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domenica 7 febbraio 2016

La fine del metal (del rock)? (Riff after riff, the end) - venerdì 19 febbraio ore 19 www.garageradio.it

Leonard Bernstein ebbe a dire:  «La nostra è l' unica epoca della storia che si nutra, in fatto di musica classica, della produzione del passato». La cosa (per altri motivi) rischia di ripetersi per il rock.

Dopo i vari lutti tra la fine dell'anno scorso e l'inizio di questo c'è chi si è posto la domanda se il metal sia finito. Altri sono arrivati a chiedersi se a finire non sia il rock tout-court.
(Nota a margine: ma esiste davvero un bisogno diffuso per concerti da 10-20.000 presenze? Siamo sicuri che siano necessari? Io non credo)

Giusto per ricordare che Heavy Metal è anche una categoria dell'immaginario


E c'è chi ha scritto che il peso del passato condiziona le presenti recensioni di dischi nuovi nella websfera italiana, impedendo di mettere bene a fuoco il presente e guardare al futuro.
(Altra nota a margine: personalmente ritengo la recensione la tipologia di giornalismo musicale più noiosa che si possa immaginare - e lo dico avendone scritta qualcuna, ai tempi; che senso ha poi la recensione ORA, visto che chiunque può sentirsi la musica in rete e decidere se un disco lo vuole comprare oppure no? Un tempo il recensore una qualche responabilità ce l'aveva, ovvero orientare all'acquisto di quello o quell'altro disco. La critica, volendo usare paroloni, invece ha senso come sempre. E si può benissimo far critica senza scrivere recensioni - forse viene addirittura meglio).

Ah, la staticità creativa permea il metal moderno... non so da quanto tempo metalsucks parla di bancarotta creativa del metal. E d'altra parte, dieci anni fa un tipo diceva questo:

"Oggi accendi la radio e tutti hanno un sound pesante, tutti hanno lo stesso suono"

(Chrs Jericho, in "Get Thrashed", 2006 - d'accordo, non mi viene in mente al volo un gruppo più inutile dei Fozzy, negli ultimi 15 anni, ma la frase è imbevuta di incontestabile verità: ascoltate la hard rock chart di una certa nota radio, per fare un esempio). A nessuno viene il dubbio che questa "cosa" abbia preso piede a partire da metà anni novanta..E che abbia riguardato sia metal che hc e punk.

Ok, non fossilizziamoci sul passato.  Sono abbastanza antico da aver vissuto almeno 3 rivoluzioni nel metal, e di quelle non da poco, e so benissimo che i gusti di un 25enne o di un 30enne (per tacere di 40enni e 50enni) non collimano con quelli di un teen ager (forse meglio dire non collimavano, e non sono sicuro che questo sia necessariamente un bene).  L'orticello del metallo contemporaneo mi interessa abbastanza poco, da svariati anni a questa parte (tipo 25?), ma questo ragionamento è tranquillamente estendibile ad altri generi e più in generale al rock.
I cicli di amnesia sul passato del rock sono stati annullati da youtube. Il tubo è lì, qualunque teenager può accedere e può scoprire che, quale che sia il gruppo contemporaneo che sta ascoltando ora, c'è stata gente che ha fatto le stesse cose e probabilmente le ha fatte meglio dieci o venti o trenta anni fa. Da cui i commenti che ogni tanto spuntano sotto questo o quel pezzo (tipicamente anni 80 o 70) del genere "Cazzo, perché non sono nato negli anni ... (50 o 60, di solito)".
Il rock (con tutti i suoi generi e sottogeneri) è diventato da almeno una quindicina d'anni una forma d'arte "matura". Come a loro tempo lo sono diventati il blues e il jazz.
Questo termine, "maturo", viene largamente usato in contesti anglosassoni per definire un qualsiasi ramo dell'attività umana in cui sembri che non ci sia più nessuna novità rilevante da scoprire o implementare.
Venendo al rock, tutti i nuovi moduli stilistici che potevano esser tirati fuori sono già stati inventati. E questo sottrae alle nuove band l'effetto nuova tendenza (ovvero, riscuoto un certo successo di base solo perché ho fatto mio il nuovo sound del momento). Cosa rimane? Tutto il resto, ovvero la parte più difficile: aver qualcosa da esprimere e saperlo fare in modo efficace, coinvolgente e magari pure creativo.

Ovviamente questo è il punto dove casca l'asino, e non ha niente a che vedere con l'avere successo. Non si contano le band mediocri che hanno avuto successo e i gruppi veramente di talento che non lo hanno mai raggiunto. E qua il discorso si fa particolarmente delicato, specie sul versante metal (ma anche su quello punk da una ventina d'anni a questa parte non si scherza): è un vizio congenito della maggioranza dei gruppi metal (specie italiani) venire su con l'idea di avere un qualche successo (il contratto su major!). Se questa attitudine aveva un corposo velo di idiozia 30 anni fa, ora è semplicemente grottesca (tanto è diventato poco probabile il raggiungimento dello scopo). Grottesca, ma ancora radicata, così da dare la possibilità ad un pugno di "agenzie di promozione"  di scucire qualche soldo agli illusi di turno. La retorica "se ci credi, se ti impegni al massimo etc" è mangime per gonzi, niente più.
(Ancora una nota a margine: perché era un'attitudine idiota anche trenta anni fa? Guardatevi "Born in the basement": alla fine Rat Skates si fa i conti, e vede che aveva più soldi in tasca quando andavano avanti col Do It Yourself rispetto a quanti ne aveva in tour dopo aver firmato con Atlantic - "Too broke to call home?!?")

Pensare meno ad improbabili scalate al successo e badare a quel che si fa (sapendolo fare) potrebbe essere un buon punto di ripartenza. I soldi non arriverrano (tanto non arriverebbero comunque) ma ci sarà più divertimento sia per i gruppi che per il pubblico.

E qui arriviamo alla seconda parte del titolo. Avete avuto occasione si ascoltare The End, L'EP dei Black Sabbath disponibile solo per chi presenzia al loro ultimo e definitivo tour in corso, intitolato, appunto, "The End"?
Gli inediti (avanzi delle session di 13) fanno molto piacere; sui brani live invece Ozzy riesce a reggere , più o meno, ma "Age Of Reason" la canta praticamente tutta tipo mezzo tono sotto, o direttamente un tono sotto, e non è un bel sentire. Del resto l'uomo è del 1948. A 67 anni forse è il caso di appendere il microfono al chiodo anche come solista. Del resto quel che sono riusciti ad ottenere i riuniti Black Sabbath con 13 è stato grande e del tutto insperato (sia per la band che per il pubblico), degna conclusione di una storia molto importante - e non parlo solo da vecchio sabbathiano
Il metal sarebbe quindi destinato a finire assieme ai propri inventori? Non credo, perché i metallari sono assai lontani dall'estinzione e sono, da tempo, la sola vera forza vitale del genere (perché propensi al consumo). A che concerti andranno e quali gruppi nuovi ascolteranno, questo è tutto da vedere.

P.S.: se qualcuno vuol farsi un giro su hardcore wordlwide può rendersi conto che bancarotta creativa e standardizzazione stilistica davvero non sono una prerogativa del metal. Ma le eccezioni sono relativamente abbondanti, sia tra i gruppi storici che tra le nuove leve.

Ah, per i puristi del metallo che abbondano su fb,

L'Heavy Metal fu battezzato da un cantante punk


Si, ok, gli Steppenwolf, ma John Kay non ci pensava proprio a un termine per descrivere un tipo di musica. Alice Cooper ha detto che il termine è stato utilizzato per la prima volta per la sua musica nel 72 su Rolling Stone, ma si sbaglia.
Il riconoscimento per aver utilizzato per la prima volta "heavy metal" riferito a musica va a Mike Saunders, che lo usò per la prima volta su Rolling Stone (12 novembre 1970) in una recensione di "As safe as yesterday" degli Humble Pie. Lo usò di nuovo sei mesi dopo su Creem nella recensione di "Kingdom Come" , debutto dei Sir Lord Baltimore. Ma chi è Mike Saunders, detto anche Metal Mike? Più che come critico musicale è noto per essere stato la voce degli Angry Samoans, gran gruppo punk della prima ondata losangelena, attivo anche nell'era hc degli 80 e oltre (ne ho già parlato qua, di loro).


La scaletta: si può arrivare da "The end" al 1979, anno ufficiale di nascita della NWOBHM, senza mettere un brano di thrash, black, death, groove, metalcore, nu metal...

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