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mercoledì 24 gennaio 2018

SLAYER, IL TOUR DELL'ADDIO - Venerdì 26 gennaio ore 20.30 garageradio.eu

Probabilmente sarà un lungo addio. A due anni dal trentennale di Reign In Blood, nel trentennale di South Of Heaven, gli Slayer annunciano l'ultimo giro.
Beh, per me era ora. Già detto e ridetto, per me gli Slayer erano la formazione originale, quella con Hanneman e Lombardo. La componente hardcore del gruppo, quella senza cui Reign In Blood non sarebbe venuto fuori in quel modo. Infatti mi ricordo di aver parlato con un "vecchio" della scena hc italiana, quando uscì Christ Illusion, ci sembrava quasi di aver ritrovato un gruppo eclissato da tempo.
Comunque è stata quella matrice lì, quella originaria, a fare degli Slayer quello che sono stati.
Le generazioni di metallari che hanno vissuto la propria adolescenza da fine 80 in poi già avevano perso parte del significato, non avevano idea del contesto, e a metà anni 90 all'uscita di Undisputed Attitude avrebbero storto il naso, ed espresso disgusto.
Quindi metterò in fila poche cose, così, per celebrare la fine di qualcosa che forse era rimasto ormai solo un monicker, ma che era QUEL monicker.

Quando nel 2011 chiesero a Dave Lombardo cosa lo aveva spinto a fare quel tipo di musica, così rispose:
Sai, il mio soprannome e ADDave perché sono come... un poco iperattivo. Se sono ancora iperattivo a 45 anni, a 16, 17 dovevo essere impossibile. Credo una combinazione tra questo e il fatto che mi piaceva il punk, fossero  Circle JerksDead Kennedys, Minor Threat semplicementente alimentò quel che già ero. (Metal Evolution, Banger Films, 2011)


Già, l'hardcore punk. Nell'area losangelena (e anche nella Bay Area) fin da subito gli Slayer non rimasero ignoti alla gente dell'hardcore, che vedevano loro e Metallica come crossover, gente che metteva assieme metallo e quel che era loro musica. Alcuni veterani pensano che ebbero responsabilità nel declino dell'hardcore americano:

Mike Watt (Minutemen): Negli Slayer e nei Metallica vedo davvero la responsabilità (del declino dell'hc, NdH). Queste band aggiunsero un contenuto tecnico che rese il tutto ancora più potente, anche se poi hanno finito per annacquarlo. Questi gruppi hanno voluto costruire sopra il vibe dei Flag, e mescolarlo con la loro tecnica. Slayer, quell'album, South Of Heaven, is the most massive fucking thing. Forse questo non sarebbe mai potuto esistere senza Rise Above, o Wasted, o Damaged. (American Hardcore, Stephen Blush)


Da ultimo torno a citare il cosiddetto Day In The Dirt, Exodus, Slayer, Suicidal Tendencies all'Acquatic Park di Berkeley, 1984 (ancora una volta, per quelli che pensano che la prima scena crossover sia stata NY). I Suicidal erano quelli del loro debutto-capolavoro, i metallari sotto il palco lì per lì pensarono: "ehi, questo non è un gruppo metal", ma poi rimasero completamente presi.

Il fratellino di Goodman, Tom, fece il suo primo stage dive al Day in the Dirt: "Avevo 14 anni, quaranta chili, un metro e mezzo, andavo a uno show metal con mio fratello e i suoi amici. Ricordo che avevo il mio giacchetto di jeans, coperto dalle toppe che mio fratello mi aveva dato. Tom Araya fece l'headbanging a "8", mentre suonava il basso, e pensai di non aver mai visto niente di così figo. Provai ad imitarlo ma mi venne mal di testa. Credo che sia stato durante il set degli Slayer che misi assieme il coraggio per salire sul palco. Ero così piccolo che quando entrai nel pit non arrivavo alla spalla di nessuno. Pensai di potermi tuffare come quelli grandi, ma mi buttai dal palco sentendo solo paura. Questo tipo, Big Wayne, per fortuna mi prese, completando il mio primo stage dive. (qua)

Nella foto, che si riferisce a quel concerto, vedete Jeff Hanneman con la maglietta dei COC che si porterà fin sul retro di copertina di Hell Awaits.
Questo racconta Reed Mullin, storico batterista dei COC:

Li conoscevamo perché avevamo suonato a LA e quando fecero il loro primo tour nazionale avevano una data a Baltimora e ci chiesero di suonare, Fu un grande show, Loro sapevano che avevamo autoprodotto il nostro primo album (Eye For An Eye, NdH), e parlarono di farci firmare con un'etichetta. Pensavamo che fosse una cosa detta per gentilezza. Successe col tour di Haunting The Chapel. Tom e Dave Lombardo dissero che ci avrebbero fatto firmare con Metal Blade. (qua)

Ecco, queste sono le fondamenta della leggenda Slayer, e capirete che chi li ha visti negli ottanta, ha visto qualcosa.



Slayer, Day In The Dirt, Berkeley, 1984


venerdì 19 gennaio 2018

Bull Brigade al Newroz - Venerdì 19 gennaio ore 20.30 garageradio.eu

Domani sera al Newroz, Pisa, Bull Brigade, Bomber 80 , Teppa , Mad Beat, dalle ore 21.
Quindi stasera un po' di OI! e dintorni, tra l'altro.
Ormai l'area OI!- skin è indispensabile in molti luoghi alla vita di una qualche scena. A Pisa città, grazie a OI! Block, si è ricominciato a vedere concerti che non si vedevano da un po', quindi onore a loro. Se volete sentirvi l'ultimo Bull Brigade lo trovate su bandcamp qua. Il link all'evento facebook invece è qua.




lunedì 8 gennaio 2018

Nido Di Vespe, Tondino BOI!s, I Missili, Sinners Squad e Coito Flambé @GOB, 4 gennaio 2018

Avrete notato una certa frequenza di live report di serate al GOB, Bicchio, Viareggio, qua sopra. Non è soltanto la relativa vicinanza geografica, è la qualità dell'offerta... a questo giro il GOB ospita Urli da San Cassiano On Tour live #2. Urli da San Cassiano è una compilation con Nido Di Vespe, Tondino BOI!s e I Missili, che trova il suo senso nel fatto che si tratta di tre gruppi "di buoni amici che condividono la stessa sala prove: un ex pollaio situato in una sconosciuta frazione della provincia di Lucca". C'è di mezzo anche Toscana Punk Rock, nella realizzazione. Se volete la potete scaricare qua.
La sera del quattro gennaio al GOB però ci sono anche gruppi fuori compilation: i Coito Flambé, che aprono, e la sorpresa (per me) del bill, Sinners Squad: dei quattro membri due li hanno in comune con i Tondino BOI!s e propongono un punk energico, basico ma molto molto funzionante. catchy, oserei dire. Nota di merito per loro, e mia sorpresa dovuta al fatto che non li conoscevo. Dopo di loro è il turno de I Missili. che aprono con una cover di Ring Of Fire, per poi andar avanti con il loro punk abbastanza anni 90, senza trascurare la loro cover di Fight For Your Rights (Beastie Boys).
I Tondino BOI!s al momento dal vivo continuano ad essere in netta crescita (l'ultima volta li avevo visti quasi un anno fa, sempre al GOB, sempre assieme a Nido Di Vespe). Per qualche strana serie di ragioni da studio continuano a non dare la stessa impressione che danno del vivo: ora come ora  sono uno dei migliori gruppi OI!-core che ho sentito, poco da fare. Conducono il loro set tra pezzi propri e cover, finendo con la loro versione di Frana La Curva (Erode), cantata in coro dal pubblico (l'anno scorso avevano fatto Contro Lo Stato dei Bloody Riot).
Tondino BOI!s, pic by Lisa Pi

Dato l'entusiasmo durante il set dei Tondino, Nido Di Vespe trova il pubblico abbastanza stanco e diradato.
Qualcuno li etichetta come gruppo grind. La definizione che danno di sé stessi, "grinding thrashcore" la trovo più appropriata. Sì, ok, il 50% della loro impostazione è improntata al grind. Ma il resto no. E hanno i pezzi (su tutti Tutto mi parla di te). Poi ai miei orecchi hanno un poco di affinità con il thrascore in spirito anni 80 (la T-Shirt degli Iron Reagan che spesso porta il chitarrista qualcosa vorrà dire).
In breve, un'altra eccellente serata per il GOB.

Nido di Vespe, pic by Lisa Pi


venerdì 5 gennaio 2018

1978: hard rock, heavy metal, l'alba della NWOBHM- Venerdì 12 gennaio ore 20.30 garageradio.eu

Quaranta anni fa, il 1978 è un anno cruciale per l'heavy rock, che vive fasi assai diverse sulle due sponde dell'oceano. In UK il punk è dilagato, fino a conquistare la prima delle tre giornate del festival di Reading con Jam, UltravoxSham 69 - e le teste rasate che arrivarono per vedere gli Sham provocarono tafferugli e risse. A Reading sabato e domenica resteranno i giorni della "vecchia scuola", Status Quo, Foreigner, Ian Gillan Band.
I gruppi che saranno il motore della NWOBHM faticano a trovare spazi, a Londra e altrove. A Londra uno dei pochi punti di riferimento di una scena tornata in buona misura underground è il Bandwagon Heavy Metal Soundhouse, destinato a diventare uno dei luoghi leggendari della NWOBHM (Soundhouse e non "disco", perché una discoteca metal suonava come una contraddizione nei termini). Si tratta dell'iniziativa di Neal Kay, DJ e promoter londinese, in piedi da un paio di anni. Ed ecco quel che aveva da dire al riguardo the man himself una decina di anni fa:

Era punk o niente, all'epoca, e queste rock bands, e alcune di loro erano composte da ragazzini, non avevano posti dove andare, e nessuno che muovesse il prodotto più in alto, nessuno per stamparlo, farlo uscire e piazzarlo e la cosa iniziò a infastidirmi molto. Avevo sempre sognato di un posto, mentre lavoravo nei club di Londra e andavo ai concerti e altro, un posto dove il rock avrebbe dovuto essere a disposizione della gente, e tu avresti potuto invertire la rotta di 180 gradi, e buttar fuori chiunque fosse in camicia e cravatta e richiedere che tutti avessero jeans e t-shirt. Avevo questo massiccio sound system, là, non era un impianto da discoteca, era un PA per gruppi, e poteva sfondare le finestre. Alla fine capii di aver fatto crescere una cultura di rock and roll loonies. Continuai a telefonare a Sounds, che era il grande giornale metal dell'epoca, alla fine Geoff Burton mi rispose e gli dissi "se vieni non sarai deluso, ti farò vedere qualcosa che non hai mai visto prima"(1)

Neal Kay al Bandwagon
A proposito del Bandwagon riporto quanto scritto in This Ain't the Summer of Love: Conflict and Crossover in Heavy Metal and Punk , di Steve Waksman (2009, Univ of California Pr):

"Il Bandwagon era un posto dove i fan dell'heavy metal potevano sentirsi a proprio agio quando l'entusiasmo per la New Wave dominava i club e le riviste inglesi. Kay aveva una qualità quasi messianica di custode della fiamma dell'hard rock, mettendo pezzi dei primi 70 ma anche cercando di incorporare materiale attuale. Il carattere della scena al Soundhouse fu quello che colpì Geoff Burton, che parlò del Soundhouse di Kay sul settimanale Sounds nell'estate del 78... Le fotografie che accompagnavano l'articolo sottolineavano l'atmosfera selvaggia dell'evento, raffigurando giovani maschi in chiodo, jeans e t-shirt rock che si scatenavano, scherzavano davanti all'obiettivo e facevano hair guitar, pratica classica tra chi apprezza l'heavy metal... Kay prese regolarmente a raccontare le storie, in parole e musica, di alcune band da lui favorite. Tra i gruppi di cui parlava c'erano Led Zeppelin, Deep Purple, Free, Bad Company, Thin Lizzy, Status Quo e Pink Floyd - un autentico canone dell'hard rock inglese tra fine sessanta e anni settanta. Di settimana in settimana Kay interrogava il pubblico sui suoi pezzi favoriti, e questi poll diventarono le basi delle Heavy Metal Charts su Sounds... assente dalla chart e dalla playlist del Soundhouse ogni traccia di New Wave; come Kay spiegò "Un'incredibile quantità di bikers frequenta il posto, e non c'è verso che abbiano la minima simpatia per il punk." "

Non c'è solo Kay a darsi da fare, con Geoff Burton che si interessa (il suo articolo su Sounds apparve in agosto, a titolo Wednesday Night Fever). Nel novembre del 1978 sulla BBC comincia ad andare in onda il Friday Rock Show di Tommy Vance. Che inizia a passare in radio quello che Kay passava al Soundhouse, ed in più va a scavare negli archivi della BBC per trovare incisioni fatte in esclusiva per la rete da Cream, Hendrix, Deep Purple, UFO, Uriah Heep, Led Zeppelin. All'esordio lo show includeva pure qualcosa di New Wave e Punk, ma sparirono velocemente dalle scalette di Vance. In breve un gran numero di adolescenti inglesi si sarebbe trovato davanti alla radio il venerdì sera, col dito pronto sul tasto rec del registratore.

I grandi dell'hard rock inglese dei primi 70 offrono un panorama misto, nel 1978.
Gli Zep sono al canto del cigno con In Through The Out Door.
I Black Sabbath fanno uscire l'ultimo album con Ozzy, Never Say Die. Immersi fin sopra i capelli in problemi di alcol e droga, l'album rischiò di uscire senza Ozzy alla voce, visto che se ne era andato dal gruppo prima dell'incisione per poi rientrare. Questo ultimo capitolo della formazione originaria della band (senza contare reunion più o meno recenti) ha decisamente qualcosa di meglio rispetto a Technical Ecstasy, ma è caratterizato da un suono brillante, molto brillante, che unito a tonalità maggiori lo rende decisamente poco Sabbath. Questa fase del gruppo è al capolinea.

Ian Gillan Band, Marquee 1978
Il plotone degli ex Purple è in piena attività.
David Coverdale mette su i Whitesnake che nel '78 debuttano con un ep, Snakebite, a cui fa subito seguito un full lenght album, Trouble. Non è ancora a fuoco l'impasto sonoro che caratterizzerà il gruppo nei tre anni successivi, reminiscenze di Purple Mark III, echi di Free e Bad Company, accenni pop un po' troppo smaccati e alcuni brani con riff di chitarra sola o in grande evidenza sulle tastiere marcano una certa distanza da quel che sarà il successivo Lovehunter. Comunque con Trouble Coverdale e associati (c'è anche John Lord) si piazzano al 50esimo posto nelle chart inglesi.
I Rainbow sono al loro terzo capitolo, Long live rock and roll, l'ultimo con Ronnie James Dio. E' abbastanza difficile stabilire esattamente quanto questo lp e il suo predecessore, Rising, abbiano influenzato il metal successivo, ma lo hanno fatto e in modo esteso: i temi fantasy e lo stile vocale di Dio hanno ispirato molti, moltissimi gruppi del genere. Qualcuno ha definito Kill The King il primo brano power metal di sempre, secondo me facendo un torto al pezzo e al gruppo.
Reading 78 coglie Ian Gillan nel mezzo di un periodo di grandi cambiamenti. A luglio liquida la sua precedente formazione jazz-fusion-prog per far partire il nuovo gruppo, che sarà semplicemente Gillan, sterzando prima verso il prog e poi, decisamente, verso hard rock e metal e riformulando la sua proposta "per un pubblico di maschi adolescenti". Il debutto discografico ci sarà a settembre con il cosiddetto Japanese Album, uscito solo in Giappone, Australia, Nuova Zelanda, che apre con un tandem di brani destinato a costituire uno dei classici del gruppo: la strumentale Second Sight, affidata alle tastiere e al moog di Colin Towns, seguita dalla velocissima Secret Of The Dance (nella ristampa su CD del 1994 Second Sight verrà sostituita da un altro strumentale, Street Theatre). Il vero, grande debutto di Gillan sarà nel 1979 Mr. Universe, che riproporrà nella sua apertura la stessa coppia di brani.

Judas Priest, 1978, pic by Chris Walter
Per i Judas Priest il 1978 è l'anno di Stained Class e Killing Machine, e quindi un anno cruciale in cui la band definisce in più di un modo quello che sarà il canone dell'heavy metal classico. Il gruppo abbandona il look primi settanta, i colori sgargianti, i pantaloni a zampa di elefante: si passa a cuoio e borchie, o in alternativa a denim and leather. Gli elementi ritmici introdotti l'anno prima con Sin after sin (doppia cassa, ritmo di batteria, basso e chitarra ritmica basato su sedicesimi) trovano il loro primo impiego organico e maturo. E' in buona parte merito di Les Binks, per cui Killing Machine sarà l'ultimo album in studio con la band. Anche se dal punto di vista del suono la band non ha ancora trovato la giusta quadra (che arriverà con il loro primo live),  con questi due lp (e sopratutto con Stained Class) i Priest completano la costruzione delle fondamenta del genere, e due anni dopo conquisteranno il nome di "metal gods". Ultima nota su questa coppia di lp: ognuno contiene un brano il cui titolo verrà preso come nome da una band (Exciter, Running Wild).
Gli UFO concludono la loro migliore stagione con Obsession, ultimo album con Michael Schenker. Ma la loro reputazione sopravviverà alla dipartita dell'iconico chitarrista tedesco (due anni dopo saranno tra gli headliner di Reading 80).

Son Of A Bitch/Saxon 1978
Nella nuova generazione di gruppi inglesi che sarà la spina dorsale della NWOBHM c'è movimento. Clive Burr lascia i Samson, nascono i Tygers Of Pan Tang, gli Iron Maiden registrano il loro primo (e unico) demo (il 31 dicembre 1978), che l'anno successivo diventerà il loro primo EP, The Soundhouse Tapes. Gli Angel Witch registrano anche loro un primo demo (ristampato anni dopo in vinile col titolo Sinister History).
I Son Of A Bitch incidono anche loro un demo, nel 1978, per poi cambiare il proprio nome in Saxon, e fare gig in giro, tra cui date di spalla ai Motorhead.
I Diamond Head stanno facendo gig da circa un'anno, e all'incirca allo stesso tempo hanno cominciato a farsi vivi Def Leppard, Holocaust, Praying Mantis, Raven, White Spirit.
I gruppi, il pubblico, la radio, la stampa, è tutto pronto per il 1979, when the dam began to burst.


Def Leppard 1978
A metà strada tra USA e UK, inserisco gli AC/DC. Nel 1977 hanno fatto il loro primo tour americano e nel 78 escono con Powerage, universalmente noto come l'album meno quotato dell'era Bon Scott. Underrating ingiusto, come di solito accade. Al di là dell'opener Rock'n'roll Damnation, consiglio vivamente di riascoltare brani per me indimenticabili: Down Payment Blues, Gone Shootin', Riff Raff e soprattutto uno dei migliori brani di sempre degli AC/DC: Sin City . E' il penultimo album in studio con Bon Scott alla voce. Nel 1978 esce anche il live If Want Blood You've Got It , stando ai credits con materiale registrato al concerto del 30 aprile all' Apollo Theatre di Glasgow. Per molti ragazzini dei primissimi eighties questo live sarà la prima panoramica della band nell'era Bon Scott, assieme a Highway To Hell .

Ted Nugent al Cal Jam II
Oltreoceano il 1978 è l'anno del Cal Jam II: 18 marzo, 350.000 persone per un festival decisamente orientato verso l'hard rock a stelle e strisce. Ci sono per esempio Ted Nugent (che uscirà in settembre con Weekend Warriors) e gli Aerosmith (in un anno di pausa per le uscite discografiche).

E' l'anno di debutto su vinile dei Molly Hatchet, gruppo di rock sudista che per suono di chitarre fin dall'inizio si accosta da vicino all'hard rock, un album che passa alla storia sopratutto grazie alla propria copertina, che ha forse l'illustrazione più celebre di Frank Frazetta, The Death Dealer. Questi suoni in un gruppo southern sono un chiaro segno dello spirito dei tempi (i Molly Hatchet non mancheranno di figurare nelle chart metal di Sounds).
Per parlare di altro gruppo USA ben più connesso con la storia della NWOBHM, a New York i Riot, sono usciti l'anno prima con il loro debutto Rock City, praticamente autoprodotto. Il lavoro aveva messo subito in luce doti e personalità della band (e del chitarrista Mark Reale), che nel '78 suona di spalla a Molly Hatchet e AC/DC per poi ritrovarsi sull'orlo dello scioglimento; però dall'altra parte dell'oceano attireranno l'attenzione di Neal Kay...

Ma per quel che riguarda gli USA, sopra ogni altra cosa, nel febbraio 1978 esce il primo omonimo lp dei Van Halen.
Eddie Van Halen, 1978
Se Michael Schenker nei suoi anni con gli UFO ha portato un contributo determinante a quello che sarà lo stile e il suono del solismo chitarristico dell'heavy metal (classico e non), il primo Van Halen è una pietra miliare su tutti i fronti. Non c'è solo il solismo di Eddie Van Halen, che da subito avrà un'influenza incredibile (Glen Tipton inizierà ad usare il finger tapping dopo averlo sentito), ma ci sono anche capacità altissime di songwriting, concretizzate in un guitarwork totalizzante, inconfondibile. Il fatto che i Van Halen immediatamente scalino le classifiche, ottenendo da subito di aprire per i Montrose in USA e per i Black Sabbath in Europa e USA dà una misura di quanto fosse eclatante quel debutto.

Il 1978 è forse il primo anno della fase più classica dell'heavy metal, che farei concludere con il 1982, con l'uscita di The Number Of The Beast, considerato il momento dell'apice della NWOBHM.




(1) Metal Evolution, NWOBHM, Sam Dunn, VH1