Giancarlo è una vecchia conoscenza, come forse qualcuno saprà.
Personalmente gli ho sempre invidiato le estati londinesi "when the dam began to burst" (o giù di lì): in tanti hanno parlato di NWOBHM, in Italia, ne hanno scritto, hanno pure pubblicato libri. E nessuno di loro era stato là, in quegli anni, a parlare coi protagonisti di quella stagione - e con qualche gigante dell'hard rock dei settanta. Lui sì, e il suo nome non è su nessun libro.
Quel che non gli ho mai invidiato invece è stato il lavoro di redazione: molto più semplice fare il collaboratore, andargli a portare gli articoli a Viareggio e sentire i suoi racconti di quelle storie, di quei concerti, del Marquee, di Reading 80, di Castle Donington. Il fondatore di Metal Shock (poi professionista in Video Music e in radio) ha sempre avuto idee molto precise sulla stampa musicale, e quando dico "sempre" lo dico seriamente. La critica zappiana alla stampa musicale l'ha ripetuta all'infinito, agli allora ragazzini che aveva preso come collaboratori. La critica alla recensionite cronica dell'orticello italiano era anche quella una costante. Perché suppliva al fatto che gli scriventi parlavano di cose che non avevano vissuto, di cui non erano stati testimoni.
Se ha ritenuto futile "scrivere di musica", però è sempre stato ben capace di "raccontare il rock", trasmettendone l'epos, e forse più a parole che con la macchina da scrivere o col PC.
Detto questo, in trasmissione passeggeremo tra blues elettrificato e rock (heavy e non). Garageradio ha ormai un vero esperto, in materia, e questa è solo una benevola invasione di campo, per mantenere una piccola tradizione e ricordare anche quello che Pistoia Blues fu negli anni ottanta.
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