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martedì 27 settembre 2016

Due cose sui nuovi singoli dei Metallica

ovvero
a proposito di minoranze, identità, popolarizzazione
(perché certe cose evidentemente vanno spiegate)
Righe scritte nel trentennale della morte di Cliff Burton

Qua cito spesso spezzoni di interviste da "Metal Evolution" (Banger Film, 2011). Indipendemente da quel che si può pensare di Sam Dunn e del suo lavoro redazionale, si tratta di un'autentica miniera, in materia di heavy rock e metal. Tra i contributi "accademici" raccolti da Dunn quelli della sociologa Deena Weinstein (DePaul University) non sono esattemente imprescindibili, tranne che in un paio di occasioni. In particolare questa, riguardo ad Elvis:

"Elvis è stato i Metallica del suo tempo, Elvis portò il rock and roll fuori dalla sua piccola fan base e lo rese sicuro per il resto dell'america. Elvis vendette il rock and roll"

Come i Metallica, pari pari. I Metallica prima hanno fatto partire il thrash e poi lo hanno tramutato in qualcosa di "rassicurante", che  non preoccuperà le madri dei loro nuovi fan.
Qual'è il punto del "selling off"?  Il punto non è nei numeri di vendita. Il punto è quello che si fa per ottenerli, cioè quel che si fa per passare da un pubblico che è una comunità di affini al pubblico di massa.
La comunità di affini, chiamatela scena, chiamatela come vi pare. è una cosa che crea un forte senso di appartenenza e di identità. Una minoranza fortemente identitaria, quindi. E fiera di esserlo.
Ora, le minoranze fortemente identitarie possono anche lanciare mode che diventano fenomeni di massa, ma di solito hanno una caratteristica: sono minoritarie, quindi piccole. Pochi numeri poche vendite. Per portare fuori un sound dalla minoranza che lo ha originato e darlo in pasto alle masse (facendo bei volumi di vendite) occorre popolarizzarlo.
Non è detto che per popolarizzare (cioè rendere pop) un sound si debba evirarlo (Sub Pop lo ha dimostrato, coi gruppi di Seattle). Ma nei fatti è quel che è successo il più delle volte.

Come l'hardcore punk (anche se molto, molto meno dell'hc) il thrash metal originario non era solo musica. Era la rivolta contro il dilagare del glam metal spinto da MTV e da un music business che prendeva una "tradizione" heavy rock e la deformava in "canzonette pop per la futura casalinga americana" (Kim Thayil), "una specie di pop reinventato" (Bobby "Blitz" Ellsworth), era l'avvicinamento alle scene hc, ai temi dell'hc. Non era musica "da ascoltare", era musica per slamming e tuffi dal palco. E non aveva niente di "rassicurante". E' questo che i Metallica (e anche i Megadeth) si sono voluti lasciare alle spalle: un sistema di valori originariamente inscindibile da quella musica.  (lo hanno forse fatto anche i Green Day e gli Offspring col punk? Certo che lo hanno fatto, ma qua parliamo di Metallica)

Più che l'uscita del "Black Album" mi ricordo i suoi effetti: cominciarono ad venir fuori dischi che partivano da quel suono, proprio da quello lì. Ma c'era una palpabile differenza di attitudine rispetto ad altre mode sonore (si pensi allo stesso thrash metal). C'era il sottile passaggio tra "che figo questo sound, voglio farlo mio" e "questo sound vende, DOBBIAMO ADOTTARLO". I Metallica avevano inventato un formato commerciale di successo (ma forse in realtà lo aveva inventato Bob Rock).

Un inciso: non esiste un sound vendibile in sé. Esistono sound che i discografici ritengono vendibili. Non si contano gli esempi di band che senza cambiare una virgola del loro suono sono passate dallo status di "schifezza invendibile" alle chart. Ma una band metal non vendeva direttamente al pubblico; una band metal nella stragrande maggioranza dei casi voleva firmare con un'etichetta. E per firmare occorreva un discografico convinto. E se un discografico è convinto che un certo sound vende, la band sa che proponendo quel sound ha maggiori probabilità di firmare. Poco dopo il "Black Album" arrivò soundscan e certi processi diventarono largamente automatici. In ogni caso stiamo parlando di un sistema il cui scopo non è produrre buona musica. Il suo scopo è produrre vendite e profitti, chiaro?

Mi dicono che certe cose si capiscono meglio con una grafica appropriata, quindi provvedo:

James Hetfield e Harley Flanagan, 1986
Metallica per Brioni, 2016

La differenza tra l'immagine dell'86 e quella del 2016 non è nei trent'anni trascorsi e non è nei soldi. Non sono immagini di due mondi diversi, sono immagini di due mondi opposti. Il processo in cui si passa dal primo al secondo non è casuale, è frutto di una scelta. Farsi accompagnare da Scott Ian e Charlie Benante a vedere i Broken Bones al CBGB e farsi accompagnare dalle guardie del corpo per andare a far shopping alla boutique Armani a Milano: due opposti.

Ah, già, i due singoli  che anticipano "Hardwired to selfdestruct"... semplice: tirar fuori pezzi con un vago sapore dell'86 essendo saldamente piazzati nel proprio universo del 2016 è disonesto. ("Si, ma l'arte...." dirà qualcuno - si fotta, l'arte, risponderei io).

Se qualcuno leggendo queste righe si trovasse a pensare "Che me ne frega, quel che importa è la musica" non farebbe altro che dimostrare il danno fatto dai Metallica al thrash e al metal in generale. "Quel che importa è la musica e ave Satana" è il pensiero del consumatore perfetto di metal ai tempi in cui la musica ancora si vendeva (tranquilli, il vostro ruolo storico lo avete avuto).

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