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domenica 17 luglio 2016

TSOL, Raw Power, A New Scar, Chains @Distruggi La Bassa day 2, 16 Luglio

A New Scar
Dopo il bel preview di Distruggi La Bassa riesco ad andare solo alla seconda giornata del festival. Mi perdo gli Adolescents (sarà per un'altra volta, spero) e sento che i Cosa Nostra hanno avuto un'accoglienza ottima. Alcuni ricollegano la cosa alle cover dei Nabat e lo ritengono un precedente potenzialmente pericoloso (se il pubblico si entusiasma per le cover dell'hc anni ottanta, altri gruppi potrebbero ritenere questa strada più gratificante rispetto alla musica originale).
Arrivando alle 20 manco Stupro HC, Wah 77 e Devasted.
L'affluenza è buona. L'impianto appare subito piuttosto sottodimensionato per un evento all'aperto, e la cosa creerà qualche problema con alcuni gruppi.
Still Nervous propongono un hc americano mid eighies, efficace, Idol Lips un punk vecchia maniera. Radio Shakedown esprimono una prospettiva più anni novanta (a tratti mi vengono in mente primi Jawbreaker, Operation Ivy, Green Day). Il pubblico fin qui manifesta un interesse abbastanza blando. Le cose cambiano con i Chains. Con loro siamo più in ambito new school, ispirazione newyorchese, Madball e Sick of It All, certo, ma ben rielaborati. E con loro parte il pogo.
A New Scar
Quando salgono sul palco A New Scar sembrano venire da un altro mondo sonoro. Pure vibrazioni vecchia scuola. Dal vivo la natura UK82/D-Beat del loro suono viene fuori appieno.  All'inizio il basso di Diego è in primo piano, con un effetto motorheadiano, poi sistemano i suoni e l'impasto viene riequilibrato. La gente sotto il palco ha bisogno di tre pezzi per abituarsi al sound del gruppo, poi risponde bene e il pit parte (ma davanti al palco ci sono alcuni che fanno headbanging...).
Dezo infila in mezzo ai brani stacchi di puro rumore elettrico, il tutto è tenuto insieme dall'inarrestabile Bonanni alla batteria. A New Scar finiscono il loro set con "Fanghiglia Cristiana", ripresa dalla cassetta dell'82 dei Disarmo Totale, il primo gruppo di Diego.
I Raw Power partono con "Mine To Kill" e vanno avanti col loro set che come al solito entusiasma il pubblico soprattutto con i classici di "Screams From The Gutter". Sarà l'impianto, ma quando li ho visti l'anno scorso a Poviglio erano più incisivi.
Comunque quando i True Sounds Of Liberty salgono sul palco, Jack Grisham ringrazia i Raw Power, e non altri.

Cosa dovevano essere gli TSOL nell'81, quando a Orange County loro erano "LA" band, anche più
TSOL
dei Black Flag, completamente fuori controllo. Quando Jack Grisham sale sul palco è difficile non notare che nella sua strada verso i 60 anni ha acquisito una circonferenza cospicua. Ma quando inizia a cantare, tutto passa in secondo piano. Alla chitarra c'è il chitarrista originale, Ron Emory. Sono perfetti, sono gli TSOL e si fanno strada in un set che comprende quasi tutti il primo EP e "Dance With Me".
Più di una generazione è trascorsa dagli anni d'oro del gruppo, ma sotto il palco un pubblico che perlopiù nell'81 non era ancora nato fa esplodere il pogo ogni volta che arrivano pezzi come "Sounds of laughter", "Abolish government", "Property is theft". C'è un tipo del pubblico che ripetutamente sale sul palco per abbracciarli e la cosa viene gestita con la massima tranquillità e naturalezza. Una professionilità incredibile, un'incredibile energia. Qualsiasi problema ricollegabile all'impianto viene neutralizzato da testate Orange usate al meglio e qualcuno mi fa notare che Emory non usa  barré.
Due bis, di cui il primo è "Die for me", senza Grisham sul palco, cantata da Emory.
E così una leggenda dell'hc punk ha fatto il suo show davanti a un paio di centinaia di persone in un posto sperduto della bassa ferrarese, comportandosi come fossero tipi qualsiasi.
TSOL
(pics by Sara Voss)

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