l'unico gruppo di spiked hairs del catalogo Epitaph, a riproporre un modello musicale e di stile, quello dei gruppi punk inglesi dei primi 80, che aveva fatto il suo tempo una decina di anni prima. Ma loro sono proprio così - ed è inutile dire quanto sia importante nell'ottica di questo blog lo stile che loro incarnano.
Invece che da Pomona potrebbero venire dalle midlands inglesi del 1982, ma quel che li distingue è il regolare ricorso alla chitarra solista nei loro brani. Shawn Smash è decisamente un buon chitarrista, e con l'attitudine del guitar hero dello street punk (detto senza nessuna ironia): passaggi veloci, uso frequente ma non eccessivo del finger tapping e via dicendo. La miscela complessiva quindi finisce per ricordare i Broken Bones (anche se lo stile di Shawn non ha niente a che vedere con quello di Bones).



Rob Chaos non ha gran voglia di chiaccherare, questa sera, e la comunicazione col pubblico è lasciata in larga parte al batterista.
Sotto il palco il pit è rarefatto, vivace, fondamentalmente ben educato - la presenza femminile è consistente.
Police Rat e Nation of war vengono ovviamente apprezzate, ma il massimo della risposta i Total Chaos lo ottengono con  What you gonna do. Propongono anche la title track del loro ultimo lavoro in uscita verso la fine del mese ma che avevano già disponibile tra la loro merch, Street Punx.
Verso la fine del loro set ho sentito una intro di chitarra che conosco e amo: sì, il gruppo si è prodotto in una perfetta cover di Decapitated dei Broken Bones, con tutte le parti di chitarra al posto giusto - momento emozionante, per il mio vecchio cuore.

Bella serata, davvero, aspettiamo la prossima.

(Pics by Matteo Ferrari)



sabato 1 luglio 2017

United As One part III - Poviglio, 30 giugno 2017

United As One #2 due anni fa era stato un successone. Quest'anno le cose erano un poco diverse: 30 € di ingresso (motivate da un cospicuo budget richiesto per i gruppi, da quel che ho capito), data di venerdì invece che di sabato. Non ci sono regole precise, in materia ( vedi la data degli Adolescents al K100 l'anno scorso), ma probabilmente sono stati questi due fattori a determinare un'affluenza limitata. Ed è stato un peccato, perché nel suo insieme il bill era ottimo.
I First Brawl per quanto incisivi (specialmente il frontman) non propongono niente di nuovo.
Deafness By Noise
I croati Deafness By Noise dicono che fanno hardcore rock'n'roll, and they mean what they say. Alle mie vecchie orecchie suonano come una specie di versione "ignorante" degli Spermbirds, che si produce anche in un brano groove, un'altro in puro stile crossover thrash 85-86
Per finire si lanciano in alcune cover (assolutamente inattese I Love Livin' In The City dei Fear e Alcohol dei Gang Green). Gruppo ultradinamico e molto divertente.
Alla fine riesco a vedermi gli Slander, dopo averli mancati a ripetizione nell'arco di due anni: poco da dire, potete etichettarli trashcore, hc o che altro, per me restano un gruppo crossover thrash assolutamente ottimo, che riesce a gettare un ponte tra le radici del genere e la modernità. Travolgenti, compatti, ottimo frontman, un gran singolo all'attivo (The rush), sono usciti di fresco su FOAD con un nuovo lavoro. Mi spiace per chi se li è persi.
I General Surgery non sono il mio genere, ma in diversi arrivano mentre stanno suonando loro, ed è con loro che parte davvero il pit, che resterà attivo per tutti gli altri gruppi della serata. 
Slander
Gli svedesi entrano in scena vestiti in tenuta pseudo paramedica bianca, inzuppati di similsangue dalla testa ai piedi, e mettono su un set death/grind molto apprezzato dal pubblico.
Slander

Per me il gruppo della serata sono i Wehrmacht. Mai visti prima dal vivo, anche se li conosco fin dall'86, quando mi ritrovai il loro demo Beermacht nella cassetta della posta. E' curioso constatare come una band di cinquantenni riesca a metter su un micidiale set thrash speedcore dimostrando tecnica e precisione millimetrica e senza in alcun modo stancare durante tutto il loro concerto. Harald O, con una improbabile parrucca in testa, vaga a tratti sul palco, mentre suonano, partecipando anche attivamente quando i Wehrmacht propongono una cover di Detroit Rock City dei Kiss.
Non sarà che la prima delle cover proposte: in omaggio ai "padroni di casa", dichiarando che i Raw Power per loro sono stati una grande influenza, rifanno Start a Fight. La loro scaletta comprende quasi tutto Biermacht e ovviamente Shark Attack, e si conclude con una cover di The Ides Of March/Wratchild, col chorus cantato a metà col pubblico e il saluto finale "Drink Beer, Be Free". Grandi.
Anche i DRI non li avevo mai visti prima e per me dopo i Wehrmacht sono stati un cosa un poco sottotono. Forse perché Kurt Brecht non sembrava particolarmente convinto, rapporto con il pubblico prossimo allo zero, la maggior parte dei brani cantati in posizione arretrata, davanti al drum kit. Ma il pubblico gradisce molto comunque. Io aspettavo i  brani più vecchi: nella loro scaletta c'erano Violent Pacification, I'd Rather Be Sleeping, Arguments then war, Snap, Couch slouch. Alla ripetuta richiesta di bis non si fanno pregare, e alla fine concludono con Five Year Plan e Spike che dice "That's all we got", mentre il pubblico scandisce il nome della band.
Una nota: Harald O, che per chi no lo sa è un pezzo della leggenda thrash della Bay Area, che ha contribuito a documentare, gira con una T-Shirt Violence, John R Duffy ha dietro al jacket una patch di un vecchio flyer del Ruthies Inn, Possessed e Sacrilege (BC) - sono entrambi molto invecchiati ma sembra che la storia, per ora, abbia ancora fiato. 

Quando le luci si spengono sul terzo United As One qualcuno si chiede se ne vedremo un quarto...

martedì 20 giugno 2017

Svetlanas, again - con Olga, fine stagione FERA venerdì 23 giugno ore 20.30 www.garageradio,eu


Forse qualcuno ricorda che ci siamo già occupati di Svetlanas, all'inizio di questa stagione di FERA, e forse si ricorderà anche che per malintesi di fuso orario il collegamento con Olga durò neanche cinque minuti sul finale della trasmissione. Ora è di fresca uscita This is Moscow not L.A. (su bandcamp lo trovate qua), che arriva dopo un'intensa primavera di concerti, prima negli USA, poi in Europa, e quindi io e Riki abbiamo voluto riprovarci, ad avere Olga in collegamento, sperando che le cose vadano meglio. Date un'occhiata alle date qua sopra, perchè il nuovo album merita e continuano ad essere probabilmente uno dei live act più impressionanti in circolazione.


Ed così che FERA finisce la stagione 2016-2017. Al solito, sicuramente durante l'estate sul blog comparirà qualche live report, ma per la radio ci risentiamo a settembre (e da quel che capisco finora già si profilano appuntamenti interessanti)

domenica 11 giugno 2017

Un'ora con Giancarlo Trombetti - Venerdì 16 giugno, ore 20.30 www.garageradio.eu

Giancarlo è una vecchia conoscenza, come forse qualcuno saprà.
Personalmente gli ho sempre invidiato le estati londinesi "when the dam began to burst" (o giù di lì): in tanti hanno parlato di NWOBHM, in Italia, ne hanno scritto, hanno pure pubblicato libri. E nessuno di loro era stato là, in quegli anni, a parlare coi protagonisti di quella stagione - e con qualche gigante dell'hard rock dei settanta. Lui sì, e il suo nome non è su nessun libro.
Quel che non gli ho mai invidiato invece è stato il lavoro di redazione: molto più semplice fare il collaboratore, andargli a portare gli articoli a Viareggio e sentire i suoi racconti di quelle storie, di quei concerti, del Marquee, di Reading 80, di Castle Donington. Il fondatore di Metal Shock (poi professionista in Video Music e in radio) ha sempre avuto idee molto precise sulla stampa musicale, e quando dico "sempre" lo dico seriamente. La critica zappiana alla stampa musicale l'ha ripetuta all'infinito, agli allora ragazzini che aveva preso come collaboratori. La critica alla recensionite cronica dell'orticello italiano era anche quella una costante. Perché suppliva al fatto che gli scriventi parlavano di cose che non avevano vissuto, di cui non erano stati testimoni.
Se ha ritenuto futile "scrivere di musica", però è sempre stato ben capace di "raccontare il rock", trasmettendone l'epos, e forse più a parole che con la macchina da scrivere o col PC.

Detto questo, in trasmissione passeggeremo tra blues elettrificato e rock (heavy e non). Garageradio ha ormai un vero esperto, in materia, e questa è solo una benevola invasione di campo, per mantenere una piccola tradizione e ricordare anche quello che Pistoia Blues fu negli anni ottanta.



sabato 3 giugno 2017

Daemonokrat (feat. Kam Lee) - Con Alessandro "Wehrmacht", Venerdì 9 Giugno ore 20.30 garageradio.eu

Qua non si è quasi mai parlato di death metal (e le poche volte che è successo è stato perché mi hanno ricordato il mio passato di stroncatore seriale), ma a questo giro è bene dare risalto all'attualità.
I Daemonokrat sono un gruppo siciliano in attività dal 2013. Quando sono arrivati alla preparazione del loro ultimo lavoro chi si offre di collaborare con loro, se non Kam Lee?
Non è la prima volta che glorie più o meno vecchie scelgono di collaborare una tantum o su base continuativa con gruppi italiani. Gli Svetlanas si avvalgono di Nick Oliveri in pianta semistabile, e Rikk Agnew si è offerto per un cameo ad un loro show a L.A. Hobb's Angel Of Death dal 2013 hanno al basso Alessio "Cane" Medici e Iago Bruchi dei Violentor (e hanno registrato da Ale Sportelli Heaven Bled).
E ora, questi "ragazzi" siciliani ricevono l'endorsement e la partecipazione di una delle icone della vecchia scuola death metal. Mi è parsa una notizia a cui dare i dovuto rilievo, in modo che non si perda nell'altissimo rumore di fondo della rete, dei social e dei tanti web magazine.
L'interesse di Mr Lee nei confronti dei Daemonokrat in fin dei conti non è poi così strano: il gruppo è un interprete  molto fedele del sound della vecchia scuola death della Florida, e non ne fanno un mistero, visto che citano tra le loro influenze Morbid Angel, Massacre e Monstrosity.
Il primo di luglio The Scourge Of Chaos dei Daemonokrat uscirà per Polimorphe Records,
Venerdì avrò in collegamento Alessandro "Wehrmacht", chitarra e voce del gruppo, per parlarne.



domenica 28 maggio 2017

Tremate, tremate, le nutrie son tornate : Destroy All Gondolas, con Andrea Carpené - 2 giugno ore 20.30

(titolo del post rubato a a Mark Simonhell)
Se si dice surf punk si pensa ad Agent Orange e JFA (ok, più skate che surf, loro). Ma anche tale East Bay Ray aveva incorporato nel proprio stile elementi surf, e la discografia dei Dead Kennedys è lì a dimostrarlo.
Destroy All Gondolas si sono già dimostrati iscritti a questo club con il loro primo lavoro, uscito per Kornalcielo. La Laguna Di Satana (MacinaDischi/Sonatine Produzioni/Death Crush Distro/Crampi Records/Shyrec) conferma e ribadisce: hardcore punk, chitarra surf, momenti doom, il  tutto mescolato in quello che sarebbe il mio primo candidato a disco dell'anno, se questo blog producesse classifiche. Ma visto che qua né classifiche, né recensioni, mi limiterò a dire che pare che a Venezia Hardcore abbiano fatto scintille, e che il commento di una presenza assidua a FERA, quando ha sentito per la prima volta un loro pezzo, è stato "Tanta roba!".
Non è un gruppo di novellini, con alla chitarra e voce Enrico (Hormonas, L’amico di MartucciJohn Woo), alla batteria Corrado (già nei Minkions - durati troppo poco, per me - Indian Nightmare, Buio), Andrea (ex Gonzales assieme a Mark Simonhell) al basso.
Se non vi fidate, La Laguna Di Satana lo trovate su bandcamp, qua.
Venerdì avrò in collegamento Andrea Carpené per parlare di questo ed altro.



sabato 13 maggio 2017

Impact, tra seconda reunion e concerti in giro per l'Europa, con Gigo - venerdì 19 Maggio ore 20.30 www.garageradio.eu

Torno a ripeterlo, gli Yes, We Kill! sono tra le cose migliori che ho ascoltato negli ultimi due anni. Ma c'è voglia di classico, in giro, e quindi  questo venerdì si parla di seconda reunion Impact, che è arrivata dove mai YWK! avrebbero potuto arrivare, cioè fino al Vorst In De Grond Fest – Patronaat,Haarlem, 30-04-2017, con headliner Napalm Death e Brujeria.



Una lunga serie di date in Italia, Grecia, Belgio, Olanda (molte assieme a A New Scar ), e mi sono perso quella al CPA di Firenze (e ci avevo sperato fino all'ultimo). Comunque di reunion e concerti in giro si parlerà il prossimo venerdì con Gigo. Stay tuned, ho sentito voci interessanti, specie su una data greca...

sabato 6 maggio 2017

Crash Box, "Schegge - discografia 1983-2012" - con Maniglia, Venerdì 12 Maggio ore 20.30 www.garageradio.eu

Ovvero dove si torna a parlare di ristampe (e ancora non è finita).
Mi ricordo di aver recensito Finale su Metal Shock, trent'anni fa. Mi ricordo che mi piacque, anche se era davvero molto metal, e mi ricordo che non capivo bene come fosse finito alla chitarra nei Crash Box Tommy Massara degli Extrema, ma lo interpretai come un segno dei tempi (contiguità tra thrash e hc etc). Pochi mesi più tardi lo trovavo decisamente troppo metal, ma senz'altro rimane una delle pietre miliari della stagione magica di TVOR on Vinyl - tra originali e ristampe, dall'86 all'89: Osservati Dall'Inganno degli Indigesti, Finale, appunto, Nothing More To Be Said e Growing Pain degli Upset Noise, Lo Spirito Continua dei Negazione, Cattivi Maestri dei Peggio Punx, Liquid Party degli Ifix Tcen Tcen. Frutto del gran lavoro di Stiv "Rottame" Valli, questa serie di vinili si sgrana nel tempo dal momento apicale della scena anni ottanta lungo l'inizio del suo scemare, costituendo nei fatti una importante testimonianza, alle volte "postuma" (vedi i Peggio Punx) del livello raggiunto da quei gruppi.
In ordine sparso sui Crash Box:
- Nato Per Essere Veloce: della serie "buona la prima", uno dei classiconi dell'hc italiano anni 80 viene fuori sulla loro prima cassetta dell'83.
- Un quasi-tour o un non-tour americano
- In pochi sanno di preciso com'è cambiata la formazione nei primi dieci anni, i Crash Box sono Maniglia (ma Maniglia canta, e i riff li tirano fuori i chitarristi).



Comunque FOAD fa uscire una nuova ristampa dei Crash Box, Schegge - discografia 1983-2012 , (la precedente è stata Veleno Per Voi , doppio CD del 2005), e venerdì io e Riki avremo in collegamento Maniglia per parlarne (e parlare quindi della storia del gruppo).

lunedì 1 maggio 2017

Lookout Records, il trentennale - Venerdì 5 Maggio ore 20.30 www.garageradio.eu

Trent'anni fa nasceva la Lookout Records. Le vicende di Lookout sono del tutto diverse da quelle di Sub Pop, fondata un anno prima, ma le due etichette hanno qualcosa in comune. Entrambe collegate strettamente ad una scena (Lookout al 924 Gilman Street, Sub Pop alla scena di Seattle), sono state i due principali motori del boom - o della svendita - dell'alt-rock (perché questo facevano a Seattle) e del punk nei 90.

Relativamente fresco di lunghe conversazioni con Marco Mathieu, mi ricordo la sua tesi, cioè che i gruppi avevano/hanno gran parte della responsabilità nel modo in cui il business discografico li tratta. Da questo punto di vista i gruppi si svendono, e non vengono svenduti. In My Damage Keith Morris, che tra fine 80 e 90 ha lavorato prima come manager, poi come A&R, racconta bene come i discografici sventolassero grosse somme davanti agli occhi di chi volevano mettere sotto contratto, e come la maggior parte dei gruppi davanti a questa cosa uscisse variamente di testa, dopo aver annusato il profumo del dollaro.
Certo, c''è la questione identitaria, di mezzo, ovvero la popolarizzazione, cioè il rompere il legame tra la musica e la propria tribù di appartenenza, e credo che anche in questo caso la responsabilità principale sia dei gruppi. Mi vengono in mente come al solito i Sick Of It All: arrivano su major e fanno uscire uno dei loro migliori lp (Scratch the Surface), la major li scarica e loro continuano come niente fosse a fare quello che hanno sempre fatto. Ma mi vengono in mente anche i Fugazi. Sempre Keith Morris racconta di come ci siano state pressioni su lui e Henry Rollins per andar a parlare con Ian Mackaye e convicerlo a far passare i Fugazi su major (tutte le major, a metà anni novanta, ci volevano metter sopra le mani).



Comunque nell'88-89 avevo il mio spacciatore di fiducia, che mi passava le uscite Lookout. Nessuno si immaginava quello che c'era dietro l'angolo e dopo tanta ferocia hc (e thrash, per me) i gruppi Lookout erano really refreshing - anche se alla fine gli unici due vinili Lookout che io abbia mai posseduto sono dei Neurosis, il 7' Aberration e l'album The Word As Law. Già, non c'era solo il nuovo punk e le sue commistioni con lo ska, al 924 Gilman Street. C'erano gli Isocracy, che poi cambieranno pelle per passare al post hc come Samiam. C'erano i Corrupted Morals. E c'erano i Christ On Parade, headliners del primo show mai fatto al Gilman, che si sabbero sciolti dopo un tour europeo nell'89.

Neanche a farlo apposta, appena finito di scrivere queste righe mi ritrovo sulla home di facebook questo documentario, dove la descrizione iniziale dell'hc a San Francisco nei primi 80 mi lascia leggermente perplesso - se ci sono due nomi che associo all'HC di SF sono MRR e Dead Kennedys il primo citato, i secondi assolutamente non citati. Il british punk a cui si riferisce Gurewitz è probabilmente quello dei Crucifix, che erano di Berkeley.
Comunque la Bay Area è grande, e se dicono che nella East Bay era pieno di nazi punks e skin destrorsi, non vedo perché non dovrei crederci.
Riguardo all'aria che tirava nell'87 a SF Tim Yohannon disse "At a time when the scene is plagued by mindless violence, intimidation, vandalism and general stupidity, when it's all becoming more like the mainstream than an alternative, there are groups of dedicated people who are determined to fight back and revitalize things." (Turn It Around! liner notes)

Altro punto: Gilman Street come il tranquillo luogo dei nerd buoni e inoffensivi; sarà stato senz'altro vero ma l'incidente di Biafra del 94 è la dimostrazione che non erano sempre e comunque rose e fiori.




domenica 23 aprile 2017

Negazione, again: si ristampa - con Marco Mathieu, Venerdì 28 aprile ore 20.30 www.garageradio.eu

Neanche a farlo apposta, a poco meno di un mese da una trasmissione con Zazzo, i Negazione tornano di attualità con l'uscita di un cofanetto di ristampe, La Nostra Vita , per Contempo Records (notizia tenuta riservata sino alla settimana di Pasqua). E a questo punto NON potevo fare a meno di fare due chiacchere al riguardo (e oltre) con Marco Mathieu, che per motivi legati al suo lavoro è poco disponibile per collegamenti in diretta - abbiamo quindi registrato la conversazione.
Questo cofanetto arriva a 5 anni di distanza da Il Giorno del Sole, che uscì per ShaKe. Annunciato il 10 di aprile, con uscita il 22, la notizia è girata velocemente, attirando l'attenzione anche di Hardcorella 2000, che non ha perso l'occasione per un pezzo divertente,  nella linea del sito, che ha provocato commenti in tono, su fb. Comunque il box continene tutto quanto prodotto dai Negazione, nel formato originale: dalla cassetta  Mucchio Selvaggio (senza i pezzi dei Declino, ovviamente) a 100%, più un booklet di grande formato, un poster con un bello scatto che ritrae il gruppo dal vivo al CBGB nel 1990, e una t-shirt, riproduzione di quella del tour di Little Dreamer.
Per chi fosse interessato a elementi isolati della discografia dei Negazione, dopo La Nostra Vita inizierà a cadenza mensile l'uscita delle singole ristampe, in vinile e CD.

Il 22 era il Record Store Day, e Contempo l'ha riempito, tra l'altro, con la presentazione de La Nostra Vita, fatta da Marco Mathieu, nella mattinata, e con Antonio Cecchi che ha presentato No More Pain nel pomeriggo. Ero lì la mattina, è stata una cosa per pochi intimi ma è stato un piacere rivedere Marco dopo una decina d'anni che non ci incrociavamo. Tra gli altri c'erano qualcuno venuto da lontano e un ragazzo sulla trentina con un tatuaggio de Lo Spirito Continua. Nella conferenza stampa Marco ha ripercorso la storia del gruppo, soffermandosi anche sulla sua fine. Nel '92 i Negazione avevano due offerte sul tavolo, una dalla SST e una da una major italiana. Firmare per la SST (che era in fase calante da qualche anno) avrebbe voluto dire trasferirsi negli USA e ricominciare tutto da capo. La major italiana invece cercava i nuovi Liftiba, senza immaginare la deflagrazione dei Green Day dietro l'angolo (Dookie è del 93). Ma il gruppo aveva completamente esaurito le proprie energie, da cui la decisione dello scioglimento.


Marco ha anche ricordato l'allargamento del pubblico della band nella seconda fase della sua storia. In effetti tra l'altro i Negazione sono stati piuttosto popolari tra i metallari, dall'88 in poi. Durante la conferenza stampa ho avuto l'onore di ricevere parte del credito, per questa cosa, assieme ovviamente a chi scriveva per HM (preciso che si trattava di Barone e Piccini). In ogni caso, parlando di quei tempi, questa fu un'intervista a cui resto molto affezionato.
Sfioriamo l'argomento anche nella registrazione, all'epoca questo ed altri aspetti del gruppo in certi ambienti fecero girare accuse di sell out più o meno velate i cui echi sopravvivono ancora oggi (alla fin fine sono pure dietro i post di Hardcorella 2000). La cosa è al limite del grottesco, visto che il gruppo negli atteggiamenti è rimasto perfettamente coerente nell'arco di tutta la sua esistenza (questo lo sa chi in quegli anni c'era, gli altri non hanno tutti questi mezzi per esprimere giudizi). In questa nota di Marco non c'è niente di celebrativo, e neanche vogliono essere celebrative queste righe. Per me Negazione sarà sempre il gruppo che vidi assieme a CCM e Indigesti il 10 giugno '87 al Casalone, Bologna. E uscii da quel concerto pensando che noi non avevamo da invidiare un cazzo di niente a nessuno. Chi c'era lo sa. Agli altri restano la musica, le parole, un pugno di foto (e alle volte futili illazioni).

Marco ormai è da anni giornalista ed autore di mestiere, e la conversazione che trasmetterò ha coperto anche i prossimi progetti ovvero Lo spirito continua (romanzo) e Tutti pazzi (documentario, titolo provvisorio) - che come ha fatto notare Riki sono i primi due pezzi a cui la gente pensa se si nominano i Negazione. Essendo stata registrata prima del 22, sarà trasmessa probabilmente dopo le due interviste fatte nella mattinata a Contempo, ma, vi dirò, in larga parte non è sovrapponibile a quanto già rilasciato da Marco, nell'occasione presente e in quelle passate. Come al solito, stay tuned!

martedì 18 aprile 2017

Kina - con Sergio Milani, venerdì 21 Aprile ore 20.30 www.garageradio.eu

L'hardcore italiano degli anni 80 è stato in larga parte una cosa che partiva dalla provincia: Alessandria, Vercelli, Pisa, Poviglio, Udine, Ferrara... e Aosta. La storia degli "huskers from the mountains" io, personalmente, non l'ho mai capita bene. Ho sempre visto i Kina come un gruppo con una propria spiccata personalità ed identità, come del resto è accaduto per tutte le band più rilevanti dell'hc italiano anni 80. Mi verrebbe da dire che, nonostante l'hc molto hc di Irreale Irrealtà, i Kina tra rabbia e velocità hanno finito per scegliere una certa struggente malinconia. Non è un caso che il loro brano più noto sia Questi Anni, uno dei grandi "singoli" dell'hc italiano, che parla di anni passati e stagioni che si concludono. E' il loro brano più noto ed è contenuto nel loro album più noto, Se Ho Vinto Se Ho Perso, non a caso uscito nel 1989. Era una stagione crepuscolare, per l'hardcore italiano, l'anno in cui fu sgomberato il Leoncavallo.
Se ben ricordo li ho visti dal vivo un'unica volta, al CSOA Macchia Nera di Pisa, nel 1990. Anche dai concerti di quel periodo si sentiva che il vento era proprio cambiato: Rollins Band, Nomeansno, Victims Family, Bad Religion, Fugazi, Jingo de Lunch. Alcuni veterani dell'hc californiano che non volevano cambiare pelle, come i D.I. (o gli All, che andai a vedere all'Isola nel Kantiere). I superstiti dell'hc italiano che suonarono al Macchia in quel tempo di fine decennio furono appunto i Kina, i Negazione, gli Upset Noise.
Tutto questo per introdurre la trasmissione di venerdì con Sergio Milani in collegamento - e in studio ci sarà la solita banda, immagino - dove ci faremo quattro chiacchere non solo sui Kina, visto che tra loro e i Frontiera Sergio ha attraversato quasi 25 anni di storia dell'underground italiano ed europeo.




venerdì 7 aprile 2017

Once they were thrashers: Pogo, Skanking, Slamming, Moshing

(Articolo a carattere storico-pedagogico, truemetal.it aveva espresso interesse per il tema, e quindi eccolo qua, in contemporanea. Qualcuno noterà che sono state riciclate citazioni già usate in altri post del blog - ma essendo una specie di sinottica a tema, era difficile fare diversamente)

Se qualcuno era presente ad una delle date italiane dei Testament dell'anno scorso, forse ha fatto caso alle parole con cui Chuck Billy introduceva Into the Pit, parlando di come agli inizi del movimento thrash in posti come il Ruthie's Inn a Berkeley il pubblico fosse costituito da crazy motherfuckers impegnati in slamming, stage diving, crowd surfing.
Si riferiva all'83-84, agli inizi del thrash nella Bay Area. Murder In The Front Row è un bel fotolibro che restituisce le immagini della scena della Bay Area e contiene la prima documentazione fotografica di slamming e stagediving in ambito metal - tra le altre ci sono belle foto di un concerto misto (thrash e hc), Slayer Exodus e Suicidal Tendencies all'Acquatic Park a Berkeley, 1984. Gli
Da "Murder in the front row", Possessed, Ruthie's Inn, 84
scatti sono di Harald Oimoen, o Harald O, (che tra l'altro da qualche tempo è in forza a Blind Illusion e DRI, al basso).

Slamming e stagediving erano stati presi dall'hardcore punk. Tutte cose nate in California nei primissimi ottanta, nel passaggio dalla scena punk di Hollywood alla scena hc vera e propria con centri a Hermosa Beach (The Church), Long Beach, Orange County (The Black Hole). E cose che erano iniziate in modo piuttosto violento. Guardate lo skanking man dei Circle Jerks: ha speroni agli stivali. La violenza iniziale dell'hc (in special modo losangeleno) andò man mano scemando nei primi 80, anche se  continuò ad essere un tratto distintivo di molte scene hardcore punk fino a metà decennio (fu a causa del costante livello di violenza della scena a Washington DC che Ian Mackay sciolse i Minor Threat)

Quando si arriva al thrash metal e al crossover, Reed Mullin (Corrosion Of Conformity) ricorda così il periodo:

Quando metal e punk confluirono eravamo speranzosi. Ecco una nuova audience, non avremmo più predicato il verbo ai convertiti. Invece assorbirono le stronzate superficiali. Assorbirono lo slamming, il fare fanzine, il suonare veloce.... mancarono il fottuto punto. 
("Bang Your Head: The Rise and Fall of Heavy Metal", David Konow, pag. 240)

Nell'83-84 quindi il thrash metal californiano mutua slamming e stage diving dall'hardcore punk, e in ambito metal la novità si diffonde abbastanza velocemente, ma non incontra il favore di tutti. I ragazzi dell'Old Bridge Militia, storica crew metal del Jersey che fu tra i protagonisti della scena newyorchese dei primi ottanta, apprezzavano senz'altro i nuovi gruppi thrash. Ma l'incontro con lo slamming fu traumatico.
Lasciamo la parola a Rockin’ Ray Dill:

"La nostra cosa era andare sotto il palco e fare headbanging, air guitar, Non c'era moshing allora, Quello arrivò dopo. Quando cominciò, neanche potevamo portare le ragazze sotto il palco perche' la gente là sotto si ammazzava, sai? La faccenda sfuggì di mano, Per essere onesti non era la mia cosa....

Quando è stata la prima volta che avete visto la gente pogare?

La prima volta che gli Exodus vennero qua. Erano di spalla agli Slayer a L'Amour, a Brooklyn. Stavamo guardando gli Exodus e questo tipo mi arriva addosso. Stavo bevendo una birra, e quasi mi mandò la bottiglia giù per la gola. Allora Metal Joe rincorre il tipo, gli sferra un pugno in bocca e lo stende contro la ringhiera. Allora Dave Lombardo arriva di corsa e fa "Che diavolo state facendo" e  Joe dice, “Questo tipo ha colpito Ray” , e Dave dice "No, stava solo giocando" e Joe fa "non sapevo che fosse un fottuto gioco"... Accadde così... Lo portarono i californiani."
(Si riferisce al primo concerto degli Exodus a NY, di spalla agli Slayer, 02/04/1985, a L'Amour, Brooklyn, e la fonte è questa)


La cosa curiosa è che servirono i californiani a portare lo slamming a L'Amour mentre al CBGB nel Lower East Side era la norma, da quando era diventato il punto di riferimento della scena NYHC - Scott Ian, Charlie Benante, Dan Lilker e Peter Steele già lo stavano frequentando, ai tempi di quel concerto Exodus/Slayer. Quando si parla della prima scena NYHC si parla di una scena skinhead costituita in gran parte da delinquenti giovanili fatti di PCB e sniffatori di colla, dove la violenza era un fattore costante e quasi costitutivo. Gli Anthrax furono ammessi senza troppi problemi nel non facile ambiente del CBGB di quel tempo perché Billy Milano garantì per loro, dicendo che erano gente a posto (Peter Steele disse che a lui nessuno fece nessun tipo di problema - facile da credere). Se furono i californiani a portare lo slamming nel metal, furono gli Anthrax a promuoverlo instancabilmente e a creare la nuova parola, mosh. Devo dirlo, all'epoca non si sentiva precisamente il bisogno del nuovo vocabolo, ma la sua diffusione fu rapidissima, virale (in un periodo in cui non solo i social networks, ma anche la rete erano lungi da venire). Nell'86, a dimostrazione della compiuta diffusione di queste pratiche e della loro fama, il brano che apriva Power and pain dei Whiplash si intitolava Stagedive.

Ritorniamo all'episodio degli Exodus a L'Amour: fondamentalmente fu questo, ovvero il non aver capito bene da parte metal come dovesse funzionare un pit, a creare problemi in diverse situazioni del crossover. Cominciamo da quel che ha detto Dan Lilker:

Alcuni metallari recepirono solo l'aspetto da circo dell'hardcore e si rendevano ridicoli nel pit con mosse bizzarre

E questo invece è un punto di vista HC, quel che dice Alexa Poli-Scheigert, scenester NYHC:

Non ero troppo affezionata alla roba metal. Andai un paio di volte a L'Amour e venni buttata fuori per aver menato. Questi metallari nel pit mi buttarono giù di proposito perché ero una ragazza. Così li presi per i capelli. All'incirca in quel periodo iniziarono a palparmi insistentemente nel pit - parecchia gente ci entrava per quello. Palpami una tetta e ti spacco la faccia! Questi tipi pensavano "Questa ci sta". Ma non era così, io ti spacco la faccia. I metallari ballavano come polli

E questo dimostra tra l'altro che certe questioni, ovvero le molestie alle ragazze nel pit, per il metal erano lì fin dal principio (entrambi i brani sono presi da NYHC di Tony Reitman (2014), il capitolo sul crossover lo potete trovare qua )

Se state a quel che viene detto in Get Thrashed (Rick Ernst, 2006) sembra che il crossover fosse una sorta di massacro, ai suoi inizi. In realtà il quadro generale non era così brutto.
Pit che si trasformavano in risse generali furono la regola a L.A. e specialmente al Fender's Ballroom, ed episodi analoghi si verificarono durante molti concerti dei DRI.
Ma nella maggior parte dei luoghi la convivenza fu globalmente pacifica se non da subito almeno fin dall'86. E' più o meno in quell'anno che cominciano a diffondersi regolarmente fuori dalla Bay Area concerti con bill misti di gruppi thrash e hc. Bill misti, pit misti.

Il pit al Virus, MI, in una storica copertina di TVOR
Veniamo alla questione terminologica. Il pogo, a regola, era una cosa del punk 77: saltare fermi sul posto, da soli o in coppia, ognuno con le mani sulle spalle dell'altro (qualcosa del genere mi pare si veda in The Decline Of Western Civilization). Quello che oggi è comunemente inteso come pogo (in italiano) o moshing si chiamava skank,slamming o slam dance. Me lo spiegò quando ero un ragazzetto di fresco maggiorenne il bassista dei CCM.
Ai concerti thrash in Italia la cosa cominciò nell'86, ad occhio e croce (nella data fiorentina degli Exodus, settembre 85, i punk pogavano nelle retrovie mentre sotto il palco c'era headbanging serrato).
Per quel che mi riguarda iniziai a praticare questo nobile sport a fine 85, inizio 86, e nei luoghi dell'hc italiano (sicuramente la mia prima volta fu al Victor Charlie di Pisa). I punx italiani avevano avuto qualcosa tipo 4 anni per affinare pratica e stile, e il pogo violento era pressoché scomparso dalla circolazione, anche se spesso nel pit poteva esserci qualcuno particolarmente animale. Le borchie
appuntite al polso e sui giubbotti non erano ben viste, nel pit, e lo stesso valeva per i comportamenti inappropriati. Esisteva un codice non scritto, ma facile da comprendere. Non che non potessero venir fuori momenti di tensione, ma la mia integrazione fu aiutata  da un amico con la mohicana, da una t-shirt Motorhead e dalla superficiale conoscenza di un massicio skinhead che in qualche caso funzionava da "moderatore" del pit (un'altro mio amico, che lo conosceva bene, lo riteneva la propria "assicurazione sulla vita").
Quindi feci pratica nel migliore dei contesti possibili, in pit "cooperativi" dove l'obiettivo di chi ballava non era incrinare le costole al prossimo e di solito, se cadevi, ti aiutavano a rialzarti e non venivi calpestato o preso accidentalmente a calci. Il pit del concerto hc era perlopiù un luogo di fratellanza, semplicemente esserci dentro voleva dire esser parte di qualcosa. Quando mi ritrovai in pit di concerti thrash, fu chiaro che il metallaro medio non sapeva pogare, dal mio punto di vista (come avrete capito il problema non era solo italiano). In alcuni casi certuni si facevano vanto di un pogo particolarmente violento. Fu un errore andare nell'87 a vedere i Motorhead a Firenze senza anfibi con conchiglia, la prima volta che ho sentito qualcuno urlare "Roma thrash!" sarei dovuto scappare nelle retrovie, e invece ne uscii con l'unghia di un alluce sbarbata.
Notare bene una cosa: slamming e stagediving erano nati in posti piccoli, senza barriere tra palco e pubblico, e perlopiù nell'hc la cosa si perpetua tuttora all'incirca con lo stesso spirito e nello stesso stile.
In origine un concerto thrash o hc veramente riuscito è quello con un pit vivace: è il pubblico che garantisce metà dello spettacolo e metà dell'esperienza. Questo è quel che il thrash ha preso dall'hc punk: non è musica da ascoltare in soggiorno o nella propria stanza, è musica che richiede e prevede una risposta fisica, quella risposta fisica. Senza la dimensione dal vivo con lo slamming (o moshing o pogo o come volete chiamarlo) il thrash è una cosa a metà.
Diversi veterani dell'hardcore punk ritengono che con l'arrivo del thrash metal e del crossover l'hc sia diventato qualcosa di diverso e difforme dal quel che era in origine, ritengono che sia diventata una moda, e così lo slamming. In effetti nella seconda metà degli ottanta nell'hc la faccenda aveva preso talmente piede che capitava che la gente si mettesse a pogare mentre il gruppo provava a fine soundcheck (mi hanno raccontato di un episodio ad un concerto dei Kina: il gruppo prova un pezzo ed un tipo, di getto, sale sul palco e si tuffa; Giampiero smette di suonare e dice "Calma, ragazzi, stiamo solo facendo una prova", il tipo si volta e risponde "Anche io!").
Quando il pubblico del metal estremo si è allargato sono venute fuori pratiche che nel contesto originale non avevano senso. Con gli occhi della vecchia scuola è difficile non considerarle regressive: circle pit e wall of death sono nati in ambito metal, negli show medio grandi, e secondo me anche a causa della presenza fissa di barriere che impediscono l'osmosi tra palco e pubblico - che era una condizione NECESSARIA nel thrash delle origini, come nell'hardcore. Era il sottolineare che band e pubblico erano sullo stesso livello, che non c'era differenza tra chi stava sopra e chi stava sotto dal palco. Se non lo slamming, lo stagediving senz'altro rispecchiava questa concezione "orizontale" della scena. Dopo gli anni 80 le barriere tra palco e pubblico hanno iniziato a dilagare anche nei concerti su piccola scala, e questo l'ho giudicato un controsenso, per il thrash e in generale per il
metal estremo (figuriamoci per l'hc). E' chiaro che la grande diffusione del crowdsurfing è da ricollegarsi anche alla presenza delle barriere, che impedisce il tuffo dal palco. La cosa è giustificata da motivi di sicurezza, in teoria, e forse è anche opportuna quando un certo tipo di pratica viene trapiantata dal contesto in cui è nata a concerti con migliaia di persone. Ma, onestamente, siamo arrivati a livelli del tutto assurdi di PROIBIZIONE di moshing e crowdsurfing che snaturano completamente ogni residuo spirito di punk, hc o thrash. Non sono faccende di sicurezza, queste. Sono un mutamento genetico nella cosa: non c'è più niente di "orizzontale", la band sopra, il pubblico sotto che non è più parte della scena, ma massa di consumatori che se danneggiati dal prodotto acquistato (il biglietto) possono fare causa all'organizzazione o alla band. E questo vuol dire essere arrivati a livelli di demenza intrinseca mai visti.
La paranoia dei gruppi per chi del pubblico sale sul palco potrà anche essere giustificata,ma personalmente ho sempre giudicato la qualità di una band ANCHE da come si comporta con gli stagedivers e con la gente che sale sul palco.

Se esci da uno show thrash o hc con un occhio nero e vuoi far causa al gruppo o al locale, in primis sei un idiota, in secondo luogo hai seriamente sbagliato tipo di musica. Ma del resto se esiste la birra analcolica, esiste anche chi la compra. Evidentemente da qualche tempo il metal demoshizzato potrebbe avere la sua fascia di mercato. Io spero di non vederlo mai.

E per finire, alcuni worked examples.

Nuova scuola metal




Vecchia scuola hc




E qualcuno che ci scherza sopra

domenica 2 aprile 2017

From Upset Noise to Methedrine - con Lucio Drusian, venerdì 7 aprile ore 20.30 www.garageradio.eu

Nel 2015 di fatto la reunion degli Upset Noise fu annunciata su FERA.  E' durata un anno, e durante quell'anno li ho visti tre volte (qui, qui e qui). Senza dubbio la migliore reunion a cui ho assistito, ad ora, conclusasi nel momento di suo pieno sviluppo, quando con la seconda chitarra avevano raggiunto una potenza sonora non proprio comune, di questi tempi.
Dalle ceneri della reunion Upset Noise nascono i Methedrine, che comprendono  due Upset Noise storici, ovvero Lucio Drusian (voce) e Stefano "Bone" Bonanni (batteria), Mark Simonhell, che tra le altre cose è stato la seconda chitarra degli Upset Noise nell'ultima fase della reunion, più Dario Senes (chitarra, Face Your Enemy, Ant Abusers) e Helder Fuster (basso, Daltonic Out Cry, Ant Abusers).
Avendo avuto occasione di sentire in anteprima qualcosa dei Methedrine (nonché di parlare con qualcuno dei protagonisti dell'operazione) mi sento di anticiparvi che la parentela con Upset Noise dell'era Nothing More To Be Said si sente, che la direzione pare proprio essere quella, piede sull'acceleratore e no frills, con quel vibe caratteristico della migliore vecchia scuola.

Quindi venerdì avrò in collegamento Lucio Drusian per parlare di tutto ciò e per far sentire qualche anteprima del nuovo gruppo. Come si dice, stay tuned!




sabato 25 marzo 2017

Quattro chiacchere l'ex frontman dei Negazione - venerdì 24 marzo ore 20.30 www.garageradio.eu

Zazzo e Syd, 1985
Ovvero quattro chiacchere con Guido Sassola, alias Zazzo, in una trasmissione co-condotta da Antonio Cecchi. Quindi dovrei dire qualcosa sui Negazione, e dopo tutto questo tempo e con la loro duratura fama che permane a venticinque anni dal loro scioglimento, è difficile farlo senza essere banali.
Ma posso partire proprio da Antonio, che ha detto "Noi non eravamo simpatici come i Negazione". In effetti difficile immaginare due gruppi più diversi. L'intensità di Syd sul palco incuteva una certa soggezione. Con Zazzo nessuna distanza, invece, e la cosa aveva anche effetti collaterali - una volta Stiv Rottame, aggrappandosi a lui dal basso, lo fece cadere giù dal palco con conseguenze piuttosto rovinose (episodio che Zazzo racconta in Italian Punk Hardcore). Però non era una cosa tipo "Salve, siamo gli amichevoli Negazione". Era la naturale capacità di creare un legame quasi empatico con la gente sotto il palco - mentre tiravano su un muro di suono impressionante. Era la tendenza spontanea a creare un rapporto umano con quelli che avevano a che fare con loro - e anche Antonio scrive qualcosa di simile in No More Pain. Due gruppi diversissimi, quindi, eppure molto legati. Forse anche perché Syd e Marco Mathieu si erano ritrovati assieme per svariate ore in una gabbia della polizia tedesca in seguito al Chaos Tag.
Per quel che mi riguarda li vidi suonare per la prima volta al Victor Charlie, e per l'ultima al Monsters Of Rock del '91, che non è stato il loro ultimo concerto,  ma è stato sicuramente uno dei più importanti della loro ultima fase, dato che dopo 10 mesi erano sciolti. Se ci pensate, due ambienti più che diversi tra loro, apparentemente incompatibili. Fu detto molto sulla loro partecipazione a quel festival. Onestamente da un lato mi sembrarono completamente fuoriposto; dall'altro però avevano anche portato qualcosa degli squat dell'hc italiano del precedente decennio davanti a 40.000 persone (ovviamente con Tutti Pazzi in scaletta).
E lascerei la cosa così, senza ulteriori considerazioni.

mercoledì 15 marzo 2017

Varie ed eventuali - Venerdì 17 marzo ore 20.30 www.garageradio.eu

Allora, tanta carne al fuoco, e quando arriva l'ora di cena niente di pronto, quindi uovo fritto e insalata, metaforicamente parlando.
La carne al fuoco è tanta davvero. Nelle prossime setitmane:
1) Avremo in collegamento almeno una figura storica molto nota dell'hc anni ottanta,  e in studio ci saranno anche Antonio Cecchi, Alessandro Paolucci e Riki Signorini. La stessa banda probabilmente sarà presente per quattro chiacchere con una delle figure chiave di GDHC.
2) Gruppi contemporanei sono attesi nelle successive settimane, e stanno attendendo notizie sulle date di uscita dei propri nuovi lavori per dar loro notizie a me.
3) E' già pronta una retrospettivona su uno dei migliori gruppi thrash italiani di sempre, raccontato come mai vi è stato raccontato prima di ora. Anche lì in attesa dei diretti interessati.

Vi pare poco? A me no.

Intanto, una scaletta come viene, per decomprimere un po'.

martedì 7 marzo 2017

Adeptor - venerdì 10 marzo ore 20.30 www.garageradio.eu

Prima di vederli dal vivo ad aprire per Vexovoid e Violentor ignoravo del tutto l'esistenza degli Adeptor, giovane gruppo thrash metal per metà pisano che sta muovendo i suoi primi passi.  Mi hanno fatto una buona impressione, e quindi mi è parso il caso di invitarli in radio a presentarsi e a sentire quel che hanno da dire. Si tratta di un gruppo assai giovane, e quindi la loro bio è ancora corta:
Gli Adeptor nascono agli inizi del 2015 quando quattro amici, Gianluca Trivelli (voce, chitarra), Daniel Bagni (Batteria), Alessandro Cosci (basso)  e Francesco Guarneri (chitarra) , decidono di formare il gruppo. Dopo un anno passato in sala prove e dopo una jam, il lavoro si sta dirigendo verso la registrazione della prima demo. Nel lungo periodo compositivo intanto partecipano a vari concerti e al primo festival del gruppo "Facciamo valere il metallo italiano". Attualmente stanno lavorando alla realizzazione del loro primo cd, in attesa dell'uscita della demo "Violentmetal assault".

Una nota a margine: di questi tempi chiunque registra qualsiasi cosa appena ce l'ha pronta e la posta in rete, o addirittura fa direttamente il CD. Incidere costa poco, e la postproduzione digitale è in grado di sistemare qualsiasi errore fatto in sede di incisione. E' dal vivo e solo dal vivo che si può valutare una band, specialmente tra la sterminata platea dei cosiddetti esordienti (termine spesso applicato a chi in realtà è in giro da anni). Lasciamo stare chi dal vivo è una pallida ombra di quel che sembrava da studio. Paradossalmente, mi capita sempre più spesso di trovare gruppi che dal vivo rendono molto di più e molto meglio di quanto non facciano da studio. Un tempo esisteva Your Choice Live Series, che catturava dal vivo band spesso ancora non uscite con incisioni da studio. Sarebbe ora di riscoprire quel tipo di esperienza.