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domenica 16 luglio 2017

Total Chaos Pisciosangue Angry'n'Punx Devasted / Exe Extratime #3 - Venerdì 14 Luglio, Exenzia, Prato



Angry'nPunx
L'Exenzia, a Prato, è principalmente noto per le sue serate a tema goth (o dark, come si diceva nella preistoria da noi). Ma in realtà la sua offerta è più varia, e venerdì ha ospitato la data toscana dei Total Chaos. Affluenza abbastanza modesta, ma pubblico abbastanza vivace.
Aprono la serata i Devasted, con un punk rock molto basico. Poi viene il turno degli Angry'n' Punx .
Finora non mi sono mai interessato a questi livornesi/pistoiesi, e avevo i miei buoni motivi: i loro primi video su youtube li ho trovati troppo "leccatini", voce in primissimo piano, il resto sotto, mi erano parsi mirare a un certo "canzonettismo punk" che in giro si è visto fin troppo, da 20 anni a questa parte (e non faccio nomi). Con L'era cannibale le cose sono migliorate, però pure lì la mia impressione era che non ci fosse poprio bisogno di un ennesimo gruppo punk/hc melodico che ricordasse Schreecing Weasel , Pennywise o simili (una delle cifre dei tempi, "Tu ora ascolti 100 gruppi che suonano tutti come i NOFX ma che vengono da 100 posti diversi, che è stato un po’ l’effetto MTV" per usare le parole di Marco Mathieu, a cui oggi va il pensiero mio e di molti altri, dopo l'incidente stradale in cui è stato coinvolto).
Ma parafrasando un altro amico, lo spessore è una cosa importante, e da uno schermo piatto non viene fuori.


Ecco, Angry'n' Punx dal vivo non hanno niente o quasi a che vedere con quello che di loro potete trovare su youtube (capita sempre più spesso): spessore, appunto, tanta, tanta energia, shredded guitar, compattezza, potenza, e il tutto in versione power trio, con una sola chitarra.
Il bassista e il chitarrista dei Total Chaos si complimenteranno pubblicamente con loro dal palco (e non credo proprio che lo avrebbero fatto guardando un loro video ) . Quindi se avete fatto il mio stesso errore non mettete tempo in mezzo, alla loro prossima data andate a verificare di persona quel che ho scritto (ragazzi, fatevi un favore: la prossima cosa che incidete fatela in presa diretta e via).
Total Chaos
Con Pisciosangue ci si sposta in campo decisamente hc-hc. Questi fiorentini, per chi non li conosce, hanno uno stile  personale, caratterizzato da brani fulminanti (o fulminati?) e cantato a due voci. Per niente immediati, e forse in una serata come questa la cosa gioca a loro sfavore.

Veniamo agli headliner. I Total Chaos sono un anacronismo: sono nati come anacronismo, quando negli anni 90 erano l'unico gruppo di spiked hairs del catalogo Epitaph, a riproporre un modello musicale e di stile, quello dei gruppi punk inglesi dei primi 80, che aveva fatto il suo tempo una decina di anni prima. Ma loro sono proprio così - ed è inutile dire quanto sia importante nell'ottica di questo blog lo stile che loro incarnano.
Invece che da Pomona potrebbero venire dalle midlands inglesi del 1982, ma quel che li distingue è il regolare ricorso alla chitarra solista nei loro brani. Shawn Smash è decisamente un buon chitarrista, e con l'attitudine del guitar hero dello street punk (detto senza nessuna ironia): passaggi veloci, uso frequente ma non eccessivo del finger tapping e via dicendo. La miscela complessiva quindi finisce per ricordare i Broken Bones (anche se lo stile di Shawn non ha niente a che vedere con quello di Bones).



Rob Chaos non ha gran voglia di chiaccherare, questa sera, e la comunicazione col pubblico è lasciata in larga parte al batterista.
Sotto il palco il pit è rarefatto, vivace, fondamentalmente ben educato - la presenza femminile è consistente.
Police Rat e Nation of war vengono ovviamente apprezzate, ma il massimo della risposta i Total Chaos lo ottengono con  What you gonna do. Propongono anche la title track del loro ultimo lavoro in uscita verso la fine del mese ma che avevano già disponibile tra la loro merch, Street Punx.
Verso la fine del loro set ho sentito una intro di chitarra che conosco e amo: sì, il gruppo si è prodotto in una perfetta cover di Decapitated dei Broken Bones, con tutte le parti di chitarra al posto giusto - momento emozionante, per il mio vecchio cuore.

Bella serata, davvero, aspettiamo la prossima.

(Pics by Matteo Ferrari)



sabato 1 luglio 2017

United As One part III - Poviglio, 30 giugno 2017

United As One #2 due anni fa era stato un successone. Quest'anno le cose erano un poco diverse: 30 € di ingresso (motivate da un cospicuo budget richiesto per i gruppi, da quel che ho capito), data di venerdì invece che di sabato. Non ci sono regole precise, in materia ( vedi la data degli Adolescents al K100 l'anno scorso), ma probabilmente sono stati questi due fattori a determinare un'affluenza limitata. Ed è stato un peccato, perché nel suo insieme il bill era ottimo.
I First Brawl per quanto incisivi (specialmente il frontman) non propongono niente di nuovo.
Deafness By Noise
I croati Deafness By Noise dicono che fanno hardcore rock'n'roll, and they mean what they say. Alle mie vecchie orecchie suonano come una specie di versione "ignorante" degli Spermbirds, che si produce anche in un brano groove, un'altro in puro stile crossover thrash 85-86
Per finire si lanciano in alcune cover (assolutamente inattese I Love Livin' In The City dei Fear e Alcohol dei Gang Green). Gruppo ultradinamico e molto divertente.
Alla fine riesco a vedermi gli Slander, dopo averli mancati a ripetizione nell'arco di due anni: poco da dire, potete etichettarli trashcore, hc o che altro, per me restano un gruppo crossover thrash assolutamente ottimo, che riesce a gettare un ponte tra le radici del genere e la modernità. Travolgenti, compatti, ottimo frontman, un gran singolo all'attivo (The rush), sono usciti di fresco su FOAD con un nuovo lavoro. Mi spiace per chi se li è persi.
I General Surgery non sono il mio genere, ma in diversi arrivano mentre stanno suonando loro, ed è con loro che parte davvero il pit, che resterà attivo per tutti gli altri gruppi della serata. 
Slander
Gli svedesi entrano in scena vestiti in tenuta pseudo paramedica bianca, inzuppati di similsangue dalla testa ai piedi, e mettono su un set death/grind molto apprezzato dal pubblico.
Slander

Per me il gruppo della serata sono i Wehrmacht. Mai visti prima dal vivo, anche se li conosco fin dall'86, quando mi ritrovai il loro demo Beermacht nella cassetta della posta. E' curioso constatare come una band di cinquantenni riesca a metter su un micidiale set thrash speedcore dimostrando tecnica e precisione millimetrica e senza in alcun modo stancare durante tutto il loro concerto. Harald O, con una improbabile parrucca in testa, vaga a tratti sul palco, mentre suonano, partecipando anche attivamente quando i Wehrmacht propongono una cover di Detroit Rock City dei Kiss.
Non sarà che la prima delle cover proposte: in omaggio ai "padroni di casa", dichiarando che i Raw Power per loro sono stati una grande influenza, rifanno Start a Fight. La loro scaletta comprende quasi tutto Biermacht e ovviamente Shark Attack, e si conclude con una cover di The Ides Of March/Wratchild, col chorus cantato a metà col pubblico e il saluto finale "Drink Beer, Be Free". Grandi.
Anche i DRI non li avevo mai visti prima e per me dopo i Wehrmacht sono stati un cosa un poco sottotono. Forse perché Kurt Brecht non sembrava particolarmente convinto, rapporto con il pubblico prossimo allo zero, la maggior parte dei brani cantati in posizione arretrata, davanti al drum kit. Ma il pubblico gradisce molto comunque. Io aspettavo i  brani più vecchi: nella loro scaletta c'erano Violent Pacification, I'd Rather Be Sleeping, Arguments then war, Snap, Couch slouch. Alla ripetuta richiesta di bis non si fanno pregare, e alla fine concludono con Five Year Plan e Spike che dice "That's all we got", mentre il pubblico scandisce il nome della band.
Una nota: Harald O, che per chi no lo sa è un pezzo della leggenda thrash della Bay Area, che ha contribuito a documentare, gira con una T-Shirt Violence, John R Duffy ha dietro al jacket una patch di un vecchio flyer del Ruthies Inn, Possessed e Sacrilege (BC) - sono entrambi molto invecchiati ma sembra che la storia, per ora, abbia ancora fiato. 

Quando le luci si spengono sul terzo United As One qualcuno si chiede se ne vedremo un quarto...