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giovedì 22 marzo 2018

Una curiosa rilettura del thrash metal 83-86 - venerdì 23 marzo ore 20.30 www.garageradio.it

"La rivoluzione stilistica del thrash che di lì a poco, imbastardendosi con altri generi musicali, si frammentò in micro correnti: l’hardcore e i Venom furono il cuore degli Slayer di Show No Mercy, il punk dei Germs divenne il dna dei Nuclear Assault di Game Over, l’heavy metal ipersonico degli Accept accelerò il pensiero degli Overkill di Taking Over, Exciter dei Judas Priest divenne il totem artistico degli Anthrax di Fistful Of Metal (che la perfezionarono nel loro primo capolavoro Metal Thrashing Mad). I Metallica scelsero l’heavy metal. E nel 1984, pubblicarono Ride The Lightining, il secondo passaggio di un’evoluzione che esploderà in Master Of Puppets."

E dire che ai suoi inizi Rumore era una cosa seria. Ero spesso in disaccordo con quel che scriveva Sorge, ma era una cosa seria. Questa cosa qua sopra no. Non metto neanche il link all'articolo, che nel suo insieme riesce a dare anche di peggio.
E' vero che chi ha trascorso la propria adolescenza nei 90 e oltre col metal ha dato dimostrazione più volte di non aver proprio idea di quello che era successo tra l'83 e l'86, ma qua siamo su un altro pianeta. Ci si sarebbe potuti documentare, libri e documentari non mancano, e qualcosa c'è nella sezione bibliografia di questo blog.  
Il thrash metal, che i Metallica inaugurarono con Kill 'em All, l'hanno raccontato i protagonisti. E' una cosa generazionale, e la storia di una generazione che si divise. Partita ascoltando l'hard rock dei 70, i Priest, i Thin Lizzy, i Rainbow gli AC/DC. E i Motorhead. Colpita dalla NWOBHM. Inorridita, a differenza dei più, davanti alla deriva pop del glam metal. E direttasi verso il D-Beat e l'hc punk, scegliendo di essere minoritaria.


I moved to San Francisco as a 15 year old in 1984, and this is when and where I saw the punks and metal heads really come together. You had bands like Exodus, Death Angel and Possessed, and clubs like Ruthies Inn that catered to the crossover scene. A good example of this unity could be seen at the last Crucifix show in SF, where members of Metallica were in the house right up front near the stage.

Brano particolarmente significativo di un bell'articolo su CVLT Nation. La storia è quella, andò così, e in quel modo io l'ho vissuta, assieme a un po' di altri.





lunedì 19 marzo 2018

"Back In the moshpit", Suff, Respect For Zero, MuD @CPA - 17/03/2018

 A questo "Back in the moshpit" di gente non se ne è vista molta, e di moshpit se possibile anche meno. Classica situazione in cui posticipare di più di un'ora l'inizio del concerto non giova.
I Suff lì per lì non li capisco gran che, ma alla fine risultano interessanti, soprattutto grazie al lavoro del chitarrista. Massima presenza alle 24 quando cominciano Respect For Zero: questi marchigiani tirano fuori un hc molto metallizzato ma anche piu' variato del solito, sono giovani, bravi, efficaci. Curiosamente riescono a gestire senza troppi cali di tensione la rottura del cavo del microfono della voce e vanno avanti benone dopo aver ovviato. Concludono il loro set con una cover di Ace of Spades forse un po' troppo pulitina, che diventa sgangherata quando il cantante si scorda le parole, ma non c'è problema. Nota di merito, direi.
I MuD dal vivo dal non li avevo mai visti. Hanno cominciato alla una, confermando impatto granitico e una notevole capacità di tenere il palco. Si sono trovati davanti ad una situazione di pubblico diradato, e dopo il primo pezzo sono riusciti a riprendere le fila della situazione, a portare il pubblico sotto il palco, e a far partire il benedetto moshpit che dava il nome alla serata. Non è cosa da tutti, questo significa avere cojones, e sul serio.
Peccato non ci fossero i No More Lies, bloccati da vicende familiari a Roma.
Alla fine la serata è venuta fuori come una cosa quasi del tutto uniformata a quell'area definibile dell'hc metallizato-NYHC, che principalmente si estende da Roma alla costa est.
Sarebbe simpatico che nei prossimi mesi in zona fossero offerte occasioni a quei gruppi italiani, principalmente del nord e del nordest, che si muovono su altre coordinate: personalmente mi piacerebbe vedere sull'asse classico Pisa-Firenze Council Of Rats, Vivere Merda, Destroy All Gondolas, Scheletro, ovviamente Methedrine. Se qualcuno che organizza in zona legge, magari ci faccia un pensiero.

Respect For Zero


giovedì 15 marzo 2018

Scheletro - Venerdì 16 marzo ore 20.30 garageradio.it

Gli Scheletro con Farfalle Dentro Al Vomito hanno attirato una certa attenzione, il che è abbastanza curioso per l'album autoprodotto di un gruppo crust italiano.
Perché gli Scheletro di base sono un gruppo crust, più di ispirazione americana che inglese o nordeuropea, anche se non solo solo questo. Nelle ispirazioni rilevabili dentro a  Farfalle Dentro Al Vomito c'è anche l'hardcore italiano degli anni 80, Nerorgasmo in primis, direi, principalmente per tono dei testi e cantato. E, in un panoramo forse sovraffolato, Scheletro hanno i pezzi, su tutti direi Invasati, Opinione, La Capra Punk. Su bandcamp li trovate qua.

Venerdì sera in collegamento Demian, voce della band.




giovedì 8 marzo 2018

Paolino Paperino Band - Venerdì 9 marzo ore 20.30 www.garageradio.it

Paolino Paperino Band: quando nei primi 90 vai al concerto di un gruppo mai sentito e ridi e ti diverti come di rado. Yana in collegamento, venerdì, e riporto la recensione dell'ultimo album PPB fatta da Riki Signorini su Ribelli A Vita:

Correva l’anno 1991, e da Modena mi fu recapitato un dischetto dal titolo curioso (“Fetta”) di una band fino a quel momento sconosciuta che aveva scelto un nome quantomeno strano (Paolino Paperino Band). Metterlo sul piatto ed innamorarmene fu una cosa unica. Ventisei anni e (pochi) dischi dopo ecco che i PPB ritornano con “C’è gente che dormono” il primo album vero dopo la reunion del 2012 (in mezzo c’è stato “Porcellum”, ma si tratta di un disco tutt’altro che memorabile), e fanno di nuovo centro. Ancora una volta un feroce mix di punk, funk, ska e rock’n’roll conditi da testi sarcastici e irriverenti che fanno della band Modenese il contraltare punk dei mostri sacri della musica demenziale, dagli Skiantos ad Elio e Le Storie Tese, passando per Jannacci. Quindici tracce ed una outro (che potrebbe essere una intro) estremamente piacevoli, che fotografano l’imborghesimento e l’ignoranza che ci pervadono e ci bloccano sul divano, rivoluzionari da tastiera sempre pronti alla rivolta sempre che non ci sia qualcosa di più importante in TV. A me piacciono tantissimo “Ave”, dedicata a Radio Maria, ma anche lo ska punk divertito e divertente di “Mobuto”, nonché le autocitazioni di “Ivo” e “La Giovane Mela”. Insomma un disco da ascoltare e riascoltare senza timore di annoiarsi, per il quale ringrazio Enrico ed Elisa di KOB records che hanno avuto il coraggio di produrlo.