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domenica 3 aprile 2016

Depressioni post pop e dintorni - venerdì 8 aprile www.garageradio.it

Per FERA questo aprile è diviso tra hardcore punk e thrash metal (del resto è il trentennale dell'1986, no?).
Dopo la puntata di presentazione di Distruggi La Bassa 2016, sono previste trasmissioni con Braindamage, Mindwars, Yes, We Kill.

Quindi a questo giro una pausa, con qualche riflessione che parte dall'ultima fatica di Iggy Pop, "Post pop depression"; uscito il 18 marzo. Probabilmente il suo canto del cigno. Sicuramente un'altra occasione in cui Josh Homme dimostra di aver da dire di più nei suoi vari progetti che nei QOTSA, negli altimi anni.
Se volete leggervi una recensione dell'album, consiglierei quella di Pitchfork..

Comunque è un lavoro impregnato di presentimenti o preccopazioni di morte imminente. Tenendo conto della lunga lista di necrologi di grandi del rock (e di amici suoi) degli ultimi mesi, la cosa è del tutto comprensibile - se vedessi gli esponenti della mia generazione scomparire a questo ritmo, sarei piuttosto inquieto pure io.

Mi sono sempre chiesto perché (e in Europa più che negli Stati Uniti) l'heavy rock americano della fine dei 60 sia stato  diviso tra progenitori del punk e progenitori del metal. In quale modo i Blue Cheer sarebbero proto metal e MC5 e Stooges proto punk? Parlando di Detroit, Ted Nugent non vedeva certo gli MC5 come qualcosa di diverso da quel che piaceva a lui. Degno di nota questo quadro della motor city dei
primissimi settanta dipinto da Alice Cooper

Ogni weekend al Grande o all' Eastown o in un altro di questi grandi club rock, sai, era tipo
MC5, Iggy e Alice. Iggy era il re dei punks e io ero quell'altra cosa , sai, ero tipo il  fantasma dell'opera. Lo amavamo, potevamo andare avanti sul palco per quanto volevamo e, dico , era sempre "chi è più pazzo, Iggy o Alice?" (1)

Evidentemente all'epoca queste band non pensavano di suonare per platee radicalmente diverse le une dalle altre. Eppure in qualche momento verso la metà dei settanta, quando in Europa si diffonde la divisione tribale nata in Inghilterra tra metallari e punk, vengono fissati i riferimenti esclusivi: Alice Cooper e Ted Nugent dal lato metal, MC5 e Stooges dal lato punk (che in un contesto di quel genere i Motorhead fossero l'unico gruppo trasversale alle due culture è uno dei tanti meriti e delle qualità uniche di Lemmy Kilminster).
E' la faccenda delle etichette che, per quanto piuttosto stupida, sta prendendo piede. Poi alla fine degli 80 molto è di nuovo rimescolato, e Kerrang piazza "Instinct" (1988) di Iggy Pop tra i "100 greatest metal albums of all times", alla posizione 69 - la lista , pubblicata nel gennaio dell'89, è abbastanza bizzarra, visto che contiene anche Sex Pistols, Journey, Queen  e Brian Adams.

Ritornando all'Iguana, la cosa paradossale nell'etichetta punk che si è visto affibbiare (della qual cosa incolpa i discografici) è che a lui il punk non piace...

(1) trascrizione di "Metal Evolution - 2 -Early Metal, US" Banger Films)



La scaletta:

Ci sono gruppi (moltissimi) di cui non ho mai avuto un vinile o un CD (solo le classiche C90 registrate
quello o quell'altro amico). Tra questi ci sarebbero stati pure gli Stooges e Iggy Pop se nel 91 non mi fossi comprato "Raw Power 91", spinto dal racconto entusiastico di qualcuno che aveva visto Iggy dal vivo quell'anno. E' un bootleg che ritrae il concerto dell'Iguana 43enne al Leysin Festival, in Svizzera, il 12 luglio del '91. Alla chitarra c'è da Whitey Kirst , al basso Craig Pike, alla batteria Larry Mullins (Toby Danmit) .
Ascoltarlo mi fece rimpiangere seriamente di essermi mancato la sua data milanese di quel febbraio. A parte questo, le connessioni della carriera di Iggy Pop sono una lunga lista, quindi...



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