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lunedì 9 maggio 2016

Discharge - tra fine dei giorni, vecchie t-shirt e memorie di thashers sulla mezza età - Venerdì 14 Maggio ore 19 www.garageradio.it

Questo volendo rischia pure di essere uno spot promozionale per la Nuclear Blast, per molti il cimitero dei dinosauri dell'hardcore (e del thrash). Ma... per anni sono andato in giro con la più classica delle t-shirt dei Discharge, quella bianca con i tre teschi e il logo della band in caratteri gotici su un telo stracciato, tenuto su da due proiettili di cannone. Quella famosa t-shirt, esibita in più foto da Kirk Hammet. Quella t-shirt, quella degli MDC con la copertina di "Multi Death Corporations", quella di "Police Story" dei Black Flag  erano tra le cose più hardcore punk dell'iconografia rock, nell'84-85. Quelle che se ci andavi in giro era sicuro che la polizia ti fermasse (e quelle che avevano un significato)..
Già detto, diversi metallari arrivarono ai Discharge a causa di quella maglietta. Non è che procurarsi dischi dei Discharge fosse così incredibilmente semplice, nell'84, dove ero io. Così il mio primo contatto con la band fu una cassetta registrata da una cassetta registrata da una cassetta registrata (fatto piuttosto consueto, ai tempi). C'era "Why?", su quella TDK, e da allora per me quelli sono stati i Discharge ("Does this  system work?" no, ovviamente) - per soprammercato il mio amico punk aveva infilato in quella C90 Suicidal Tendencies, Misfits e Porno Patrol, e mi aveva passato una copia della prima cassetta dei Raw Power (c'è da dire che l'area Granducato HardCore all'epoca, come buona parte della scena hc italiana, era quasi completamente allontanata dall'anarcho punk inglese e decisamente americana nei gusti e nei punti di riferimento).
Ritornando a quella T-shirt dei Discharge, è un oggetto che ha avuto un ruolo non da poco nella storia del thrash metal e del crossover (come fenomeno, non come musica). I Death Angel qui fanno uno spot per i loro compagni di etichetta (e per se stessi, in uscita questo mese con "The Evil Divide"), ma non raccontano balle. Noterete che pure qui la maglietta di Kirk Hammet ha un ruolo centrale.




I Discharge di oggi sono quasi i Discharge originari. Bones, Tezz e Rainy sono tutti lì. Certo, ora ci sono due chitarre invece che una sola. Al posto dell'ex Varukers Rat hanno reclutato un ragazzo americano che canta quasi esattamente come cantava Cal ai tempi. E "End of days" è un ottimo lavoro. E' più che ottimo: è un gran disco, forse quanto di meglio abbiano fatto uscire dai tempi di "Hear Nothing, See Nothing Say Nothing" (con cui ha una stretta parentela).
Avete presente Discharge (2002) ? Bello, c'era Cal alla voce, suonava come un disco crossover thrash, gran guitarwork di Bones, songwriting un po' alla Broken Bones con struttura dei brani appena meno ossessiva del solito.
Avete presente Disensitise (2008) ? Bello, c'era Anthony "Rat" Martin alla voce, anche quello suonava come un disco crossover thrash, c'era forse un po' meno solismo di Bones e aveva un gran pezzo come "(Never Again) Becomes Again and Again".
"End Of Days" si mantiene sulla stessa rotta ma.... tutto è migliore.
Migliore il songwriting, che arriva a sonorità quasi voivodiane, di quando in quando.
Migliore l'amplificata presenza solista di Bones.
Più azzeccata la produzione, decisamente più orientata ad un sound D-Beat.
Il tutto suona 100% Discharge, 110% punk. Più punk della maggior parte del crust in circolazione di recente (Doom a parte)..

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