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domenica 5 giugno 2016

Il racconto della leggenda

Nella seconda metà degli anni ottanta, con il web lungi da venire, qui era impossibile o quasi documentarsi sugli eventi ormai leggendari che avevano fatto la storia della NWOBHM. Ora è diverso, su www.ukrockfestivals.com non solo ci sono le foto e i flyers, ma nei commenti chi c'era ha condiviso e discusso i propri ricordi.
Reading 80, il debutto ad un grande festival della NWOBHM, aveva una platea di lanciatori di lattine, quelle inglesi, da una pinta. Probabilmente il lancio di lattine era in qualche modo organizzato: gli Hellions, gruppo punk inserito nel tabellone, addirittura non riuscirono a finire il loro set; e neanche un'ora dopo c'erano in giro tipi che vendevano t-shirt con la scritta "Reading 80 - I canned the Hellions" (Reading 80 - ho lattinato gli Hellions).

Ma il mio capo redattore, ai tempi di Metal Shock, c'era stato, in UK, nell'80-81;  era stato sia a Reading che a Castle Donington (quel festival che sarebbe diventato il Monsters Of Rock) e gli piaceva raccontare. Due o tre cose me le ricordo così, e le inesattezze non le ho corrette.


Un’estate dei primissimi anni ottanta, Inghilterra. Un festival rock. Durante l’esibizione del primo gruppo due fazioni del pubblico disposte ai lati opposti della platea iniziano un fitto scambio di lanci di lattine. Il secondo gruppo ad esibirsi sono gli australiani Rose Tattoo, una sorta di clone dei famosissimi AC/DC, caratterizzati da una profusione di rose tatuate sui loro corpi. Il cantante ne ha una proprio sulla fronte. Quando cominciano il primo brano i lanci di lattine stanno continuando da una buona mezz’ora, e il gruppo non riesce a catturare l’attenzione della platea. Il vocalist se ne accorge, e cambia le parole del chorus del primo brano in “Smettete di tirarvi ‘ste cazzo di lattine”. Nessun effetto. Alla fine del brano, irritato, si rivolge al pubblico: “ Se proprio volete tirare lattine, tiratele a me!”. Detto, fatto. Da una decina di metri dal palco parte una latta da una pinta, vuota solo in parte. Descrive una parabola ruotando su se stessa, e ruotando rilascia un filo di birra, che dipinge in aria una spirale dalla vita effimera. Angry Anderson viene colpito in fronte, proprio sulla rosa. Assieme ai soccorsi accorrono i reporter a fotografare la rosa sanguinante.

Oppure…

Il festival viene aperto da un gruppo OI! – il genere musicale proprio degli skinhead, e infatti quelli presenti sono tutti lì sotto il palco a saltare, urlando “OI! OI!”. La mischia di teste rasate viene accerchiata dagli uomini del servizio d’ordine, che oltre alle spesse giacche di pelle e a caschi integrali sono dotati di sfollagente non proprio regolamentari. Uno per uno pescano gli skin dal mucchio, li ammorbidiscono con una prima razione di legnate e li passano ai poliziotti, che riempiono un cellulare dopo l’altro portandoseli via. Gli skinhead raccolgono ben poca solidarietà dal resto dei presenti. Se sei un headbanger (ma bastano anche dei semplici capelli lunghi) quando un gruppetto di teste rasate ti trova da solo per strada rischi l’ospedale, se non l’obitorio.

Oppure…

Rose Tattoo: Angry Anderson non ha rose tatuate in fronte...
Una folla prevalentemente costituita da metallari e bikers è lì ad attendere che la scaletta sfili per far posto ai Krokus (un clone svizzero degli AC/DC) o ai Praying Mantis, e comincia a dar segni di inquietudine. Invece del gruppo hard rock iperamplificato sul palco arriva Rory Gallagher con una chitarra acustica, annuncia con la sua cadenza irlandese leggermente strascicata “Out on the western plains” e attacca a suonare. Il pubblico, incantato, ammutolisce e ritrova la voce solo per cantare con lui “Come a cow-cow yicky, come a cow-cow yicky, yicky yea”

E se questo, nella scarsità di informazione dell'epoca, non era leggenda...

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