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martedì 16 giugno 2015

Live report dal passato - Clash Of Titans, Firenze 1990

Se cercate in rete report del Clash Of Titans fiorentino del 1990, questi sono un paio di  risultati:

"Sono passati già vent’anni da quello che considero uno dei concerti metal più emozionanti a cui abbia assistito nella mia vita: il Clash Of The Titans, tenutosi al Palasport di Firenze il 24 settembre 1990." (Metallized.it)


"I concerti più belli (in ordine cronologico)?
....
Clash of the Titans (Suicidal Tendecies, Testament, Megadeth, Slayer) - Firenze 1990 (visto in servizio d'ordine come carabiniere, che peccato non poter pogare...)" (su rockfamily)
(Questa del carabiniere è interessante, capirete il perché più avanti)

Evento leggendario? Ecco una versione alternativa. Sono passati 25 anni, ricordo imperfettamente, ma io lo vidi così.

Allora, curiosamente al Clash Of Titans fiorentino ci andai con Riki Signorini, che era interessato per via dei Suicidal. Andammo con la sua macchina. Avevamo due accrediti fissati da Flash ed eravamo leggermente in ritardo, ma alla fine recuperammo e ci trovammo in zona palasport a Firenze in tempo utile. Riki manovrò per parcheggiare lungo la strada, di lato alle inferriate che contornavano tutta la zona campi sportivi. Poco più avanti, seduto appoggiato all'inferriata c'era un tipo con un chiodo sulla nuda pelle, anfibi e pantaloni lerci che teneva in mano una bottiglia di Martini quasi vuota (la sbronza di Martini è già sufficiente a qualificarti come 100% allezzito). Sta passando sul marciapiede un tale regolarissimo, taglio di capelli corto corto (probabilmente militare in licenza) e l'altro tipo (accento romanesco) gli chiede se ha una sigaretta. Quello gli dice di no e tira avanti. L'altro prima incassa il rifiuto apparentemente senza batter ciglio, poi lo guarda meglio e gli fa "Sei uno skin!". Si alza di scatto, rompe la bottiglia di Martini contro l'inferriata e gli va addosso.
Noi, che non eravamo scesi dalla macchina, richiudiamo gli sportelli.
"Meglio trovare un altro parcheggio" dice Riki.
"E' meglio" faccio io.
E quindi parcheggiamo un pezzo in là, abbastanza lontano dall'ingresso del palasport, e corriamo perché forse siamo ancora in tempo. Arriviamo, ma ci fermiamo una ventina di metri prima. Sorpresa.
L'ingresso del palasport è coperto da una tettoia di cemento, con ai lati le due guardiole delle bliglietterie, con le ringhiere per guidare le file. Tra le due guardiole inizia una salita che porta verso il palasport vero e proprio. In cima alla salita, a un venti metri dalle biglietterie, una fila di carabinieri in assetto antisommossa sbarra il passo (all'epoca i carabinieri in ordine pubblico portavano i fucili scarichi, e al posto dei manganelli usavano i calci dei fucili). Una decina di metri davanti all'inizio della salita un gruppo di gente grida insulti ai carabinieri.
Io e Riki aggiriamo l'asse del confronto tra i due gruppi e raggiungiamo di lato la biglietteria con gli accrediti. Pass presto rilasciati, ma il problema è che non si entra. Restiamo lì ad osservare come si evolve la situazione. Assieme a noi c'è un tipo dell'Isola nel Kantiere, con l'accredito della radio su cui trasmette. Anche lui non ha capito bene quello che sta succedendo. A poca distanza da noi c'è un'ambulanza della pubblica assistenza, con un paio di portantitni appoggiati al mezzo.
I carabinieri non si muovono.
A un certo punto arriva dalla nostra parte, farfugliando, un ragazzetto con mohicana. Si appoggia alle ringhiere e comincia a dar calci alla porta a vetri della biglietteria dicendo "Bastardi! Bastardi!".
A pezzi e bocconi riusciamo a tirargli fuori una sua versione dell'accaduto. Nella mattinata c'è stato uno scontro tra loro (gente venuta da Roma, all'incirca area Forte Prenestino) e degli skinhead. Uno dei loro è finito all'ospedale, sono arrivati i carabinieri a sedare la rissa e ovviamente la maggior parte delle legnate è toccata ai romani. Il racconto è inframezzato da altri "Bastardi!" e altri calci alla porta a vetri. Il portantitno più vecchio si è spostato, ora è appoggiato alla guardiola, di lato al ragazzo. Lo guarda, scettico.
"E finiscila, che poi ti fai male" gli dice.
L'altro niente, ancora calci e "Bastardi!"
"Dai, che se poi la rompi mi tocca portarti a Careggi a farti ricucire" continua il portantino.
Gli skin si sono dileguati e quindi i romani se la stanno prendendo coi carabinieri. Continuano a vociargli contro. Inizia a partire qualche bottiglia e i carabiniueri alzano gli scudi.
E' una situazione di stallo.
Da dentro arriva il suono del concerto che inizia.  Costernazione di Riki e del bolognese, ma qui l'unica è che i romani inducano i carabinieri a caricare. Però al momento non ci stanno mettendo troppo entusiasmo, nel lancio di bottiglie, e i caramba hanno l'aria di non volersi muovere da dove sono.
Alla fine il lancio di bottiglie diventa più sostenuto. Vediamo i caramba che si preparano a caricare, e finalmente caricano. Io e Riki ci buttiamo di corsa nel vuoto della carica, tenendo alti i pass e urlando "Stampa!"  quando un militare pensa di fermarci (alcuni gridano "Fermi!" altri "Avanti! Di corsa!" ).
Ma c'è poco da fare, quando riusciamo a entrare i Suicidal hanno finito il concerto.
Girovago, nell'attesa che inizino i Testament. Nell'atrio sotto le gradinate scorgo un Piero Pelù solo ed evidentemente scazzato (probabilmente perché nessuno se lo fila). Dopo poco vedo Rocky George. Non c'è verso è proprio lui. Un tappetto rotondo, cappellino e maglietta a strisce, con una mano che serra il collo di una bottiglia di vodka e l'altra che stringe il braccio di una tipa. La ragazza è evidentemente una fan che è stata scambiata per groupie, e sta resistendo alle pressanti avances del chitarrista dei Suicidal. Non ha bisogno di aiuto, la fanciulla: è più alta di Rocky, si divincola e gli assesta un calcio ben piazzato, mancandogli  l'inguine di poco, ma comunque sbilanciandolo. Lei si allontana, lasciando Rocky deluso ubriaco e dolorante a bestemmiare biascicando.

Qundo attaccano i Testament, hanno un suono orrendo. Ha voglia Chuck Billy di sputare in verticale per poi raccogliere lo scaracchio a bocca aperta: non si capisce niente, dalle casse esce solo casino indistinto.Ma i ragazzi, sotto il palco, non se ne rendono conto e apprezzano lo spettacolo con entusiasmo. Ben altra prova con gli Anthrax a Modena un paio di anni prima. Vabbè, il set Testament è piuttosto veloce, di sicuro i Megadeth coi suoni avranno fatto un lavoro migliore. E invece no. Mustaine se ne rende conto, cerca di far mettere una pezza in corso d'opera, ma niente da fare. Le chitarre escono male, confuse, impastate - e stiamo parlando dei Megadeth dei tempi: se non escono bene gli assoli, che senso ha la cosa? Ma il pubblico acclama. Davanti al palco c'e' una generosa transennatura a ampia distanza di sicurezza, e il pubblico se ne frega, si sbatte, poga, inneggia al suo idolo. A quel punto ho poche speranze per gli Slayer. Quando attaccano, il risultato è sempre quello, anzi, dato il sound della band, infinitamente peggiore. E pensare che 3 anni prima, di maggio, al Palatrussardi a Milano (tour di "Reign in blood" ) erano la più perfetta delle macchine da guerra, con un suono nitidissimo e i subsonici delle casse di Dave Lombardo che ti facevano pulsare la bocca dello stomaco.
Dal pubblico, grida parossistiche e entusiasmo torrenziale.

Quando Riki mi dice che lui vuole andarsene gli Slayer non hanno ancora finito di suonare. Per me va benissimo. All'uscita trovo Carmelo Giordano, fotografo di Metal Shock, disperato. Gli hanno sfondato il lunootto della macchina. Mentre noi eravamo dentro, i carabinieri avevano giocato a guardie e ladri con i lanciatori di bottiglie tra le siepi di lato al palasport. Erano volati mattoni presi dalle aiuole.

In auto sulla via di casa io penso tra me e me che il thrash è davvero morto. E' iniziato prendendo dall'hardcore l'attitudine "Brucia gli idoli!", l'assenza di barriere tra pit e palco, scaricando il concetto di rockstar. E ora è diventato solo un altro spettacolo da circo ambulante del rock, con il pubblico che acclama gli eroi che di volta in volta sfilano sul proscenio.
Però finché è durato non è stato niente male.


1 commento:

  1. Verissimo, quel concerto fu uno dei peggiori sotto il profilo del suono a cui abbia mai assistito. Diedero la colpa al palasport ma non era così, gli Iron Maiden dopo qualche mese lì hanno suonato da Dio...

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