Dal lato metal non mi sono posto il problema se fosse o no il caso di andare da qualche parte: svenarsi per i Black Sabbath a Verona? Con tutto il bene che posso volere a Iommi e soci, non è cosa. Gli Slayer in versione ridotta, anzi diminuita? Fate pure voi, io passo. I Testament sì, me li andrò a vedere. Ma lo spettacolo complessivo è quello della grossa industria al lavoro sui grossi eventi: eventi di massa per guadagni commisurati. Con la musica, si dice, oggi è l'unico modo per far soldi (e si dice male, perché aggeggini da niente come Google e Spotify con la musica i soldi li fanno, eccome, e a scapito dei musicisti, ma pare che di questo sia poco elegante parlare...)
Veniamo a qualche novità (e a qualcosa di non proprio nuovissimo ma degno di nota).
Da un po' è uscito"Terminal Redux" e di questi tempi si fa un certo parlare di Vektor. E i toni sono spesso quelli di "alla fine un gruppo veramente grande che mette d'accordo tutti".

Parliamo di rock'n'roll, ora. Anzi, ancora di metallo.Parliamo di BAT. Stanno uscendo con "Wings Of Chains", e qua c'è un preview. Si tratta del loro primo lp, dove figurano alcuni dei pezzi delle precedenti produzioni e materiale nuovo. Bloodhounds è perfettamente in linea con quanto finora fatto dal gruppo, ma stavolta il suono è decisamente più moderno.
Quando i BAT uscirono col loro demo tre anni fa qualche buontempone li ascoltò (si scaricava aggratisse da bandcamp) e sentenziò: il gruppo hardcore punk di Ryan Waste con l'ex DRI Felix Griffin. E pure lo scrisse in giro per la rete.It's the brave new world, mate. In realtà quel demo, registrato su un 8 piste, uscito in casetta e su bandcamp, era un'operazione di archeologia sperimentale. Una datazione al carbonio 14 probabilmente avrebbe sentenziato: gennaio 1983, più o meno tre mesi. La casetta potrebbe fare la sua figura nella teca di una mostra, con quella data e un'etichetta che reciti "ritrovata nelle midlands inglesi, gruppo mai arrivato a firmare con Neat Records". Ma l'ironia nostalgica dei BAT ha una solida spina dorsale. Per fare rock, alla fine, ci vogliono i cojones. Se non li hai, non te ne puoi far crescere un paio. E dalle parti di Richmond li hanno sempre avuti.
Sono 25 anni da che è uscito "Il regno del cinghiale" dei Tossic, e il gruppo lo ristampa assieme a "Stato brado" (che secondo me è il loro lavoro migliore). Se non conoscete la band , procurateveli. All'epoca li definii tipo "Metallica meets Vernacoliere", ma in realtà andavano oltre. Riffoni ed umorismo surreale.
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