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domenica 7 giugno 2015

Alcuni trend attuali dell'hardcore (che diventa trendy?) - Venerdì 12 giugno ore 21 www.garageradio.it

Poco da fare, nella sfera anglosassone c'è un interesse mai visto e crescente del mainstream per l'hardcore punk. Una qualche responsabilità al riguardo ce l'ha senz'altro Keith Morris, che ha da subito avuto nelle linee programmatiche degli OFF! il promuoversi al di fuori della "scena".
Ma Dave Grohl, coi suoi documentari della serie Sonic Highways, ha di certo dato un grosso impulso in questo senso.  

Nosey copre abbastanza regolarmente temi legati alla storia dell'hc (con un'attenzione particolare alla storia del NYHC). Pure Rolling Stone (mi sono sempre chiesto chi diavolo si legga la rivista cartacea) ha iniziato da un po' a interessarsi della cosa. Il tutto ha un sapore abbastanza curioso, e un certo odore tipico dell'industria a caccia della "next thing" (che, come nel metal, è in realtà quella di ieri l'altro). Grohl, tanto per cambiare, è al centro della scena da quando ha aderito al supergruppo Teenage Time Killers, fatto partire da Reed Mullin (C.O.C.) l'anno scorso - e così va il mondo: il supergruppo nasce, e se ne occupa un pugno di webzine, aderiscono Grohl e Randy Blythe (Lamb of God) e ne parla Rolling Stone.
Ci sono stati segni di questo nuovo interesse sui social network e sui media mainstream italiani, con alcuni episodi improbabili. I Linea 77, con magliette dei Dead Kennedys in bella evidenza, hanno annunciato il nuovo disco come un ritorno alle radici hardcore (?) della band, e una certa area della websfera italiana gli ha dato retta senza batter ciglio (ecco un esempio). Roy Paci si è voluto accreditare anche più maldestramente con un curriculum nel punk... insomma parrebbe che hardcore "faccia figo".


Ma tornando all'hc vero, il caso più eclatante degli ultimi anni sono i Trash Talk. Partono come gruppo powerviolence però fin dall'inizio si gestiscono in modo del tutto particolare. Da Sacramento se ne vanno a Chicago per farsi produrre il primo lp da Steve Albini. Mettono a segno una collaborazione con Keith Morris per il loro singolo "East of Eden". Durante un loro tour europeo si fanno un live alla BBC  nel 2011, e visto che John Peel non è più tra noi si devono accontentare di Mike Davies. Da ultimo nel 2012 firmano con la Odd Future Records, e diventano l'unico gruppo non hip hop dell'etichetta. E a questo punto anche loro attirano l'attenzione di Rolling Stone. Ovviamente hanno progressivamente rallentato (ma non alleggerito) la loro proposta, nel tempo, recuperando una certa impronta anni 80 che li ha fatti accostare a primi Agnostic Front e Negative Approach .
Insomma, in sette-otto anni hanno messo a segno tutte le mosse giuste per essere (o apparire?) "cool" (certo che i tempi si sono molto dilatati rispetto a una ventina di anni fa).
Sono bravi? Sì. Fanno gridare al miracolo? No. Ma sono senz'altro un successo di immagine piuttosto unico nel suo genere, tanto che periodici del tutto esterni alla scena si sentono in obbligo di parlare di loro e recensirli.

Interessante notare la differenza con i Weekend Nachos, che pur essendo di Chicago Albini non sono mai andati a cercarlo. Senz'altro più estremi fin dagli inizi, e con abbondanti dosi di grind inserite nel loro sound fino a "Worthless", vengono su anche loro come band powerviolence. Ma non fanno nessuna mossa "cool". Però vengono messi sotto contratto da Relapse. Risultato: coperti esclusivamente da parte di siti punk e metal. E, fatto di cui qualcuno si era già accorto, paradossalmente questa seconda potrebbe essere la scelta vincente, visto che ora anche Spotify dice che i metallari sono la categoria di pubblico più fedele e più propenso ad acquistare musica (e i Dead Kennedys commentano su fb la notizia dicendo che si tratta di buone nuove anche per il punk )




Ritornando ai Trash Talk, nonostante l'hype generato attorno a loro restano un gruppo hc (ottimo), che si documenta come tale. Questo era il filmato promozionale per l'uscita di "119" (2012):



Quindi, un po' come una decina di anni fa, si guarda di nuovo agli anni 80 anche in campo hc. Documentari si aggiungono ai documentari, alcuni nuovi di pacca, come "Salad days" di Scott Crawford, altri a lungo attesi, come "Italian punk-hardcore 1980-1989" di lovehate80.it . Per concludere, neanche a farlo apposta "The american dream died" degli Agnostic Front, uscito in primavera è in larga parte un piegarsi all'indietro verso "Victim in pain"...

La scaletta
Ci saranno anche, as usual, altre vecchie glorie in gran forma e il nuovo gruppo più interessante degli ultimi tempi secondo me, cioè i Mongol Horde a cui avevo già accennato qua...
Un cenno a parte lo meritano i Long Knfe,  attivi discograficamente parlando da un paio di anni. Sono di Portland, dichiaratamente influenzati dall'hc anni 80 - ma l'influenza principale ed evidentissima è quella dei Poison Idea. "Meditations On Self Destruction" (2014) è un gran disco: è il disco che avremmo voluto sentire dalla reunion dei Poison Idea - e invece l'avevano già fatto loro...

Alcuni trend attuali dell'hardcore (che diventa trendy?) - Some current trends in hardcore by Friday Extreme Rock Adventures on Mixcloud

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