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venerdì 1 gennaio 2021

DALLA PARTE DEL TORTO

 

E' solo rock'n roll, ma è abbastanza da fare una vita.
E' quel che ho pensato finendo di leggere "Dalla parte del torto".
Dome l'ho sentito suonare più di una volta, dai CCM in poi. Non sono mai stato un fan dei Not Moving e se devo dire l'immagine più viva che ho di lui è mentre si fa un breve giro di crowd surfing a un concerto dei D.I. al Macchia Nera, sarà stato il 91.
In questo libro l'hardcore punk e i CCM sono un capitolo breve di una storia molto lunga, che travalica e molto la sua notorietà di personaggio "locale".
La storia di Dome e dei gruppi in cui ha suonato si incrocia con quella di Johnny Thunders, di Nick Cave, degli Helmet, di Iggy Pop, degli attivisti per i diritti dei nativi americani, a partire da Lance Henson. Percorre più di 30 anni di underground tra Italia, Inghilterra e nord Europa, fino ai progetti e alle reunion del nuovo millennio.
Dome parla molto di continuità tra le controculture, da quella hippie a quella rave passando per punk e hardcore: ne parla perché senza ombra di dubbio la incarna. La storia di quella continuità è la sua storia, e per questo fin da metà anni 80 si interseca con quella di grandi nomi del rock dei 60 e dei 70.

"Non vedevo su di lei i segni tipici della tossicodipendenza. niente ematomi visibili. solo dopo capii che si iniettava l'eroina nel piede."

Se volete sapere a quale storica icona del rock si riferisce Dome dovete prendervi il libro.

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