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lunedì 19 dicembre 2016

Destrage, intervista - Venerdì 23 dicembre ore 20.30 www.garageradio.it

Se cercate sulla rete italiana qualcosa sui Destrage trovate molto. Le webzine (e/o i portali) li collocano correttamente, citando SikTh, Beetwen Me And The Buried, Protest The Hero, Soilwork, Periphery (e chiaramente Dillinger Escape Plan). Fateci caso, si tratta di nomi (DEP a parte) del tutto alieni all'ottica e allo spirito di questo blog/programma radio in quanto legati a doppio filo alla core-roba, al suo periodo, alla sua attitudine .
I Destrage vengono di lì, ma pur proveniendo da questo ambiente musicale finiscono, ai miei orecchi, per giocare in un altro campionato, anzi per praticare uno sport completamente differente, lo "spacchiamo senza se e senza ma, con pezzi vari e imprevedibili, lasciandovi a bocca aperta per la nostra tecnica". E quindi a un diversamente giovane come il sottoscritto dal vivo hanno ricordato i Victims Family (gruppo che loro non avevano mai sentito nominare), non tanto per la musica quanto per lo spirito  - in realtà l'intervista contiene un piccolo test di affinità da cui vengono fuori risultati che possono spiegare parecchio...

Qualcuno, compreso il sottoscritto, si è chiesto perché ancora non abbiano spiccato il fatidico salto di livello. Forse perché non basta un singolo A&R che li supporti, ma serve tutta l'etichetta convinta e determinata nel mandarli avanti

Spero che gli interessati al tema si godano l'intervista, dove si parla di etichette, A&R, Giappone e varie altre cose.




domenica 11 dicembre 2016

Dreaming of a punk X-Mas - venerdì 16 dicembre ore 20.30 www.garageradio.it

Quest'anno gli auguri ve li faccio assieme a Riki Signorini, che ha buttato giù una lunga lista di pezzi punk a tema natalizio. A me ne è venuto in mente solo uno, preso da questo album perlopiù dimenticato di un gruppo perlopiù dimenticato (copertina di RK Sloane)


Era anche la grafica del poster del loro tour 88-89, mi pare (l'ho tenuto appeso al muro per anni, ha finito per disgregarsi). Siccome in europa erano distribuiti da We Bite, mi pare di ricordare date continentali con gli Erosion, dimenticato gruppo thrash tedesco che qualche numero lo aveva. Invece oltreoceano date con SNFU.




A riascoltarli oggi fanno ancora una gran buona impressione.

L'anno di FERA si chiuderà il 23 con l'intervista ai Destrage, ma gli auguri ve li facciamo così, in anticipo.

sabato 10 dicembre 2016

Destrage - Cycle Club, Calenzano - 09/12/2016

A priori avrei detto che i Destrage non fossero particolarmente cari al pubblico toscano della musica dal vivo, e avrei sbagliato. Il Cycle non era certo sold out, ma ad occhio e croce ci saranno state più di un centinaio di persone. Fascia di pubblico tra i venti e e i trenta, direi - un pubblico di millennials, senza gran concentrazione delle tribù più classiche, ma indubbiamente orientato verso il metal e cresciuto con quello andato per la maggiore negli ultimi vent'anni (chissà se la platea del club per Destruction e Nervosa, il prossimo due febbraio, sarà la stessa).
I Destrage sono preceduti da Welcome Aliens (un alt rock in italiano, con buone dosi di hip hop nel cantato) e da Human Tornado (stoner emiliano, pestano duro). Inutile dire che, quando arrivano sul palco, sono i milanesi i veri alieni della serata. Per quanto il sound dei loro album sfugga a facili etichettature, dal vivo, con l'attuale scaletta, l'impressione generale è riconducibile a quella di un gruppo mathcore.
Un chitarrista con barba hipster, l'altro con taglio di capelli alla K.Cobain, decolorati a metà, batterista alt-metal coi dread, un deathster al basso - Paolo, ne sia consapevole o meno, sta sul palco come un frontman HC. Il tutto è molto post-qualcosa (probabilmente post-post-qualcosa), come la loro musica che ha però, al di là dell'altissimo contenuto tecnico, alcune carattestiche di valore universale: impatto, identità propria, personalità - e le ultime due qualità sono merce piuttosto rara, oggi come oggi.


Nonostante l'acustica del locale non sia precisamente l'ideale, per quel che propongono, riescono a far uscire dall'impianto il loro intricato guitarwork in maniera piuttosto nitida.
 Attaccano il loro set con "Don't stare at the edge", dal loro ultimo lavoro, e vanno avanti principalmente con pezzi da "A means to no end" e "Are you kidding me? No" ("Symphony of the ego","Purania", "My green neighbor", tra le altre).
Il pubblico, per quanto parecchio fermo, dimostra il proprio apprezzamento: slamming e crowdsurfing non sono nel suo DNA, evidentemente, o comunque non li associa a questo tipo di musica.
I Destrage dopo dieci anni e dopo aver visto posizioni abbastanza alte nelle varie chart in giro per il mondo sono a questo punto, in Italia. Sembrano soddisfatti della propria attuale condizione, ma mi viene da pensare che in altri tempi la parte ascendente della loro parabola avrebbe potuto portare più in alto e più velocemente.

Ho fatto una chiaccherata con i due chitarristi Ralph Guido Salati e Matteo di Gioia (che sembrerebbero, rispettavamente, l'anima prog e quella math del gruppo) e ve la  proporrò nella trasmissione del 23.