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venerdì 27 febbraio 2015

Rollins Band 1.0 e Blues Legacy III . Venerdì 27 febbraio ore 21 www.garageradio.it

Ma quanto era enorme la Rollins Band prima versione nell'89-92 (gli yankee direbbero: huge!).
A parte Henry Rollins, c'erano Chris Haskett, chitarrista eccezionale, Andrew Weiss, bassista straordinario, e un fior di batterista come Sim Cain. Dal vivo era cruciale l'apporto del quinto uomo, Theo Van Rock, il tecnico del suono, immortalato all'inizio del video di "Tearing" (faccio notare che la versione è diversa da quella apparsa su "The end of silence", e diverso è l'assolo di Haskett).
L'incredibile energia che Rollins sapeva sprigionare dal vivo è ben testimoniata da questo video (i brani, nell'ordine, sono "Do it" e "Burnt beyond recognition")


Inserisco questo filmato, invece di uno dei tanti altri di miglior qualità reperibili su youtube, perché quella sera nella bolgia sotto il palco c'ero anche io e quando parlo delle loro eccezionali performance live lo faccio con diretta cognizione di causa. Il Macchia Nera non riuscì a contenere tutti quelli che erano venuti al concerto e la Rollins Band corcordò un secondo gig non programmato, per la sera del giorno dopo mi pare- questo tanto per dire quale fosse la loro attitudine . Girò la voce che qualcuno dopo il concerto avesse fregato i pantaloncini neri del buon Henry. Sul muro di uno dei cessi del CSA qualcuno scrisse "Rollins è TROPPO per il Macchia Nera!".

Rollins fa parte della scaletta di venerdì sera in materia di eredità del blues. A questo giro mi concentro sul punk e sul rock alternativo...

domenica 15 febbraio 2015

Dal crossover al metalcore? ore 21, Venerdì 20 Febbraio

Il 29 gennaio è uscito su Metal Hammer un articolo di Stephen Hill , From Crossover To Metalcore: The Genesis Of A Genre, che mi ha lasciato più che perplesso per il suo punto di vista, focalizzato sugli anni 90, anzi sulla loro fine, con l'emergere del metalcore (e quindi della cosiddetta New Wave Of American Heavy Metal - se mai qualcosa del genere è mai veramente esistito). 
E' inevitabilmente l'ottica di un nato negli anni 80, e l'anagrafe non costituisce una colpa. Ma ridurre il crossover originario alla premessa dei Killswitch Engage è cosa che mi fa letteralmente cadere le braccia.
Se il rapporto di parentela esiste, il metalcore (inteso come l'ondata dell'inizio millennio) è stata la commercializzazione degli effetti collaterali dell'ultima fase del crossover thrash.

Voivod, 1985 - Al centro Michel "Away" Langevin con T-shirt dei Broken Bones
Ma partiamo dall'inizio.
Non è esagerato dire che il thrash metal nasce crossover, e lo fa compiutamente a S. Francisco a partire dall'84. Il contatto della gente che farà la storia del thrash metal con l'hardcore punk non è solo una questione di musica: per quanto estremamente eterogenea la scena hc americana era comunque un underground dove il Do It Yourself (cioè autoproduzione/autogestione) era la cultura dominante. Si trattava di un non semplice contatto tra due sottoculture decisamente diverse, guidato dal comune amore per il rock estremo così come era concepito all'epoca (abbondano i resoconti di scontri violenti tra i diversi gruppi confluiti ai concerti, ma la storia riguarda prevalentemente Los Angeles).

Attitude Adjustement - Andy "Airborne" Andersen
L'inizio della convergenza provocò effetti non banali e non simmetrici.
Se per i gruppi thrash l'acquisizione di un nuovo pubblico era marginalmente positiva, data la dimensione delle due rispettive scene, per i gruppi hc la cosa era estremamente più significativa: "Damaged" (1981) dei Black Flag vendette 60.000 copie, il debutto self titled dei Suicidal Tendencies (grazie al video di "Istitutionalized" in rotazione su MTV nel 1984) 200.000 e passa. I Raw Power, in ragione della loro intensa attività live negli USA, vendettero tramite i circuiti indipendenti - cioè gli stessi dei Black Flag - più di 40.000 copie di "Screams from the Gutter" (1985).
Cos'era cambiato dal 1981, anno in cui i Black Flag, leader indiscussi della scena hc americana, riuscivano a vendere con uno dei loro dischi più importanti solo il 50% in più di quel che sarebbe riuscito a fare un gruppo italiano appena arrivato a suonare negli USA?



Lascio la domanda in sospeso per un attimo, perché c'è una precisazione doverosa da fare: queste sono considerazioni a posteriori. Nessuna delle band di cui sto parlando pensava in termini di carriera e vendite (e non lo facevano più di tanto neanche le etichette indipendenti). Nel caso dei gruppi hc non solo il concetto era alieno, era avversato. Sia per i gruppi thrash metal ai loro inizi che per i gruppi hc il punto focale era la passione : per quella musica, e non solo (difficile da spiegare il forte senso di identità che derivava dall'appartenere alla scena). Ed è la passione il motore della diffusione della musica di questi gruppi. La diffusione interessa a tutti, fin dall'inizio, a partire dai tour dei Black Flag. E la rete mondiale di distribuzione/scambio dei demo agli albori del thrash  andava esattamente nella stessa direzione. Perché per quanto l'aspetto economico non fosse preso in considerazione, scarsa diffusione poteva voler dire tra l'altro  poca gente ai concerti, cosa che qualsiasi band (anche quelle hc) preferisce evitare.

Ritorno alla domanda iniziale. Quello che rende possibile l'eclatante quasi testa a testa tra "Damaged" dei Black Flag e "Screams from the gutter" dei Raw Power è la crescita della scena, sì, ma sopratutto il suo allargarsi al pubblico del thrash. La cosa fu evidente da subito a tutti.
Reed Mullin (Corrosion Of Conformity) la ricorda così:

"Quando metal e punk confluirono eravamo speranzosi. Ecco una nuova audience, non avremmo più predicato il verbo ai convertiti. Invece assorbirono le stronzate superficiali. Assorbirono lo slamming, il fare fanzine, il suonare veloce.... mancarono il fottuto punto". (1)
(A dire il vero le fanzine non furono uno dei prodotti del crossover, ma il senso generale regge ugualmente)

Ruthie's Inn, Berkeley, 1986


Quindi l'avvicinamento creò innnanzi tutto un pubblico meticciato e allargato.
Da un punto di vista culturale, nonostante l'opinione di Reed Mullin, la cosa ebbe un effetto largamente positivo sul thrash metal (in molti casi, a partire dai Metallica, i testi iniziarono a coprire temi politico sociali che fino al giorno prima erano una caratteristica del punk). Ma la cosa non si estese alla critica del rock business, che era stato fin dall'inizio uno dei punti fondamentali del punk (e a maggior ragione dell'hardcore).
Se l'effetto dell'allargamento dell'audience fu positivo sull'hc punk nel breve termine, le cose andarono diversamente sul medio periodo.


Se DRI ("Dealing with it"), Corrosion of Conformity ("Animosity"), Crumbsuckers ("Life of Dreams"), Accused ("Martha Splatterhead Maddest Stories ever Told") mettevano insieme il meglio dei due mondi, ben presto si assistette ad una crescente ed eccessiva (snaturante) metallizzazione nel sound di molte band hc, dagli stessi DRI agli Agnostic front di "Cause For Alarm". Fino ad arrivare nei 90 alla deriva completamente metallizzata di Biohazard e Madball, per non parlare poi di Integrity e del generale dilagare del sound metal nell'hardcore, specialmente in quello della East Coast. I Rorschach in quel periodo sono forse l'ultimo gruppo crossover nel senso stretto del termine - e sono anche un ponte verso lo stile dei successivi Converge e Botch.

Cosa si era perso nel processo? Da una parte l'ispirazione della scena hc originale, che si era andata sclerotizzando su posizioni ultraconservatrici e avrebbe finito per creare le premesse di episodi penosamente significativi (l'incidente di Jello Biafra al 924 Gilman st., 1994), dall'altra l'omologazione di molti gruppi hc al "sistema" del metal, che negli anni 90 era ritornato largamente underground, incardinandosi su alcune grosse etichette indipendenti, alcune nate, altre cresciute sull'onda del death/grind/black metal "by numbers" (ovvero: se non metti in scuderia il gruppo da disco di platino puoi sempre fare profitti con 10 gruppi da 100.000 copie, o 20 da 50.000 e via dicendo).

James Hetfield con Harley Flanagan, ad occhio e croce 1986
Il metalcore è un punto di arrivo di questo percorso.
Per quel che riguarda il sound si passa dalla diversità degli anni 80 alla standardizzazione dei 90 e di inizio secolo (e qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa c'è di hc in Killswitch Engage, Chimaira, God Fobid etc)
Quanto all'attitudine, all'inizio del nuovo millennio la carriera è un obiettivo fin dall'inizio, le band si pongono il problema della sopravvivenza, di come arrivare su MTV2. Il mantenimento della fanbase, con criteri di fatto manageriali, è una priorità. Una prova? Ecco le considerazioni di Doc Coyle, dei God Forbid:

"Jamey Jasta degli Hatebreed una volta mi disse che la tua audience si ricicla ogni 3 anni. Quel che voleva dire è che devi costantemente recuperare fanbase, o la band si estinguerà  La gente va avanti, fa figli, diventa troppo occupata per continuare ad andare ai concerti, cambia gusti, etc . Sono i giovani ad alimentare la bestia della heavy music. I God Forbid hanno avuto questo problema molto presto, quando decidemmo di allontanarci musicalmente dalla scena hardcore e di cambiare la tipologia dei gruppi con cui andavamo in tour. Sapevo che sarebbe successo"

Confrontate queste parole con quelle di Civ dei Gorilla Biscuits (1989), che inizia a vedere gli indizi di questa tendenza:

"The new kids ran, ran
Out the back door fast, and the bands
That came before they had their noses in
The air. Pretending that they care about
Our scene just because our money's
Green. I'll tell you stage dives make me
Feel more alive than coded messages in
Slowed down songs"

"I nuovi ragazzi scappano
scappano veloci dalla porta sul retro
e le vecchie band rimangono col naso per aria
facendo finta di essere coinvolte nella scena
solo per il colore dei nostri soldi.
Ti dirò, i tuffi dal palco
mi fanno sentire più vivo
di messaggi in codice in canzoni rallentate"


Anche a causa  di tutto questo, parlando di hardcore, gli H2O nel 2008 finiscono per domandarsi "Cos'è successo alla passione, alle ragioni per urlare?"



Quindi nei 20 anni dall'85 al 2005 la prospettiva si rovescia: la fusione tra metal e hc è partita da un tempo in cui era la passione a indirizzare le cose ed è arrivata al punto in cui qualche major è riuscita a farsi per l'ennesima volta bei soldoni con gruppi che erano perfettamente funzionali allo scopo, perché non solo erano coscienti del processo, ma lo accettavano fin dall'inizio. Posso dire che la cosa ha influito e non poco anche sulla musica che hanno fatto e fanno?


P.S.:Poi è arrivato il web 2.0 ed è cambiato tutto - oppure no?
P.P.S.: Il metalcore ormai è archiviato a roba del decennio scorso, avanti i prossimi.
P.P.P.S.: Ah, a proposito dell'articolo di Metal Hammer, se i While She Sleeps sono la speranza attuale del metal UK possiamo tranquillamente concludere che l'heavy metal inglese è messo malissimo - e non è una novità.

(1)"Bang Your Head: The Rise and Fall of Heavy Metal", David Konow, pag. 240
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mercoledì 11 febbraio 2015

Blues Legacy Capitolo II - Venerdì 13 Febbraio ore 21 www.garageradio.it

Alla fine, tutto risulta collegato. Nel precedente post ho inserito la scena di Seattle degli anni 80 in una generale tendenza al recupero del passato in atto in quegli anni. Iin realtà non è che sia una bizzarra teoria del sottoscritto, ma è anche l'idea di almeno uno dei protagonisti di quella scena (Jack Endino, che vede quel sound come una prosecuzione dell'hard rock dei '70, che incorporava influenze garage dei '60 e punk di fine '70-primi '80).
E  infatti nella seconda metà degli anni ottanta tra l'altro inizia un rinnovata attenzione verso il blues.  Jimmy Page, dopo essersi tenuto fondamentalmente a distanza dalla trascurabile riunione degli Yardbirds (Box of frogs) se ne esce con un gran disco, Outrider (1988), con ben poche concessioni al rock da classifica e nessuna traccia di pop (la deriva pop è stata la cifra di quasi tutti i gruppi "storici" nei primi anni 80, basta pensare a quanto fatto dai reduci del prog).
Rory Gallagher si lascia alle spalle l'approccio più hard rock di fine 70- inizio 80 per tornare a un pieno equilibrio tra rock e blues (Defender, 1987).
Gary Moore si butta a recuperare il blues (Still got the blues, 1990) a modo suo, abbastanza radio friendly . Ma mai radiofonico quanto  Jeff Healey (See the Light, 1988), che godette di una massiccia rotazione su MTV.
Nasce a nuova vita John Lee Hooker, che grazie a una serie di collaborazioni mette a segno almeno un album assolutamente memorabile (The Healer, 1989).
I Masters Of Reality  debuttano nell'88 con un album omonimo intriso di blues - Chris Goss, il loro leader, raggiungerà una certa fama nel decennio successivo grazie alla sua partecipazione nella scena di Palm Desert.
Gli oggi praticamente dimenticati Raging Slab debuttano su major (RCA) nel 1989 proponendo invariato il loro southern rock appesantito ma costruito su blues e slide guitar.

C'è pure chi, annusando l'aria, decide di provare a cavalcare il trend.
E' il caso di Jake E. Lee che, licenziato da Ozzy Osbourne (anzi, da sua moglie), recupera Ray Gillen (defenestrato dai Black Sabbath in piena crisi di identità) per  mettere su i Badlands: escono con un LP omonimo nel 1989 e la cosa, grazie ai suoi tentativi di clonazione del sound dei Led Zeppelin, provocherà un certo chiaccericcio su una improbabile "rinascita dell'hard rock blues" . Ma Jake E. Lee riusciva ad essere solo piattamente scolastico, anche quando impugnava una National Steel Guitar.
Diversa la vicenda di un'altro animale da classifica, John Sykes (ai tempi dei Tygers Of Pan Tang aveva dichiarato "Farei qualsiasi cosa per il primo posto in classifica o per essere a Top of The Pops"). Si ritrova nel supergruppo Blue Murder, e il singolo dell'omonimo album di debutto (1989) è decisamente bluesy ("Jelly Roll"), per quanto accompagnato da un video esattamente in linea con le vette del kitsch (e del ridicolo) raggiunte dagli Whitesnake nell'87 (quando c'era lui alla chitarra).


In area punk i Gun Club all'inizio del decenio avevano mescolato punk e blues, e poco dopo due ex Big Boys (gruppo hc) avevano seguito il loro esempio fondando i Poison 13; più avanti nel tempo gli ex Dicks diventano i Sister Double Happiness (il loro primo e monimo album è del 1988).
Ma sopratutto un'icona del punk e dell'hc americano come Glen Danzig cambia formula e tira fuori un mix di hard rock, blues, metal e atmosfere gotiche con la sua nuova creatura, Danzig, che debutta nel 1988 su Def Jam, prodotta di Rick Rubin. Le influenze blues, ben evidenti nell'album di debutto, diventeranno eclatanti in Lucifuge (1990). Quanto alla Rollins Band.... ne parleremo diffusamente in futuro.

Quindi nei primi anni novanta sono in molti a volersi confrontare col blues e suoi classici. E a questo proposito voglio portare alla vostra attenzione l'incredibile quantità di hype che costruisce la figura di Ben Harper. Io l'ho visto dal vivo non mi ricordo quando in quel decennio e non mi disse gran che, anzi quando si buttò in una sua versione di "Voodo child" pensai che avrebbe fatto meglio ad evitare: per affrontare certe cose devi possedere una buona dose di fuoco sacro - se ne sei sprovvisto, meglio desistere...
Considerazioni applicabili pari pari alla sua cover (piuttosto molle) di "When the levee breaks", e questo nonostante la mia immensa stima per Charlie Musselwhite.




Questa invece è l'incredibile versione di un grande, scomparso troppo precocemente:



Del resto, John Campbell (1952-1993) aveva una vocazione letteralmente leggendaria.
Questa intervista fu fatta e trasmessa da MTV Italia. Avevano mandato a intervistare Campbell un tipo che aveva una preparazione in materia di blues del tutto paragonabile alla mia in materia di musica indiana tradizionale.
Infatti l'intervistatore gli dice "Che chitarra splendida! Non ho mai visto niente del genere in vita mia" (cioè, non sa che esistono le National Steel Guitar, non ne ha mai vista una prima e sta intervistando uno dei più grandi bluesman bianchi viventi - impagabile). Ma questa non è una National Steel Guitar qualsiasi. E John Campbell racconta la sua storia...

Ecco la traduzione:
"Si questa chitarra ha una storia. Questa è una National Steel Guitar fatta nel 1934 . Il grande Lighting Hopkins ha suonato proprio questa chitarra. Doc John mi ha raccontato di aver visto questa chitarra a Houston, Texas, nel negozio dove l'ho presa. I musicisti blues si radunavano in strada e se la passavano suonandola a turno.. Io stavo andando a prendere una chitarra fatta su misura per me, quindi presi un'altra chitarra. Ma avevo visto questa in un angolo.Ho guidato fino a casa mia, centosessanta miglia, in campagna, ma durante tutta la strada pensavo a quella vecchia chitarra. Arrivai a casa e sai, pensai di aver fatto uno sbaglio, pensai di aver preso la chitarra sbagliata. Ebbene il giorno dopo tornai indietro, mi raccontarono la storia di Lightingh Hopkins e di questa chitarra e la presi."


mercoledì 4 febbraio 2015

Seattle, all'incirca 1988 - Venerdì 7 febbraio www.garageradio.it

Una delle cose che spesso mi irritano delle voci rock di wikipedia italia è la netta sensazione che nessuno con una conoscenza di prima mano dell'argomento abbia avuto voce nella stesura. Scorro la voce "Grunge" e alla fine trovo un elenco di gruppi in cui figurano Neil Young e le Babes in Toyland, ma non gli Skin Yard. Le L7 sarebbero un gruppo grunge di ispirazione heavy metal (chissà cosa ne penserebbero Donita Sparks e Suzi Gardner). I Green River band sabbathiana (vabbè, ma solo su parte del primo ep, per il resto...) . Jack Endino neanche viene citato. E via così. Se i contributori all'articolo si fossero limitati ad una traduzione della corrispondente voce di en.wikipedia.org avrebbero fatto un miglior lavoro. Per chi fosse all'oscuro dell'argomento forse meglio armarsi di una buona dose di pazienza e leggere la corrispondernte lenzuolata su ondarock



Mi ricordo bene quando il grunge venne fuori, perché essendo la Sub Pop un'etichetta rock underground si appoggiò ai canali di distribuzione mondiali del rock underground, che nella seconda metà degli anni 80 erano largamente sovrapponibili con quelli del punk e dell'hc: una rete di etichette indipendenti che erano anche distributori e viceversa, un network di luoghi che costituivano i nodi di una rete mondiale pronta ad ospitare i tour delle band. In realtà un'altra indie, C/Z, aveva preceduto "sul pezzo" Sub Pop con la compilation "Deep Six" ma si dimostrò molto meno capace di distribuire il proprio catalogo fuori dagli USA..
E' stato così che ho preso contatto coi gruppi di Seattle, all'epoca, precisamente nel 1988: "Ultramega OK" dei Soundgarden uscì su SST (l'etichetta di Greg Ginn dei Black Flag); alla Wide Records (RIP) arrivarono in distribuzione "Superfuzz Bigmuff" e "Touch Me I'm Sick" dei Mudhoney.



Nel giugno dell'89 i Soundgarden suonarono al CSOA Macchia Nera, a Pisa, all'aperto, davanti a un pubblico curioso e perplesso.
Sotto il palco c'era gente che aveva o avrebbe accolto più che calorosamente NoMeansNo, Bad Religion, Scream, Victims Family, D.I, Rollins Band, Jingo de Lunch, Fugazi, Down By Law e pure Isola Posse All Star. Quella sera si ritrovarono davanti un gruppo dal look non granché diverso da quello a cui erano abituati. Ma la musica... per quanto dal sapore un pò punk e alternativo, era indubbiamente heavy rock. E, soprattutto, sul palco c'era l'ultima voce della grande dinastia dei Plant e dei Gillan, Chris Cornell, impressionante anche dal vivo per estensione e nitidezza degli acuti ("Beyond the Wheel"!!!), anche se credo che le ragazze presenti abbiano apprezzato più il suo aspetto che non la sua performance vocale...
Qualche tempo dopo Flying Records (RIP), che distribuiva We Bite (e quindi Negazione, Jingo de Lunch etc) prese a distribuire anche Sub Pop, e in mezzo  all'altro materiale mi arrivò una copia promozionale di "The winding sheet" di Mark Lanegan.

Chris Cornell - Soundgarden live 1991


A causa di tutto questo ho sempre visto il grunge (o meglio, i gruppi di Seattle) come l'ultimo dei movimenti musicali underground degli anni ottanta, l'ultima di quella rapida successione di scene che hanno reso unico il panorama musicale di quel decennio, e non il grande fenomeno commerciale della prima metà dei 90.
Il guardare agli anni settanta non era una prerogativa unica delle band di Seattle, che mescolavano hard rock, punk e garage ("with an healthy respect for noise", secondo le parole di Jack Endino).
In realtà quei sound si inquadravano in un generale guardarsi all'indietro per recuperare quello che punk, hc, heavy metal, thrash (e glam metal) avevano non scartato, ma perlopiù lasciato da parte. Dalla Rollins Band ai Sister Double Happiness (formatisi dalle ceneri dei Dicks, gruppo hc) e ai Masters Of Reality,  dai Black Crowes agli stessi Guns and Roses era tutto un recuperare radici, gli anni 60, i 70, il blues.

Da un punto di vista dei rapporti tra underground e business musicale invece non c'era niente di già visto: per quanto ancora non si potesse sapere alla fine degli anni 80, era in corso la prova generale per tempi a venire.
A differenza delle altre etichette indipendenti Sub Pop aveva un ambizioso piano industriale per la commercializzazione della scena . Che l'atteggiamento di Sub Pop fosse in buona misura predatorio nei confronti dell'underground e delle band è una cosa di cui i gruppi si accorsero più tardi, ed è ben descritta nell'ottimo documentario Hype! (lo trovate su youtube sottotitolato in spagnolo). Se l'argomento vi interessa guardatelo, altrimenti la prossima volta che vi capiterà di vedere Jonathan Poneman dichiarare che Sub Pop voleva solo documentare la scena potreste pure credergli, e mi dispiace constatare che nell'episodio dedicato a Seattle di Sonic Highways succede qualcosa del genere e l'espressione "hype machine" non compare mai . Il volume di affari sviluppatosi sul grunge nei primi anni novanta è stato senza precedenti, e lo stesso si può dire della propaganda con cui è stato tirato su ( "Seattle ...is currently to the rock 'n' roll world what Bethlehem was to Christianity" - Spin, Dicembre 1992).
Un simile processo di scoperta/sviluppo/enfasi mediatica/commercializzazione della produzione di massa sarebbe ben presto stato applicato anche al punk....



Seattle, all'incirca 1988 - Seattle, about 1988 by Friday Extreme Rock Adventures on Mixcloud