I Game Over potrebbero sembrare la risposta italiana ai Lost Society. L'effetto "salto indietro nel tempo" vedendoli in scena, è impressionante: sembrano proiettati su un palco della bassa reggiana odierna dal 1986. In un modo o nell'altro comunque funzionano. Chissà cosa riserva il futuro a questi ferraresi.
Sono passati quindici anni da "Misantropo a senso unico". Al di là dall'essersi conquistati un posto nella storia del grind e del contratto con Relapse, a che punto sono ora i Cripple Bastards? Parlando da soggetto generalmente allergico al grindcore, sono ad un punto ottimo: una macchina demolitrice animata da feroce e psicotica determinazione, in grado di accendere il pit alle sei del pomeriggio (col sole) e a farlo letteralmente esplodere con "Misantropo a senso unico" e "Italia di merda" : non è poco.
Tanto efficaci sono stati i Cripple Bastards che l'attuale configurazione dei Raw Power quando è arrivata sul palco ha trovato il pubblico che ancora stava riprendendo fiato. Bella prova, quella dei "padroni di casa": Essere una vera e propria istituzione, in questo campo, presenta dei rischi, tipo tirar fuori merchandise come quella della foto, o avere un pubblico assuefatto al gruppo. Invece sono stati compatti, energici, precisi, divertenti (forse perché i primi a divertirsi sono loro). E quando tirano fuori "Power", "State Oppression" e "Mine to kill" l'entusiasmo del pubblico è evidente.
La sorpresa della giornata, per me, sono i Toxic Holocaust. Joel Grind (a questo giro basso e voce) è uno yankee biondo e roseo. Arriva sul palco con una maglietta degli Onslaught (proprio così, t-shirt di "Power from hell", uno dei dischi più inutili della storia del thrash) e fin da subito cerca con insistenza il rapporto col pubblico, e con successo.
I Toxic Holocaust sciorinano il loro thrash old school estremamente basico, davvero terra terra, ma lo fanno con energia e convinzione contagiosa. Il pubblico risponde alla grande, il pit divampa.e quindi si crea un raro cortocircuito tra l'entusiasmo del pubblico e quello della band. Joel, essendo un neo thrasher venuto su negli anni 2000, annunciando "Wild dogs" davanti a una selva di braccia alzate chiede il circle pit, mimando il movimento rotatorio con un dito. Lo ottiene , ma non dura più di un minuto. Lui non si scompone e lo chiede annunciando ogni pezzo (Punks and metalheads united, let's circle" "Everybody move now" eccetera). Alla fine si stupisce pure lui dei risultati ("Una cosa del genere negli States non sarebbe stata possibile") .
I Ratos De Porao sono piaciuti a molti più degli altri gruppi. Set compatto, schiacciasassi, con Gordo che nonostante l'età e la massa continua ad essere un frontman efficace. L'alternare pezzi vecchi e nuovi probabilmente ha fatto contenti tutti, ma personalmente non ci posso fare niente, mi piace solo il loro repertorio più vecchio - che non è mancato: "Crucificados pelo sistema" "e "Periferia" per fare due titoli.
Con i Nuclear Assault (tre quarti della formazione originale) che le cose non sarebbero andate al meglio si è capito da un soundcheck esageratamente lungo e complicato. Non avendoli mai visti prima dal vivo, non ho potuto fare a meno di notare il contrasto tra John Connelly (decisamente basso, i capelli li ha ancora tutti ma li porta cortissimi, andato in scena in pantaloni corti, t-shirt, gilet di jeans e sandali) e Dan Lilker (poca traccia degli anni su di lui, sempre la stessa figura di vent'anni e passa fa).
Comunque quando alla fine partono il suono non è gran che. Connelly ha ancora fiato e la sua voce è ancora tutta lì, ma dopo un paio di brani si interrompono per motivi apparentemente inesplicabili. Alla fine l'organizzazione ci fa sapere che Connelly avrebbe piacere che la gente salisse sul palco a cantare, senza provocare danni o problemi salla sicurezza, il che è un'ottima cosa, ma alla fine non devono aver trovato la quadra perché la security continua a ributtare indietro chi si tuffa dalle barriere e chi fa crowd surfing. Dan Lilker tira da un joint in ogni intervallo, Connelly ironizza sul fatto definendolo un hippy. Nei fatti il frontman lo fa Lilker. Quindi tutto il set viene fuori abbastanza confuso e con frequenti pause che fanno calare la tensione. "Buttfuck" non manca, ma senza il parlato sulla parte blues. Vengono presentati un paio di brani dal loro nuovo ep. Il tutto è vagamente deludente e mi fa rimpiangere di non aver mai visto la band negli anni d'oro del thrash.
Nuclear Assault, scatto di Stefano Giusti |
Nel complesso sicuramente un evento memorabile per tutti i partecipanti. Per un veterano come chi scrive, la curiosa impressione che sia tornato a soffiare lo stesso identico vento che soffiava nella seconda metà degli ottanta. Ma gli anni sono passati, e quella di allora era una prima edizione...
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