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domenica 21 febbraio 2016

Vinyl - viaggio nel cuore del rock anni 70 (e dell'A&R) - Venerdì 26 febbraio www.garageradio.it

New York Dolls (quelli veri)
Una serie sul mondo del rock dei 70 creata da Mick Jagger, Martin Scorsese e Terence Winter (quello di Boardwalk Empire e The Wolf of Wall Street) comportava dei rischi. Richiava di essere celebrativa, edulcorata, patinata (insomma, una sorta di bis di Velvet Goldmine). E invece, a giudicare dal pilota, diretto da Scorsese in persona, è un ritratto amaro del rock di metà settanta, con il business che cerca sistematicamente di fregare i musicisti, rockstar idiote (o che fingono di essere tali). Il tutto inzuppato di soldi e stupefacenti (più che di sesso).. L'ambientazione è una New York simile a quella di Taxi Driver, città in piena decomposizione con le strade sature di traffico, prostitute, spacciatori e musica.
Si ritrae il rock dei 70 nel suo apice. Sullo sfondo, i ricordi del blues elettrificato e di Woodstock. Si inquadra la nascita del punk, in un mondo musicale in cui la radio è ancora di importanza capitale. E si mette a fuoco una funzione dell'industria discografica praticamente estinta, cioè l'A&R - sarebbe a dire Artisti e Repertorio, cioè l'analogo discografico della ricerca e sviluppo: l'andare a caccia dei talenti, delle nuove tendenze."I want what's next!" urla il protagonista davanti ai suoi talent scout riuniti. La next thing, quella cosa di fatto estintasi anche essa da più di dieci anni.
New York Dolls (quelli ricostruiti in Vynil)


La colonna sonora, ovviamente, è impressionante e finora mai sentita in queste proporzioni (lo ha fatto Raimi con "Ash vs Evil Dead", ma proponendo non più di 3-4 brani a puntata). Spiccano New York Dolls, Led Zeppelin, Black Sabbath, Slade, Blue CheerHumble Pie. "Piu' audaci dei Neon Boys, piu' arrabbiati dei Dolls", così la ragazza che vuole fare A&R presenta il fittizio gruppo punk Nasty Bits al suo capo. E' la progressione dal proto punk al punk vero e proprio, il passaggio dai primi 70 a  Ramones e Dead Boys.

Da questo ritratto diventa chiaro il motivo per cui in capo a 4 anni i gruppi punk (e poi i gruppi della NWOBHM) si crearono le proprie etichette. Il sitema discografico aveva imboccato la strada della decomposiione, diventando incapace di cogliere i nuovi mutamenti del rock nel momento in cui si verificavano. A fine settanta e nei primi ottanta il sistema delle major, grandi o piccole che fossero, ormai dipendeva da etichette indipendenti capaci di cogliere in tempo reale le nuove tendenze. Nel caso dell'heavy rock Iron Maiden, Metallica, Soundgarden, Nirvana non furono "scoperti" dall'A&R di una major. Prima incisero autoproducendosi o per piccole indie. A pasto scodellato arrivò quel che restava dell'A&R delle major.

Dal ritratto offerto da Vinyl emerge un dato fondamentale: la grande industria discografica è un intermediario intrinsecamente non necessario tra artisti e pubblico, incapace di non deformare la qualità dell'offerta con la sua ossesione per le hit (ovvero per il prodotto di massa, grandi numeri e grandi incassi). Il costo di intermediazione ricade sia sugli artisti che sul pubblico.  Quindi le ragioni storiche del Do It Yourself, dell'autogestione, dell'autoproduzione, delle indie, sono eclatanti.

PS: di anni settanta e heavy rock ho già parlato qua, di anni 70 e punk qua 

Aggiornamento: la serie ha provocato una specie di insurrezione sui social da parte di chi lavora nel settore discografico dell'anglosfera, con critiche variamente orchestrate sul "non siamo e non eravamo così e non è così che facciamo e facevamo il nostro lavoro" (ed è stata variamente criticata sui media mainstream sempre dell'anglosfera perlopiù come "una versione rock di Mad Men, ma Mad Men era meglio").Sembra che abbia toccato un qualche nervo scoperto, in una comunità che incolpa il peer to peer e il download della rovina del settore (nessun senso di colpa  in lorsignori che, fino a prova contraria, sono quelli che hanno fatto girare la giostra nel modo che sappiamo - vedere "MTV get off the air" dei DK)..

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