Ok, cerchiamo di fare le cose come si deve.
Hub Music Factory porta in Italia con due date il "Fuck Austerity European Tour 2015" di Jello Biafra and the Guantanamo School of Medicine. Titolo non casuale, come si capirà. Comunque il 30 sera, quando alla fine, dopo le undici e mezzo, il gruppo entra sul palco, il Locomotiv è pieno. Ralph Spight e soci (un altro ex Victims Family al basso) iniziano a suonare e dopo poco entra saltellando Biafra, occhialini da sole tondi, una giacca a losanghe colorate quasi da arlecchino, e parte con "Strenght Thru Shopping". La formula dello show è presto evidente, è un incrocio tra un concerto hc e uno show spoken word.
Le introduzioni ai brani, accompagnate dalla band con musica di sottofondo, in realtà sono piccoli monologhi, e solo alla loro conclusione arriva la vera e propria presentazione del brano. Si comincia con la visione di Biafra della crisi europea, abbastanza sulla linea di Thomas Piketty, cioè abbastanza stile Tsipras (e si è visto poi com'è andata a finire in Grecia). E' così che introduce "New Feudalism" (e su questo tema Feudalesimo e Libertà è davvero un passo avanti). E poi continua , liberandosi di occhialini e giacca, pescando brani prevalentemente da "White People and the Damage Done" e in particolare quelli pià hardcore ("John Dillinger", "Road Rage"). Jello mima i testi di tutti i brani. Si suda, sopra e sotto il palco.
Ralph Spight |
Il pubblico conosce le parole anche dei brani nuovi, ma quando si arriva ai vecchi pezzi dei Dead Kennedys l'eccitazione arriva al culmine: "Nazi punks fuck off" fa deflagrare di nuovo il pit, poi arriva anche "Government Flu" .Un'imitazione di Zappa che dice in audizione parlamentare, rivolto ai senatori "Nodoby looks good with a brown lipstick" introduce "Brown Lipstick Parade"
Quando la band lascia il palco il pubblico chiede il bis, e lo ottiene. Arriva "White People and the Damage Done", Spight scende a suonare giù dal palco in mezzo alla gente. E poi Jello ritorna sul tema della crisi in Europa e presenta come inno delle riunioni dei leader europei "Kill the Poor". Di nuovo il gruppo lascia il palco, e di nuovo viene ottenuto un bis, prima "Shock-U-Py", poi, inattesa, arriva "Holiday in Cambodia", che fa andare il pubblico in delirio, Jello si tuffa dal palco, fa crowd surfing, perde il microfono, ma non c'è problema, la gente canta tutta assieme le parole.
Franco Giubilei, corrispondente per "La Stampa" da Bologna, concludeva così la sua presentazione delle due date di Biafra e soci:
"Filmati recenti ci mostrano Jello Biafra un po’ imbolsito mentre canta dal vivo California Uber Alles per un pubblico più panciuto di lui, ma la voce, almeno quella, sembra che graffi ancora."
Completamente fuori bersaglio: non è stato un evento nostalgico per cinquantenni (anche se dei cinquantenni c'erano). Ad occhio l'età media del pubblico era abbastanza alta, ma direi non più di 35 anni, Non solo Jello ha ancora voce: l'attitudine è ancora tutta lì, ha una band tra le più solide che si possano immaginare, il suono era perfetto, l'equilibrio tra brani e parti parlate ottimo. Ne è venuto fuori un immenso, memorabile concerto HC - e non credo che nessun giornalista mainstream avrebbe retto nel pit per più di cinque secondi su "California Uber Alles". Amen.
Un consiglio? Vedere per credere.
RispondiEliminaEcco un brano che ho ripreso dalla primissima fila del Locomotiv; California Uber Alles...
https://youtu.be/3txCANOWsUM
Direi che l'idea la rende piuttosto bene...
RispondiElimina